Divertenti, spiritosi, innovativi, un po’ eccentrici e con un grande potenziale. E’ probabilmente questo il modo più corretto per descrivere i KuTso, band che salirà sul palco dell’Ariston il prossimo febbraio per partecipare al Festival di Sanremo nella categoria ‘Nuove Proposte’. Ma il Festival è solo la ciliegina sulla torta di un percorso iniziato tempo prima fatto di tour, canzoni no-sense e occasioni più o meno grandi. Dal Concerto del Primo Maggio a Roma all’apertura dei concerti di Caparezza prima nella capitale e poi a Miami fino al ‘Perpetuo Tour‘ composto da più di 100 date in tutta Italia in poco più di un anno, i kuTso non sono esattamente nuovi a palcoscenici importanti ma sicuramente la vetrina di Sanremo potrebbe essere, come lo è già stata per molti in passato, la spinta decisiva per far conoscere la loro musica anche a quella grande fetta di pubblico musicale che ogni anno resta incollato alla TV durante le serate della kermesse sanremese.
‘Elisa‘ è il titolo del brano che sarà in gara e già dal video ufficiale (visibile nell’apposita sezione del sito della RAI ndr) si capisce che se ne vedranno delle belle. Il Festival si avvicina, non resta che attendere, sia per coloro che hanno già avuto modo di conoscere e di sentire magari dal vivo i kuTso sia per chi li scoprirà solo grazie alla loro presenza sul palco dell’Ariston, cosa avranno in serbo per le loro esibizioni, ma considerando anche l’uscita del nuovo disco ‘Musica Per Persone Sensibili’ gli ingredienti per un futuro roseo ci sono tutti. Noi di MyReviews abbiamo contattato in esclusiva la band per parlare dei loro progetti musicali e di questa imminente partecipazione al Festival.
Partiamo dalle origini, per chi ancora non vi conosce: chi sono i KuTso e come e perché nasce questo gruppo?
Siamo Matteo Gabbianelli alla voce, Donatello Giorgi alla chitarra, Simone Bravi alla batteria e Luca Amendola al basso. I kuTso nascono tanti anni fa dalla mente malsana di Matteo Gabbianelli; dopo vari cambi di line up ci si è ritrovati a suonare insieme per conquistare la penisola e imporre il nostro verbo alle genti italiche.
Come mai questo nome?
il nome kuTso nacque ai tempi del liceo. Matteo, il nostro cantante, era solito scrivere le parolacce in questo modo sui banchi di scuola. Il termine “kuTso” va letto all’inglese ovvero sostituendo la “u” con una “a”…!
Si è da poco chiuso il 2014 che è stato un anno davvero fortunato per voi. Tra gli eventi da ricordare ci sono sicuramente il concerto del Primo Maggio a Roma e l’apertura dei concerti di Caparezza a Miami e Roma. Che ricordi conservate di queste esperienze?
E’ successo tutto molto velocemente, inoltre ogni evento a cui abbiamo partecipato è stato il frutto di un duro lavoro sul palco e dietro le quinte. Quello che ci rimane dentro maggiormente è la fatica che tutto ciò ci è costato, ma anche l’enorme soddisfazione di vedere i sorrisi delle migliaia di persone che erano davanti a noi in quei momenti.
Oltre alle esperienze appena citate, quale sono state finora le soddisfazioni/esperienze più belle che avete avuto? E quali invece le cose più assurde o divertenti?
Abbiamo fatto molti concerti in giro per l’Italia, purtroppo le esperienze che abbiamo avuto durante il tour e la vita del nostro gruppo sono indecenti, innominabili e potrebbero compromettere l’esito della nostra partecipazione al Festival… quindi preferiamo tacere.
Il 2015 si apre però subito alla grande con la partecipazione al Festival di Sanremo con il brano ‘Elisa’. Come è nato questo pezzo? E voi come lo descrivereste?
“Elisa” è un gioco musicale che fa il vezzo all’eterno divario che c’è tra l’uomo superficiale, materialista, fisico e la donna cerebrale, idealista e romantica. La canzone fu scritta tanti anni fa nella stessa maniera in cui nascono tutti i nostri brani tranne che per lo “special” della canzone, che fu composto musicalmente da Alex Britti, il quale in quel tempo ci seguiva artisticamente e che oggi è il nostro produttore.
Ormai manca davvero poco al Festival: quali sono le vostre aspettative per la kermesse?
Vogliamo irrompere con irruenza nelle case degli italiani, poi per quanto riguarda la gara poco vedremo come andrà…
Siete davvero un gruppo molto particolare: riuscite a unire scherzo e provocazione (soprattutto come testi) a delle musicalità frenetiche e irriverenti. C’è però qualcuno a cui vi ispirate o, almeno all’inizio della vostra carriera, vi siete ispirati?
Sicuramente ci piacciono il no-sense di Rino Gaetano, la gioia disperata di “Nevermind” dei Nirvana, le melodie agrodolci dei Beatles, il cinismo e la teatralità di Giorgio Gaber e la spettacolarità di Micheal Jackson.
Quali sono i vostri progetti per il post Festival?
In concomitanza con l’inizio del Festival uscirà anche il nostro secondo disco “Musica Per Persone Sensibili” e partiremo immediatamente in tour.
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