Sfrattato dal multiproprietario immobiliare Mike Carver (Michael Shannon), Dennis (Andrew Garfield), giovane operaio di Orlando, si ritrova a vivere in uno squallido motel con la madre ed il figlio. Quando tutto sembra perduto, Rick propone a Dennis un patto diabolico: gli permetterà di ricomprare la casa lavorando per la Rick Carver Real Estate, garantendogli un lauto stipendio e una vita felice, ma al terribile prezzo di diventare lui stesso un agente immobiliare con il compito di sfrattare personalmente le famiglie all’interno delle case pignorate.
Inquadrare 99 Homes all’interno di Venezia 71 è un compito piuttosto arduo, trovandoci davanti ad un prodotto molto più adatto ad un uscita invernale nelle sale piuttosto che ad essere candidato in concorso nella selezione ufficiale. Due attori di gran calibro e un budget decisamente generoso, hanno permesso infatti al regista Ramin Bahrani di dare vita ad una pellicola ambiziosa e di grande risonanza, decisamente in controtendenza rispetto al concorso di questa edizione, fatto di piccole perle nascoste.
Con una spaventosa attualità, la pellicola ci trascina indietro di qualche anno alla terribile crisi finanziaria del 2008 negli USA. Il disastro dei mutui subprime si abbatte infatti su molti ignari cittadini, incapaci di trattenere le proprie case. Truffe, imbrogli e sotterfugi diventano l’arma di persone come Rick Carver, capace di sfruttare i finanziamenti governativi e la disperazione della gente per guadagnare denaro ed acquistare immobili con avviso di sfratto a prezzo di buonuscita. Questo è anche l’iter di Dennis, che da vittima inascoltata diventa un esemplare carnefice, benché nemmeno lontanamente paragonabile al maestro Carver.
L’America detta le regole di un folle gioco; bisogna essere vincenti se si vuole stare dalla parte di chi non soffre in un Paese fatto da vincenti, per i vincenti. Lo spazio per gli altri non esiste e non è un problema di un governo e delle banche che vanno felicemente a braccetto di Rick Carver, cosicché il tutto si risolve in uno spietato, ferreo e insindacabile dualismo.
99 Homes non nasconde un tono eccessivamente moralistico e didascalico. Bahrani non trattiene la palese voglia di una denuncia sociale necessaria, scadendo su dei contenuti poco innovativi di fronte a degli sviluppi della trama che avrebbero potuto portare una piacevole ventata di novità all’interno della pellicola. Si ripetono schemi cinematografici prefissati, dove è impossibile non notare, con le dovute differenze, echi di un carismatico Wolf of the Real Estate, attratto in parte dal denaro, ma soprattutto spaventato all’idea di non rimanere all’interno della classe dei vincenti. Carver è letteralmente un fumaiolo alimentato dalla sua immancabile sigaretta elettronica, pronto ad esplodere di fronte ad una sollecitazione sbagliata o ad un intoppo: tra gli inquilini delle 100 case dell’affare della sua vita, ce n’è uno inclassificabile tra le macrocategorie prima elencate, non un perdente né un vincente, ma un uomo disperato e pronto a tutto.
Scheda film
Titolo: 99 Homes
Regia: Ramin Bahrani
Sceneggiatura: Ramin Bahrani, Amir Naderi, Bahareh Azimi
Cast: Andrew Garfield, Michael Shannon, Laura Dern, Noah Lomax, Tim Guniee, Clancy Brown
Genere: Drammatico
Durata: 112′
Produzione: Hyde Park Entertainment
Distribuzione: Hyde Park International
Nazione: USA
Uscita: –
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