Dalla fine degli anni ’90 ad oggi un’evoluzione musicale continua, segno, di un uomo prima che di un artista, che di accontentarsi e di accontentare non ne vuole proprio sapere: stiamo parlando di Gianluca Picariello conosciuto con lo pseudonimo di Ghemon. Classe 1982 per Ghemon utilizzare l’etichetta di “rapper” è davvero troppo riduttivo, non solo per le recenti scelte artistiche fatte dall’artista campano ma anche per la qualità dei lavori che negli ultimi anni ha realizzato. E’ proprio per la qualità dei suoi testi ad esempio che potremmo collocare Ghemon probabilmente nel punto di incontro tra i classici artisti della scena hip hop e il cantautorato vecchio stile. Quattro album in studio, due mixtape, tre EP e un numero incredibile di collaborazioni (da ricordare ad esempio i tanti lavori insieme ad altri artisti simbolo della scena hip hop italiana come Bassi Maestro. Kiave e Mecna) sono solo alcuni dei numeri musicali che riguardano questo artista e citare tutto verrebbe davvero difficile. Lo scorso maggio poi è uscito ‘ORCHIdee‘, anticipato dal singolo ”, un album che ha sorpreso per le sue novità e per le sue sonorità realizzate anche grazie all’aiuto di alcuni musicisti di grande spessore come Patrick Benifei e Rodrigo D’Erasmo, giusto per citarne due. Un disco che è stato un successo non solo nelle classifiche delle vendite ma anche in radio e che ha contribuito a far conoscere ancora di più il nome dell’artista campano. Noi di MyReviews abbiamo contattato in esclusiva Ghemon per parlare con lui del suo album e dei suoi progetti musicali.
Quanto pensi sia cambiato il mondo dell’hip hop da quando hai cominciato ad oggi?
Non è semplice rispondere perché è un mondo che cambia praticamente tutti i giorni, perché le forze fresche ed i ragazzi più giovani si approcciano ad esso in continuazione e c’è sempre linfa nuova insomma. E’ anche un mondo che però per certi versi tende a rimanere sempre simile a sé stesso, perché le cose belle che funzionano sono spesso riprese. E’ vero che è tanto cambiato da quando ho iniziato ma ciò è avvenuto più che altro perché c’è stato un grosso ricambio di persone, ma per il resto è molto simile, aldilà del fatto che ci sono ovviamente cose più fresche e più originali e cose che invece si rifanno di più a quella che viene definita la ‘vecchia scuola’.
Definire il tuo album “ORCHIdee” un disco di hip hop è probabilmente riduttivo considerando il grande numero di musicisti di grande spessore con cui hai lavorato per realizzare i vari brani e le scelte artistiche che hai fatto. Come è maturata questa scelta?
Facendo una riflessione anche dopo le tante date del tour estivo posso dire che il mio, più che un passo in avanti, è forse un “passo di lato” perché ho cercato di dare un’accezione diversa dell’hip hop, non volevo uscire da questo mondo ma semplicemente “allargare il contenitore” in cui mi trovavo. Ho imparato negli anni che non esiste un hip hop solo o una sola modalità di sviluppo, quindi ho voluto creare qualcosa che rispecchiasse il mio punto di vista. I miei ascolti erano comunque i più disparati quindi anche le mie influenze erano tantissime e quando un musicista è curioso, come lo sono io, poi prova a cimentarsi anche in mondi diversi: ho provato per anni a farlo in “laboratorio” fino a quando i tempi per far uscire questo esperimento non sono stati maturi. Possiamo dire quindi che è tutto una conseguenza della musica che ascolto tutti i giorni che è la più diversa.
Come hai già accennato la tua è stata un’estate ricca di live. Come ha accolto il tuo pubblico i brani di “ORCHIdee” e più in generale qual è il tuo rapporto con i fan anche sui social?
Non ho avuto molte occasioni di scambiare opinioni con i fan dopo i concerti ma credo abbiano accolto bene tutto ciò, anche perché il numero delle persone che sono venute ai concerti è aumentato e di questo sono contento. Nei giorni successivi poi arrivavano magari i complimenti ma sempre ben mirati, sempre molto attenti alle analisi che mi fanno: posso dire di non avere un pubblico molto qualunquista e probabilmente una parte di esso si sente anche rappresentato da un punto di vista umano per ciò che scrivo. L’esperimento di suonare anche dal vivo con la band mi sembra sia piaciuto parecchio e credo che anche i brani del disco in un contesto live del genere possano essere valorizzati di più. I social sono l’unico mezzo che ho per parlare con persone che mi conoscono ma che io non conosco quindi cerco di utilizzarli il più possibile. Il numero di persone che mi seguono cresce di giorno in giorno e rispetto ad uno o due anni fa riesco ad essere meno presente nelle risposte ma in ogni caso cerco di farlo il più possibile.
Nel tempo hai avuto la possibilità di collaborare e di lavorare con diversi artisti più o meno frequentemente, penso ad esempio alle tante collaborazioni con Mecna. Come è il tuo rapporto con lui nello specifico e c’è qualcuno con cui ti piacerebbe collaborare con cui ancora non l’hai fatto?
Con lui (Mecna ndr) come con Kiave le cose sono partite prima di tutto dall’amicizia: c’era proprio un rapporto umano che ha poi permesso di fare musica insieme quasi tutti i giorni nel modo più naturale e spontaneo possibile. Ma questo vale non solo per i due nomi citati ma anche per tutti i ragazzi di Blue-Nox e Unlimited Struggle con cui appunto c’è un rapporto umano alla base. Per quanto riguarda gli artisti con cui mi piacerebbe collaborare non saprei dirti perché non vorrei dare nomi a caso (ride ndr). Nella scena hip hop mi è capitato di collaborare un po’ con tutte le persone con cui volevo farlo e al momento non ho particolari preferenze. Guardo la cosa dall’esterno anche per quanto riguarda i più nuovi e i più distanti da me da un punto di vista musicale, la guardo da curioso e da fan e spero che siano magari loro più avanti a voler tirare nel mezzo me per qualche progetto. Se parliamo invece di artisti che non fanno parte del mondo del rap come faccio a non citare Giorgia e Pino Daniele ad esempio? Loro ma anche altri nomi della musica italiana che mi piacciono sono ovviamente collaborazioni che mi auspico per il futuro.
Quali sono i tuoi progetti e le tue speranze, artistiche ovviamente, per il futuro?
Intanto voglio proseguire il lavoro iniziato quest’estate con la band, continuarlo in inverno e andare avanti. Per quanto riguarda me nello specifico voglio chiaramente progredire, studiare ancora e sentirmi stimolato per affrontare progetti nuovi: non lascio al caso niente quindi un po’ a tutti livelli cerco di pormi degli ostacoli per poi avere le motivazioni per superarli e migliorarmi. Non posso ancora fare promesse per un nuovo disco perché ‘ORCHIdee’ è uscito ancora da pochi mesi ma non sono uno che ama stare con le mani in mano e fare musica è la mia vita, quindi appena ho del tempo libero provo sempre a fare musica nuova.
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