Woody Allen continua il suo tour europeo, dopo un breve ritorno a New York per Blue Jasmine, e sceglie ancora una volta la Francia per la sua nuova, romanticissima, commedia.
Wei Ling Soo (Colin Firth) è un illusionista cinese famoso in tutto il mondo, ma pochi sanno che dietro il suo eccentrico travestimento si cela Stanley Crawford, uno scorbutico gentiluomo londinese che non nasconde il suo odio per sedicenti medium, i quali, a suo dire, non sono altro che ciarlatani opportunisti. Stanley, spinto dall’amico di infanzia Howard Burkan (Simon Mcburney), decide di recarsi in Costa Azzurra, dove la veggente -nonchè giovane ed affascinante- Sophie Baker (Emma Stone) è ospite della ricchissima famiglia Catledge. Se l’obiettivo principale di Stanley era smascherare la presunta medium, ben presto si troverà lui stesso ammaliato dalla scia magica di Sophie.
Il compito di Stanley, sotto falsa identità, è quello di smascherare la presunta medium, ma, ben presto, persino lui, “un uomo razionale in un mondo razionale”, rimarrà stregato dalle strabilianti doti della giovane a tal punto da mettere in discussione ogni certezza. Ma si tratta davvero di magia?
La nuova fatica di Woody Allen è una classica commedia, forse il più romantico tra i suoi film. Gli ingredienti tipici ci sono tutti: lui, scorbutico e diffidente; lei, frizzante e carismatica, si odiano, si amano, si odiano ancora. E poi i balli, le feste, lo champagne, i temporali improvvisi, e, soprattutto, il chiaro di luna. L’atmosfera fresca e leggera, del charleston e del jazz, nasconde però spunti per riflessioni molto più profonde. Si inizia dal tema della magia e dell’esoterismo, tema molto caro al regista (si pensi al mago Splendini di “Scoop” o il mago cinese di “Alice”), fino ad arrivare all’irrazionale, che, forse, coincide proprio con l’amore. Stanley, il nostro protagonista, l’antieroe, nonchè una sorta di alter-ego di Allen, ha una visione disincantata e deterministica del mondo; e non c’è da stupirsi se i suoi filosofi prediletti sono Hobbes (“homo homini lupus”) e Nietzsche (“Dio è morto!”). Egli, d’altra parte, rimane subito stregato dall’aurea magica di Sophie, mette in dubbio le sue convinzioni, continua a porsi domande, ad interrogarsi sullo scopo ultimo della vita, e, come un vero personaggio romantico, non riesce ad opporsi completamente alle pulsioni irrazionali.
Nonostante un cast di tutto rispetto, la fotografia -affidata a Darius Khondji- molto suggestiva, ed alcuni dialoghi davvero geniali, il film, nel complesso, risulta poco coeso e non molto coinvolgente. In “Magic in the Moonlight” non mancano sprazzi divertenti e stimolanti, però, la pellicola non riesce a stare al passo con altri lavori del regista (il confronto con “Midnight in Paris”, anch’esso ambientato in Francia, è immediato). Allen si limita a rielaborare soggetti e dinamiche viste e riviste, senza però aggiungere nulla di veramente innovativo. Senza infamia e senza lode.
Scheda del Film
Titolo: Magic in the Moonlight
Regia: Woody Allen
Cast: Colin Firth, Emma Stone, Marcia Gay Harden, Simon McBurney, Eileen Atkins
Genere: Commedia
Durata: 97′
Produzione: Letty Aronson, Stephen Tenenbaum, Edward Walson
Distribuzione: Warner Bros.
Nazione: USA
Uscita: 04 Dicembre 2014
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