Roma 22 settembre 2014 – Douglas Booth, Sam Claflin e Max Irons, tre fra i più promettenti giovani attori hollywoodiani arrivano a Roma, grazie alla popolarità riscossa dall’ashtag #PoshCastInItaly ideato dai loro fan sul social Twitter, i quali desideravano moltissimo l’arrivo dei loro beniamini in Italia. Affascinanti, giovani e talentuosi, i ragazzi hanno partecipato alla conferenza stampa accompagnati dal produttore Pete Czernin ed hanno presentato il loro ultimissimo lavoro : il film “POSH”, diretto dalla regista danese Lone Scherfig. Il film narra la storia di dieci giovani ammessi all’esclusivo Riot Club di Oxford e sarà nelle sale dal prossimo 25 settembre. L’evento è stato ospitato dalla struttura romana Palazzo Montemartini, dove i tre attori hanno alloggiato durante il soggiorno nella capitale. Noi di MyReviews.it abbiamo avuto la possibilità di intervistare in esclusiva il cast per parlare del loro successo e di ciò che ci dobbiamo aspettare dal nuovissimo film.
Credete che sia facile essere invidiosi di questo genere di giovani? Una persona qualunque vorrebbe entrare a far parte del Riot Club ?
Max Irons: Credo che sia importante nel nostro lavoro non esprimere un giudizio, insomma, il mio compito è quello di mostrare ciò che una vita come quella dei membri del Riot Club ti può offrire. Sicuramente penso che la tentazione sarebbe tanta, il club offre ai suoi membri moltissime opportunità. Essere invidiosi ? Si potrebbe, perché stiamo parlando di natura umana. Le persone vedono questo club pieno di giovani ambiziosi, ricchi ed a cui apparentemente è permesso tutto e vorrebbero farne parte, ma sicuramente non definirei una fortuna entrarne a cosi stretto contatto.Sam Claflin: Nel film il mio personaggio ha una battuta che dice “credo che tu voglia essere me perché in fondo tu mi veneri”. Beh, credo che l’obiettivo sia proprio delineare dei personaggi da invidiare per attirare il pubblico, ma che si spingono troppo oltre e abusano del loro potere e di ciò che posseggono. E’ proprio lo scopo del film : attirare il pubblico, coinvolgerlo e fargli provare invidia per poi fargli capire chi sono questi ragazzi in realtà e suscitare quasi tristezza forse disgusto nei loro confronti.
Esistono davvero club come questo?
Pete Czernin : Assolutamente sì ed esistono ovunque. Il problema è che non è un crimine essere “posh” o appartenere all’aristocrazia, non ci si può far nulla, dipende dalle tue origini. Quindi appartenere a club come questi insomma non è un reato, non si può cambiare, non sempre, ciò che si è veramente né da dove si arriva realmente. Ciò che puoi evitare è l’arroganza e la presunzione o sfruttare questa tua appartenenza per scopi negativi.
Qual è stato l’approccio tra voi attori sul set ? Vi conoscevate già oppure avete iniziato a girare con sconosciuti ?
Sam : abbiamo avuto la fortuna di conoscerci prima, sia perché magari avevamo visto ed apprezzato i lavori gli uni degli altri o perché abbiamo partecipato ad alcuni eventi insieme, insomma non siamo partiti come sconosciuti. Credo che comunque sul set si sia creata subito un’alchimia organica.
Douglas Booth: sì è vero, fortunatamente ci siamo conosciuti prima, ma anche sul set il nostro obiettivo era quello di lavorare al meglio e credo che ciò abbia accomunato tutti noi attori.
Sam : esatto, vedete ? Lui addirittura mi completa le risposte!
Com’è stato per voi lavorare con la regista Lone Scherfig ?
Sam : Credo che Lone sia stata un’ottima regista, insomma, combattere sul set con dieci ragazzi e dirigere ogni singolo personaggio non è cosa facile, soprattutto se a farlo è una donna.
Per quanto riguarda il ruolo di Lauren, non era presente nell’opera teatrale. Come mai è stato inserito nella pellicola ?
Pete Czernin : Credo che il personaggio di Lauren abbia un ruolo molto importante nel film, impersonifica la classe media e può sembrare la classica ragazza della porta accanto, molto brillante, infatti è stata ammessa ad Oxford, ma molto umana. Credo che sia centrale come personalità in quanto in un cast di soli maschi è quasi una mediatrice.
Domanda a Sam Claflin : In cosa pensi che il tuo personaggio, Alistair, differisca dai tuoi precedenti ruoli ?
Beh credo che questo sia stato un lavoro innanzitutto diverso da quello intrapreso per girare “The Hunger Games”, credo che sia stato anche per intraprendere una strada diversa nella mia carriera. Credo che Alistair mi faccia apparire come un personaggio più dark, viscerale e credo che mi abbia aiutato ad esplorare una parte di me differente anche dalla recitazione precedente.
Siete giunti a Roma grazie alla popolarità del trend-topic su twitter : l’ashtag #Poshcastinitaly, vi sareste mai aspettati tutto questo successo ancor prima dell’uscita del film nelle sale ?
Sam : Io ho promesso a tutti una vacanza gratis! Scherzo, sicuramente no, è stata una sorpresa, piacevole, non me lo sarei mai aspettato. Abbiamo avuto un Meet&greet con moltissimi fan alla Coin di Roma e non ci saremmo mai potuti aspettare così tanta affluenza, non so, magari abbiamo avuto così tanta popolarità sui social perche i fan ci hanno scambiati per gli One Direction!
Max : Beh, a dire il vero io non ho Twitter quindi non ho avuto il piacere di sapere cosa fosse questo trend topic, l’entusiasmo delle persone che abbiamo avuto il piacere di incontrare è stato senza dubbio coinvolgente. Questo è un film diverso dagli altri, non si parla di supereroi né tanto meno assomiglia ad una serie, ma affronta argomenti importanti, ovvero la nostra società iniqua e spero che aiuti a riflettere.
Douglas : Sono stato il primo ad avvisare i fan che saremmo stati a Roma grazie all’ashtag che hanno creato. I fan italiani sono stati calorosissimi, l’esperienza di ieri alla Coin molto travolgente e piacevole, ci saranno state circa 300 persone, la maggiora parte erano ragazze (ride).
Hai dovuto rivisitare il tuo personaggio dell’opera teatrale prima di portarlo sul set ?
Douglas : L’Harry che ho visto a teatro mi era piaciuto molto sin dall’inizio anche se l’opera inizia direttamente dalla cena, quindi si è catapultati subito all’interno della vicenda e per i personaggi si prova senso di disgusto. Nel film si possono incontrare i personaggi prima e c’è quindi la possibilità di aprirli un po’ di più per riuscire a vedere chi sono e da dove vengono realmente. L’opera l’ho vista, ma ero seduto praticamente in fondo alla sala quindi devo ammettere che non mi ricordavo benissimo il mio personaggio. Per me è stato sì una fonte di ispirazione ma non avevo dettagli, quindi l’ho costruito dal basso per risalire piano piano.
Max : non ho visto l’opera, Laura Wade ha tracciato questi personaggi in modo molto attento e minuzioso, descrivendo il loro background molto attentamente. Credo che sia stato un bene non vederlo interpretato a teatro, credo che avrebbe rappresentato per me una distrazione.
Grazie per l’intervista ragazzi, siete stati disponibilissimi
Max, Sam e Douglas : Grazie a tutti voi.
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