Forse una fra le più piacevoli sorprese della nona edizione del Festival internazionale del film di Roma, presentato nella sezione Alice nella città, è Ghadi, il primo lungometraggio del regista e visual artist libanese Amin Dora, scritto ed interpretato da Georges Khabbaz.
Se già con l’attrice e regista Nadine Labaki la produzione libanese degli ultimi anni ci ha offerto deliziose commedie quali Caramel e Ed ora dove andiamo? il film di Amin Dora non sembra esser da meno e anzi alimenta positivamente le aspettative sulle pellicole di questo paese.
Confezionato nella più delicata e graziosa fotografia, con una regia assolutamente riuscita e una storia altrettanto all’altezza della ricercatezza formale, Ghadi si presenta come un’opera ineccepibile sotto ogni punto di vista.
Il film racconta la vita di un movimentato ed allegro quartiere di una cittadina sulla costa libanese. Sebbene infatti i protagonisti siano principalmente Leba, insegnante di musica amato ed apprezzato in tutta la comunità, e suo figlio Gadhi (“demone”) – così soprannominato da quando inizia ad emettere suoni, considerati demonici, dalla finestra della sua camera – è opinione di chi scrive questa recensione che il film trovi la sua forza emotiva nella coralità della storia e in una narrazione che coinvolge ogni singolo personaggio (e mai come in questo caso è appropriato il termine) secondario.
Come fossero tutti una grande famiglia gli abitanti si prodigano in consigli, esprimono le loro idee, fanno circolare pettegolezzi, partecipano con allegria e affetto l’uno alla vita dell’altro. Anche la partecipazione agli eventi della vita di Leba e della moglie Lara è tutt’altro che discreta, fin quando con la nascita di Ghadi qualcosa sembra incrinarsi. Sarà grazie all’amore infinito che questi genitori hanno per il figlio e per la sincera bontà di pochi altri vicini che il bambino potrà continuare a vivere a casa con la sua famiglia. E l’espediente di cui essi si serviranno è tutt’altro che nella norma.
Ghadi è una fiaba moderna, che tratta un tema di grande importanza e serietà (il rischio di emarginazione di una persona per il suo handicap) con un modo tanto spontaneo e sincero, con un fare così naturale e raggiante, ma mai superficiale o scontato, da colpire la sensibilità degli spettatori. Ma solo se si è disposti ad abbandonare per un paio di ore le proprie rigidità, le critiche, le accuse di un eccessivo moralismo o buonismo del film e ad ascoltare una storia che viene narrata per un animo che sa ancora sperare e credere nella bontà, nella felicità, negli altri, in un dio o in qualcosa di simile che risvegli la nostra sensibilità più pura allora si potrà a pieno ridere e commuoversi con questo film.
Come il pianoforte calato dall’alto nelle scene iniziali della pellicola porta la magia nella vita di Leba, e come Ghadi la porta nel quartiere natio, così questo film potrà portare una ventata di commovente appagamento e gioiosità negli spettatori, anche nei più increduli.
Auguriamoci che venga distribuito nelle sale italiane.
Scheda film
Titolo: Ghadi
Regia: Amin Dora
Sceneggiatura: Georges Khabbaz
Cast: Georges Khabbaz, Lana Rain, Emmanuel Khairallah, Camille Salameh, Rodrigue Sleiman, Samir Youssef, Caroline Labaki
Genere: Commedia
Durata: 100’
Produzione: Gabriel Chamoun
Distribuzione: –
Nazione: Libano, Qatar
Uscita: 22/10/2014 (Festival internazionale del film di Roma)
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