Uscito da pochi giorni nelle sale italiane, Frank è il quarto lungometraggio di Lenny Abrahamson ed è una bizzarra commedia ambientata fra l’Inghilterra e l’America che vede l’evoluzione personale di un sognatore che vorrebbe fare il musicista. Jon (Domhnall Gleeson) è un aspirante pianista con poco talento che si chiude nella sua cameretta a comporre fra un turno di lavoro ed una passeggiata. L’incontro con una band dal nome impronunciabile, I Soronprfbs, capeggiata da uno stravagante uomo di nome Frank (Michael Fassbender) sconvolgerà la sua routine di lavoratore e lo porterà a vivere una bizzarra avventura da musicista.
Frank è l’anima del gruppo, il leader carismatico che funge da guida spirituale per la giunonica e severa Claire (Maggie Gyllenhaal) per l’incostante Don (Scott Mcnairy) e gli altri due quasi eterei membri della band: il chitarrista francese (François Civil) e la quasi muta Nana (Carla Azar). Il capo di questa band è, però, il personaggio più enigmatico, dato che ha sempre indosso una maschera di cartapesta ed alterna momenti di incredibile comunicatività ad altri di mutismo. Nel corso della storia il gruppo avrà la possibilità di passare dall’anonimato al successo ambìto perlopiù da Jon con la partecipazione al South by Southwest. Questa opportunità porterà i cinque a confrontarsi con le loro debolezze e con la scoperta delle loro questioni personali irrisolte.
Il film ha una spaccatura interna, sembra quasi rispecchiare la fragilità emotiva che aleggia nella piccola tribù musicale in cui jon si ritrova a comporre un album, ed anche la scelta di doppia composizione spaziale che alterna il movimento alla ruralità, l’on the road della seconda parte alla postazione fissa della prima rispecchia il confronto fra la stabilità psichica ed il caos/nevrosi che serpeggia come ostacolo alla tranquillità. La recitazione è ottima, grazie anche ad un cast di livello importante ed il sonoro è quanto mai il riflesso della psichedelia hipster della band con momenti da pelle d’oca ad altri cacofonici e di nicchia. L’opera ha in sé, però, anche un valido sottotesto morale che non è invadente e non è nemmeno didascalico, ovvero: il rispetto della salute e dell’individuo. Anche in questo caso, la figura centrale è proprio Frank, un uomo costretto ad indossare una maschera per sentirsi accettato dalla diversità che lo attanaglia fino a strozzarne la genuinità. Il personaggio è magistralmente recitato da un sempre più carismatico Fassbender ed è ispirato da tre personalità della musica: Frank Sidebottom (Chris Sievey), Daniel Johnston e Captain Breefheart. Queste contaminazioni fra la sperimentazione potente ed eroica degli anni settanta, il lo fi* (genere musicale nato alla fine degli anni 80 caratterizza da una bassa qualità audio) malinconico ed altrettanto incisivo degli anni 90’ e la stravaganza estetica e comica di Chris Sievey hanno dato al personaggio un grande aspetto positivo ed un altro un po’ meno riuscito. L’aspetto positivo è la sua poliedricità, il suo aspetto meno riuscito è che sembra che Frank sia un uomo comune intrappolato in un’ innata malattia e ciò è dimostrato dall’incontro di Jon con i suoi genitori in una parte del film in cui spiegano la sua condizione di”nascondimento” con un rassegnato “è sempre stato così”. Ciò entra, in parte, contraddizione con lo spirito interno della storia che vuole incontrovertibilmente far capire come il successo sia un surplus da non elevare ad unica soluzione dei nostri problemi, perché, è chiaro come talvolta sia una difficile condizione, come un talento o una malattia, però, e qui è la contraddizione, buttare una spiegazione senza dare a Frank un background solido porta inevitabilmente a pensare che alcuni tratti di questo potenzialmente splendido personaggio siano stati inseriti male nella scrittura. Anche l’intento di coniugare l’aspetto indie da Sundance film festival, ovvero la componente trasognante e la comicità quasi critica ad un aspetto più umano e mainstream lo avvicina a film più riusciti come Little miss sunshine senza, però, personalmente, permettersi di raggiungere la stessa incisività pur divertendo e facendo riflettere.
Si tratta, quindi di un buon film, che va visto senza avere grandi aspettative di cambiamento di punti di vista o aperture al mondo, che lascia però una buona dose di riflessioni su quanto sia importante rifiutare lo stigma verso chi è in difficoltà.
Scheda film
Titolo: Frank
Regia: Lenny Abrahamson
Sceneggiatura: Jon Ronson, Peter Straughan
Cast: Michael Fassbender, Domhnall Gleeson, Maggie Gyllenhaal, Scoot McNairy, Lauren Poole, Hayley Derryberry, Mark
Genere: Drammatico
Durata: 95′
Anno 2013
Produzione: Element Pictures, Film4, Runaway Fridge Productions
Distribuzione: I Wonder Pictures
Nazione: Gran Bretagna, Irlanda
Data Uscita: 30 ottobre 2014
Lascia un commento