Con questo primo numero inauguriamo la rubrica StreetviewReview che settimanalmente offrirà un punto di vista e un commento su diversi temi, film o personalità del mondo del Cinema. Questi articoli non avranno la pretesa né l’ambizione di essere vere e proprie recensioni, dal momento che queste sono comunque presenti e ben realizzate sul nostro sito, ma semplicemente offrire dei punti di vista del tutto personali di una persona comune che ama il cinema.
Il numero di questa settimana dedicato al film ‘Interstellar‘ contiene spoiler, si sconsiglia quindi la lettura a chi non avesse ancora avuto modo di vedere la pellicola.
Dire che ‘Interstellar‘ fosse uno dei film più attesi dell’anno non è assolutamente un’esagerazione, anzi. A cosa si deve questa attesa? I fattori sono senza dubbio molteplici: una storia che sin dal primo trailer e dalle prime indiscrezioni presenta un’idea avvincente di quelle che incuriosiscono e attirano lo spettatore; un cast composto da attori pluri-premiati e apprezzatissimi da pubblico e critica; un regista mai banale che quando sceglie di girare un film non è mai per noia o per caso. Tutti questi elementi hanno creato un mix pazzesco, specie per gli amanti del genere fantascientifico, che hanno fatto di ‘Interstellar‘ un vero e proprio fenomeno già prima che arrivasse nelle sale. Si è fatto attendere tanto ma alla fine è arrivato, forte, duro, deciso conquistando sia pubblico che, già dai primi numeri, il botteghino.
NOLAN O NON NOLAN? QUESTO E’ IL PROBLEMA E’ impossibile (ho provato, giuro!) iniziare un discorso più o meno approfondito su ‘Interstellar‘ senza partire da Christopher Nolan. I cinefili di tutto il mondo dibattono ormai da anni sui lavori di questo regista, tra chi lo esalta e chi invece lo definisce sopravvalutato. Si potrebbero dire tantissime cose sul regista britannico ma ritengo che solo citando film come ‘Memento’, ‘Inception‘ e la trilogia del Cavaliere Oscuro si possa avere l’idea di chi sia il grande Nolan, l’uomo che ha ridato lustro, cinematograficamente parlando, alla figura di Batman ripescandolo da quel baratro di continue pellicole che non portavano a nulla, l’uomo che ha reso il mito Batman uomo comune e l’uomo comune di ‘Interstellar‘ mito. E’ qui la genialità, questo uscire fuori dagli schemi, allontanare il compito facile per scegliere la via meno banale e scontata. Con il contributo del fratello Jonathan, sceneggiatore per molti film di Christopher, il regista britannico riesce a creare storie sempre affascinanti e appassionanti, ma il suo vero talento risiede nella cura dei dettagli che è davvero maniacale tipica di chi non lascia nulla al caso. Anche per questo nel creare un film di fantascienza come ‘Interstellar‘ i Nolan si sono basati sul lavoro del fisico Kip Thorne e, nonostante le tante critiche sulla veridicità scientifica delle teorie trattate, è sulle fondamenta della scienza che si costruisce il bellissimo castello fantascientifico che è questo film.
UNA STORIA, MILLE STORIE I temi e le vicende affrontate dal film sono davvero tanti. Non si tratta solo della storia di un uomo mandato nello spazio per salvare l’umanità, c’è molto di più sotto, ci sono tante storie che si intersecano tra loro creando questo prodotto finale ma che anche da sole sarebbero ricche di significato. C’è la storia del nostro pianeta che in questo ipotetico futuro è devastato non più dalle guerre (e pensare che molti film di argomento fantascientifico si basano su guerre nucleari e simili) ma da vere e proprie piaghe climatiche che lo stanno lentamente consumando; c’è la storia di Tom che continua a prendersi cura della propria fattoria come promesso al padre; c’è la storia di Amelia Brand e di tutti gli scienziati partiti per trovare un nuovo pianeta agli abitanti della Terra, compreso il Dr.Mann che anche lui ha una discutibile storia a parte. Infine c’è quella di Murph, la figlia di Cooper. Murph è il “secondo protagonista” del film, ha una storia diversa, lontana ma parallela a suo padre fino al punto in cui a separarli è solo “una libreria”, per così dire. Ma è da lei che inizia l’avventura di Cooper ed è per lei che finisce, sempre nella stessa stanza seppur ad anni di distanza.
L’AMORE IN TUTTE LE SUE (ALTRE) FORME L’amore, come rapporto di coppia, non compare quasi mai in questo film o comunque viene appena sfiorato solo quando Cooper scopre che Amelia Brand prova qualcosa per lo scienziato Edmunds. Sorprendente come in un film di quasi 3 ore non si parli neanche di “una storia d’amore” se non per qualche minuto. Ma il punto focale della storia è comunque l’amore in una sua particolare forma: l’amore paterno. Tutto ciò che Cooper fa lo fa per salvare i suoi figli, fa di tutto per non perdere anni nello spazio, con pessimi risultati, solo per rivederli fino a quando sopraggiunge quello che, apparentemente, è un fallimento. Ma è in quel momento che Cooper capisce che ‘Il Fantasma‘ è proprio lui, è lui che comunicava con sua figlia e che ha dato il via alla sua ‘Odissea nello spazio’ (A buon intenditor..,). Ed è sempre l’amore paterno che spinge Murph a trovare la soluzione e quindi a salvare non solo il padre ma anche tutta l’umanità. Ma se la figlia ha senza dubbio un ruolo importante più volte attenzionato, è giusto anche parlare del rapporto con l’altro figlio Tom. E’ una sorta di ‘figliol prodigo’ per certi versi, con Tom che si prende cura della fattoria come promesso e continua a mandare messaggi al padre per diversi anni mentre Murph si allontana da lui. Ma alla fine è Murph a riavvicinarsi al padre e a prendere in mano la situazione. Questo non vuol dire che Tom sia un personaggio inutile, tutt’altro. Stupisce anzi come Nolan abbia attenzionato, come già detto per quanto riguarda il discorso delle singole storie, non solo i personaggi principali ma anche quelli secondari. I due figli sono lo specchio del padre: se Tom rappresenta la (piccola e probabilmente apparente) parte del padre agricoltore, rassegnato alle continue piaghe e interessato solo alla fattoria, Murph è lo specchio invece della parte di Cooper che si spinge oltre e vuole conoscere ciò che non conosce ancora. Inutile dire che è proprio la figlia ad essere più simili al protagonista. Le chiavi di lettura potrebbero comunque essere tantissime e quando ciò avviene significa che siamo davanti ad un buon prodotto.
UN CAST (INTER)STELLARE Totti sta alla Roma, come Michael Caine sta ai film di Christopher Nolan. L’attore 81enne (complimenti) vincitore di due premi Oscar, è un fedelissimo di Nolan con cui ha già collaborato in numerosi film e, ovviamente, non può mancare in ‘Interstellar‘. Un cast davvero eccezionale a partire dagli attori che intepretano alcuni ruoli secondari, come Matt Damon (Dr. Mann) e Casey Affleck (Tom) fino ovviamente ai protagonisti. Qualcuno ha definito Anne Hathaway ‘scolastica’ per il suo ruolo: critica o meno, l’ex Catwoman è perfetta anche in questo film riuscendo a dare al personaggio di Amelia Brand la forza necessaria richiesta per una scienziata così determinata e preparata e le emozioni di una donna che rischia di finire inghiottita dal corso degli eventi. Più che ‘scolastica’ allora sarebbe il caso di definirla ‘opportuna’ perché il ruolo che ha lo copre davvero bene sottolineando ancora una volta quanto sia senza ombra di dubbio una delle attrici migliori di questi anni. Esordio con Nolan invece per Jessica Chastain, piacevolissima sorpresa del film che sfoggia una grande interpretazione nel ruolo di Murph. Standing ovation invece per Matthew McConaughey che regge benissimo la parte di Cooper e riesce ad emozionare come solo i grandi attori riescono a fare. Ad essere sinceri aveva già conquistato tutti in ‘Dallas Buyers Club‘ che lo portò a vincere un meritatissimo Oscar, ‘Interstellar‘ quindi è solo la conferma dello straordinario talento di questo attore, nonostante qualche film ‘discutibile’ nella sua filmografia aggiungerei. Si sa che Nolan preferisca lavorare con attori con cui ha già collaborato in passato e, chissà, magari c’è stata anche l’idea di ritrovare Christian Bale, dopo il grande lavoro fatto nella trilogia del Cavaliere Oscuro, sul set di questo film ma anche in questo il regista è stato eccezionale scegliendo McConaughey (prima che vincesse l’Oscar tra le altre cose) e personalmente non vedrei nessun altro al suo posto in questo film. Curiosità: solo per quanto riguarda gli attori che fanno parte del cast in totale si contano 6 Oscar, meno degli anni del mitico Michael Caine ma comunque davvero tanti!
IN CONCLUSIONE Che Nolan sia uno di quei registi che puoi amare o odiare trovando difficilmente delle vie di mezzo è ormai risaputo, ma anche a coloro che non lo apprezzano risulterà veramente arduo non ammettere il grande lavoro che c’è dietro questo film. ‘Interstellar‘ è un viaggio spaziale anche per chi è davanti allo schermo vista l’atmosfera incredibile che il regista ed i suoi collaboratori sono riusciti a creare. I paragoni con Kubrick si sono sprecati ma, lasciando questo tipo di sentenze ai posteri, è in ogni caso innegabile quanto di buono stia facendo Nolan al cinema e quanto di buono ci sia in ‘Interstellar’, anche solo basandosi sugli effetti visivi, sulla trama e sulle splendide interpretazioni di attori come McConaughey. Non dimentichiamoci mai che le emozioni e le sensazioni che ci suscitano i film sono davvero personali e singolari, non esiste giusto o sbagliato quando si parla di lavori del genere ed è giusto quindi in ogni caso accettare i pareri e le critiche (costruttive) di tutti coloro che amano il cinema e tutto ciò che orbita intorno ad esso. Di recente il regista britannico ha dichiarato che secondo lui il genere più complicato è la commedia e quindi difficilmente lo vedremo lavorare ad un film del genere. Se questo vorrà dire più lavori come ‘Interstellar‘ non possiamo far altro che augurarcelo tutti.
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