LA RANCON DE LA GLOIRE – Partecipano E. Comar, N. Labaki, X. Beauvois, M. Legrand, E. Chaplin
Nella cornice della 71esima Mostra del Cinema di Venezia abbiamo la possibilità di ascoltare alcune domande poste al regista de La rançon de la Gloire, in concorso per Venezia 71. Di seguito le opinioni del regista Xavier Beavois, accompagnate dalle domande al responsabile delle musiche Legrand, l’attrice Nadine Labaki ed al nipote del maestro Charlie Chaplin, Eugène Chaplin.
Cosa l’ha spinta a realizzare questo film? Per lei cosa rappresenta Charlie Chaplin?
(Beauvois)
Ciò che mi ha spinto a fare questo film è l’aver visto per quindicesima volta Le Luci della Ribalta. Mi sono documentato sull’evento del furto della sua tomba, scoprendo che era realmente successo e da lì è nata l’idea.
Chaplin è il cinema, ha costruito e scavato l’idea di cinema. Per me lui è il cinema nel vero senso della parola. Ho pensato molto allo spirito della commedia all’italiana cercando di trarre da essa ispirazione. Volevo raccontare la storia di una persona che esce dal buio della prigione e arriva alla luce.
Cosa pensa del fatto che l’organizzazione della Mostra abbia deciso di mettere un musicista come Alexandre Desplat a capo della giuria?
(Legrand)
Per la prima volta nella storia del cinema vi è la possibilità vedere un musicista che E’ magnifico. Mi complimento con lui e ringrazio Venezia e l’organizzazione per la straordinaria decisione.
Quanto c’è di vero in questo film?
(Beauvois)
E’ tutto vero, gli alberi, l’inchiesta della polizia, il tribunale. Tutto il resto è basato sullo humor, con la storia del circo e della bambina che invece sono delle sequenze non vere, di fantasia. Il coinvolgimento del personaggio di Osmar era più complesso. Erano rifugiati politici in Svizzera, quindi la sociologia dei protagonisti nel film era leggermente diversa.
(Al signor Chaplin), che ricordo ha di questa storia?
(E. Chaplin)
Mi ricordo tutto, era l’epoca in cui venne rapito e assassinato Aldo Moro. Non era un periodo semplice, non sapevamo con chi avevamo a che fare, avevamo ricevuto delle minacce. E’ stato un momento poco piacevole. Il furto di bare era comune e probabilmente quello della bara di Charlie Chaplin fu un furto ispirato da precedenti fatti di cronaca
Che tipo di aiuto avete avuto dalla famiglia Chaplin?
(Beauvois)
Ho chiesto prima di tutto alla polizia svizzera di spiegarmi il fatto. La famiglia Chaplin è stata molto disponibile, anche se ovviamente non erano dei bei ricordi. Eugène mi ha aiutato moltissimo, grazie anche ad i suoi contatti con il circo.
(Chaplin)
Inizialmente diffidavo di questo progetto, ma dopo aver incontrato un po’ tutto il cast e l’organizzazione mi sono detto “Perché no?”
Perché ha scelto proprio queste due attrici per il ruolo di coprotagoniste?
(Beauvois)
Per quanto riguarda Chiara Mastroianni, avevo il desiderio di girare con lei avendolo già fatto. Per Nadine, l’ho incontrata ed è andata subito bene. Sono stato sedotto subito!
Qual è stata la sua esperienza nel girare con un produttore francese?
(Labaki)
Rispetto moltissimo Xavier e girare con lui era un mio desiderio. Ho subito capito come Xavier fosse colpito dal dettaglio, dalle piccole cose. Con lui questa esperienza è stato uno scambio molto interessante. Fare l’attrice mi permette di uscire dal mio lavoro di regista, ma devo ammettere che lo vedo più come un piacere che come un lavoro.
Qual è il suo rapporto con la realtà?
(Beauvois)
La realtà è un po’ nascosta, è un racconto. Per me questo film è il contrario de “Gli uomini e gli dei”. Inoltre con questo film non entro e non voglio entrare nella realtà delle cose.
C’è l’intento di presentare i vostri personaggi come eroi “picareschi”?
Sono così incapaci che alla fine li si ama. Che poi non è possibile considerarli degli incapaci, perché il loro colpo è riuscito. E’ piuttosto strano, ma non posso fare a meno di amarli benché abbiano profanato una persona come Chaplin che è come un dio per me.
Lascia un commento