“Salina è davvero la madre del Mediterraneo!”, ha esclamato entusiasta Golshifteh Farahani appena approdata a Santa Marina, con lo sguardo rivolto alla grande montagna che sovrasta l’isola. E’ il Monte Fossa delle Felci, che la “vulcanica” attrice iraniana fa deciso di scalare proprio questa questa mattina all’alba. E mai come quest’anno Salina mostra al mondo il suo volto femminile per eccellenza.
Madrine del SalinaDocFest 2014 sono due donne, due artiste, fuggite dall’Iran: Nahal Tajadod, scrittrice, nata nel 1960 e cresciuta nel Regno dello Scià, e Golshifeth Farahani, l’attrice di Teheran, nata negli anni Ottanta subito dopo lo scoppio della Rivoluzione Islamica. Due donne in esilio, voluto o forzato, che hanno lasciato la loro terra e hanno scelto di attraversare il Meditarraneo e vivere in Europa. <<Quando le ho incontrate a Parigi” – dichiara la direttrice Giovanna Taviani, – ho pensato subito al nostro Festival. Portiamole a Salina, mi sono detta, a testimoniare la loro esperienza di donne che lottano per affermare la propria identità e rivendicare il proprio talento. Così abbiamo deciso di proiettare un film che ha molto segnato la mia identità di donna e di cineasta, Come pietra paziente di Atiq Rahimi, e di invitare la scrittrice Nahal Tajadod per il libro L’attrice di Teheran (edizione EO, 2013), a cui andrà il Premio Ravesi Dal Testo allo schermo. Elle joue, è il titolo originale del romanzo, che significa “lei gioca”, “recita”, “suona”. Perché nella lingua francese l’arte ha a che fare con il gioco; il “libero gioco dell’immaginazione”, come lo definiva Kant. Ma esistono paesi in cui se sei donna ti impediscono di giocare, di suonare, di danzare, di recitare, persino di studiare. – Sono un caso unico al mondo – mi ha detto ridendo Golshifeth -. L’unica donna che non può tornare in patria non perché ha tradito o ha commesso un reato contro la legge. Ma perché voglio fare cinema >>.
Questa 8a edizione del SalinaDocFest è dedicata a “Donne e Mediterraneo”, e non poteva che aprirsi nel nome della prima grande maestra del nostro cinema del reale: Cecilia Mangini. E’ il suo cortometraggio Stendalì. Suonano ancora (Italia, 1960, 11′) ad inaugurare (h.10.00, Centro Congressi di Malfa) il ciclo di proiezioni ed eventi che dal 23 al 27 settembre trasformeranno Salina – l’isola senza cinema – nell’isola del cinema. Seguirà il film Come pietra paziente, di Atiq Rahimi (Francia, Germania, Afghanistan 2012, 103′.), al termine del quale Golshifteh Farahani e Nahal Tajadod incontreranno il pubblico, presentate da Giovanna Taviani e Bruno Torri,
The Show MAS Go On di Rä di Martino (Italia, 2014, 30′), con Sandra Ceccarelli, Iaia Forte, Maya Sansa, Filippo Timi, e Va’ Pensiero di Dagmawi Yimer, Italia, 2013, 56′ sono i primi due film del concorso (centro Congressi di Malfa, h 16.00).
«L’idea di The Show Mas Go On – dichiara la regista Ra di Martino- nasce una sera in cui passando davanti a MAS (ndr – lo storico grande magazzino di piazza Vittori a Roma, fondato all’inizio del ‘900) abbiamo letto la nostra reazione alla chiusura è stata unanime. Impossibile! Così tre amiche, una video artista, una aiuto regista e una agente, hanno deciso di iniziare subito le riprese per fermare il tempo di questo luogo\non luogo, trasformato per l’occasione in un palcoscenico».
Va’ Pensiero è il racconto incrociato di due aggressioni razziste a Milano e Firenze e della complicata ricomposizione dei frammenti di vita dei sopravvissuti. «L’aggressione che hanno subito i protagonisti del film mi colpisce non solo in quanto tale- spiega Dagmawi Ymer – ma perché rivela la fragilità della condizione migrante in Italia. Non volevo fare scoop, ma raccontare le emozioni, le paure, i tentativi di rinascita, di chi, da un giorno all’altro, scopre di essere vittima di un odio omicida soltanto per il proprio colore della pelle».
Alle h 19.00, sempre al centro congressi, il pubblico di Salina avrà l’occasione di incontrare un altro grande ospite del festival, Moni Ovadia che, presentato da Marcello Sorgi, parlerà della sua esperienza di uomo e di artista, nell’ambito della finestra tematica “Memorie del Mediterraneo”.
La serata si chiude con Irene Grandi in concerto, nella suggestiva cornice della salina di Lingua (Santa Marina):un evento sponsorizzato dagli operatori turistici della zona (“Gambero”, “Delfino” e “Alfredo”).
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