Nello splendido Hotel Bernini, a due passi dalla celebre Via Veneto, abbiamo avuto l’occasione di incontrare l’attore premio Oscar per Balla coi lupi nel 1991, Kevin Costner, che dopo il recente 3 Days To Kill torna nelle sale con Black and White, pellicola di cui è sia attore che produttore in concorso al IX Festival Internazionale del Film di Roma.
Black and White racconta la vita di un uomo (Kevin Costner) che, perse la moglie e la figlia e alle prese con un distruttivo alcolismo, cerca in tutti i modi di salvaguardare la nipote difendendola dalla pretesa del padre Reggie, un uomo di colore tossicodipendente, di tenerla con sè.
In leggero ritardo ma prodigo di scuse e ringraziamenti ai giornalisti per la pazienza, Costner si è prestato ad un discorso molto variegato, capace di spaziare dall’ambito lavorativo a quello personale.
L’argomento predominante è sicuramente quello del razzismo e del rapporto tra bianchi e neri al giorno d’oggi: L’argomento è delicato – puntualizza subito l’attore californiano – Non posso pretendere di avere delle risposte. Ma la bellezza del mondo è sempre stata rappresentata dalle differenze che esistono. Alcune delle cose più belle capitate nella mia vita sono successe con persone con cui non ho nemmeno una lingua in comune. Il razzismo è un grande problema in America, essa stessa fu creata e costruita attraverso il lavoro degli schiavi, e abbiamo pagato carissimo tutto ciò. Riferimento è anche alla Romania e alla miniserie Hatfields & McCoys, miniserie girata proprio in questo Paese e grazie alla quale l’attore californiano si è guadagnato una statuetta come Miglior Attore in una Miniserie agli ultimi Golden Globe, la seconda dopo Balla coi Lupi, oltre che al rapporto razziale Italia-Romania e ai problemi di discriminazione ed omofobia all’interno del nostro paese. Il fatto che lo abbiamo girato in Romania ci ha dato la possibilità di realizzarlo. Credo che probabilmente la cosa più importante che si possa dire di un luogo è se si è disposti o meno a tornarci. Rifarei un film nel vostro paese. A volte la gente pensa che per uno nella mia posizione non significhi niente un premio, ma in realtà è stato molto importante per me vincere un Golden Globe, sia a livello personale che umano.
Emerge un oltre lo scetticismo che le case di produzione hanno riservato alla sceneggiatura, non prendendola in considerazione e non finanziandola poiché essa non era vista come una possibile fonte di guadagno. Non è ovviamente di questo avviso Costner, che ribadisce come sia convinto sia un grande film e che possa avere un grande successo, e possa essere utile soprattutto per coloro che di razzismo vogliono parlare e discutere. Evidenzia inoltre come spesso film di minore caratura abbiano possibilità di successo enormi: è successo con Balla coi Lupi, costato 16 e con un incasso da 500 milioni di dollari, ma anche con Bull Durham, che ad una spesa di 6 milioni ha risposto con un incasso di oltre 200.
Più sul personale, si va poi ad analizzare il progressivo mutare dei ruoli interpretati da Costner nella sua carriera, da quelli più “rustici e vissuti” di Balla coi Lupi o The Untouchables, per arrivare ad un Costner più morbido e umano come in 3 Days to Kill e proprio in Black and White. Egli ribadisce come in ogni film l’approccio è diverso e come abbia spesso cercato di cambiare e reinventarsi affinché le persone non associassero l’attore solo a determinate produzioni o a determinati generi. Quando faccio un film succede a volte che i distributori si chiedano che film sia. Mi sono sentito sempre libero di fare grandi film e film minori. E cosa più importante, se c’è un film che io voglio fare, anche se nessun altro vuole, lo faccio lo stesso. Nella vita c’è soltanto una chance che ti si propone e bisogna sfruttarla.
C’è spazio anche per i suoi recenti impegni musicali, oltre che per famiglia e vita privata. Infatti, ribadisce Costner, una cosa che non cessa mai è la responsabilità di padre. Anche se lavoro tanto, sto spesso a casa, porto i figli a scuola, lì vado a riprendere, devo fare da paciere tra di loro. Quello che il mondo non vede è la parte che mi dà tantissima gioia, me come padre e me come famiglia. Padre di 7 figli e alle prese con le loro liti quotidiane, l’attore vuole mostrare come la parte insolita della vita sia quella di attore, mentre in famiglia si comporta come un comune padre alle prese con gioie ma anche piccoli problemi che dei bambini possono comportare.
Infine, un accenno al ruolo della donna nel cinema, al fatto di quanto possa influenzare negativamente la bellezza di un attrice rispetto a quella di un attore, poiché spesso si è più inclini a considerare una “senza cervello” un’attrice bella piuttosto che un attore affascinante. Viviamo in una società che vive di impressioni: se incontrate una donna sola in un angolo ad una festa, se è una ragazza normale la definirete come una ragazza timida, se invece è una bellissima ragazza, direte “sicuramente è una snob, non vuole abbassarsi al nostro livello e quindi rimane da sola”. Io stesso devo ammettere che la prima cosa che mi ha colpito di mia moglie è stato l’aspetto esteriore, ma è del suo carattere e della sua interiorità che mi sono innamorato.
Ringraziamo Kevin Costner per la grande disponibilità e vi ricordiamo che Black and White, distribuito da Good Films, arriverà presto nelle sale italiane, dopo essere stato presentato il 24 ottobre al Festival Internazionale del Film di Roma
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