I principali spettacoli de Lo Schiaccianoci a Roma, teatri e versioni. Ma non perderti la storia sulle sue origini…

Il soldatino dalla divisa rossa è il must have del periodo natalizio! Parliamo dello Schiaccianoci, ormai affrancato dalla sua originale funzione di schiaccia-noci e molto regalato per augurare buon Natale e buona fortuna. Nel frattempo, la sua rappresentazione in danza popola la programmazione dei teatri di dicembre, nelle versioni classiche e in quelle più originali. Ma cosa ha portato questo buffo personaggio a rivestire tutta questa popolarità? Se vuoi saperne di più continua a leggere sotto…qui invece ti segnalo dove puoi trovare il balletto Lo schiacciandoci a Roma.
Lo Schiaccianoci nei teatri di Roma.
5-6 Dicembre, Teatro Brancaccio. Una versione inedita, firmata da Alessia Gatta e Manuel Paruccini, osa l’intreccio tra danza classica e contemporanea, promettendo uno spettacolo dal forte impatto visivo ed emotivo. Sul palco ventitré danzatori provenienti da tutta Italia, affiancati da quattro ospiti internazionali di grande prestigio: Thomas Giugovaz e Ana Maria Calderon, primi ballerini della Compañía Nacional de Danza di Madrid, nella replica del 5, mentre il 6 dicembre i giovani primi solisti del Bayerisches Staatsballett, Matteo Dilaghi e Maria Chiara Bono. Quattro talenti, di cui tre “italiani all’estero” che tornano sulle scene della capitale proprio per questa speciale occasione, celebrando simbolicamente l’incontro tra culture e eccellenze europee. Nei ruoli principali, poi, Maria Pia Bruscia e Samuele Bazzano. Nel cast, ancora, Vanessa Guidolin, Daniele Toti, Lorenzo Caldarozzi e Alessio Saccheri, quindi i danzatori selezionati del W.O.M. International Dance Training. La rappresentazione trasforma lo Schiaccianoci in aviatore, emblema di libertà e slancio verso il futuro. Le scene sono ambientate in un luna park abbandonato, dove le attrazioni spente tornano a illuminarsi nella notte di Natale, in un percorso incantato di scoperta e ricordo, tra sogno, nostalgia e rinascita. Una lettura rispettosa ma nuova del balletto, come sottolineato da Gatta e Parruccini nelle note di regia; la favola diventa pretesto per riflettere sulla famiglia, luogo da cui tutto si genera, e sul tempo che passa e che porta al rinnovamento, senza però tradire la propria essenza.
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11-14 dicembre Teatro Olimpico, all’interno della stagione dell’Accademia Filarmonica Romana. Si prospetta come un vero e proprio gioiellino visivo questa versione de Lo Schiaccianoci, portata in scena dal Balletto di Milano, con la coreografia è di Agnese Omodei Salè e Federico Veratti . Qui la magia della tradizione classica si fonde con l’eleganza senza tempo dello stile Art Déco: lo ritroviamo nei costumi scintillanti, ispirati agli anni ‘20, e nelle sontuose scenografie in blu e oro che si preparano ad abbagliare il pubblico. Non solo danza, perciò, ma un’esperienza immersiva e visivamente straordinaria, per chi sogna un Natale elegante, magico e senza tempo.
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18-20 dicembre Auditorium Conciliazione. Un nuovo allestimento per Lo Schiaccianoci del Balletto di Roma che, con la coreografia di Massimiliano Volpini, ridimensiona la misura dello sfarzo, senza perdere però di impatto emotivo. Una versione fresca e vitale che prevede la partecipazione straordinaria di Tommaso Stanzani (già protagonista in TV di “Amici” 2020, “Viva Rai 2” 2023- 2024 e “BELLAMA” 2024) a cui si aggiungono le azioni di urban dance della LICC / urban company curate da Martina Licciardo. Lo Schiaccianoci di Volpini è una favola moderna, l’ambientazione è in strada, tra giovani senzatetto che vivono degli scarti della società; e sono forse loro stessi dei “rifiuti” di quella parte di mondo, ma sopravvivono grazie alla fantasia e alla speranza in un futuro diverso. Anche le scene e i costumi, creati con materiali di scarto, ci ricordano come le cose possano avere una seconda vita, che può persino rivelarsi migliore, più ricca e fantasiosa della prima. Il racconto parla di amicizia, di sogni e speranze e apre spazio a un nuovo personaggio/eroe: il Fuggitivo. Qui rappresenta chi prima di tutti ce l’ha fatta, tentando la fortuna e abbandonando il proprio mondo. E proprio per questo è “lo Schiaccianoci”, ovvero un’idea (così come nell’originale il soldatino-schiaccianoci è in fondo un sogno) che si trasforma nel simbolo di un successo, quello di chi ha compiuto il grande salto. La coreografia si serve dei diversi linguaggi della danza, dal classico al contemporaneo, all’hip hop. Un utilizzo ampio che Volpini fa e offre al pubblico in libertà, senza pregiudizi o blocchi concettuali. Ribadendo un profondo rispetto per la partitura e il racconto originale ma presentando, allo stesso tempo, un diverso punto di vista sulla storia. Ah il finale è sorprendente, sospeso tra realtà e sogno, immaginazione e fantasia…
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17-31 dicembre Teatro dell’Opera di Roma. È il balletto natalizio per eccellenza ad aprire la stagione di danza 2025/2026, nella visione fiabesca del coreografo canadese Paul Chalmer. L’atmosfera incantata, che fa da sfondo ai sogni e desideri della giovane protagonista Clara, conduce lo spettatore, grande o piccolo che sia, in un percorso alla ricerca della felicità, incoraggiandolo anche a non abbandonare mai la curiosità e l’immaginazione della fanciullezza. Accanto alle stelle del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, diretto da Eleonora Abbagnato, i protagonisti sono Chloe Misseldine, prima ballerina dell’American Ballet Theatre al debutto sul palcoscenico del Costanzi, e Jacopo Tissi. Sul podio il direttore Nir Kabaretti si alterna con Carlo Donadio. Lo Schiaccianoci è il balletto che ogni anno rinnova il suo successo nel repertorio del Teatro dell’Opera, grazie al suo giusto equilibrio tra magia e realismo, rispetto della tradizione e modernità. Uno spettacolo capace di catturare ogni tipo di spettatore per trasportarlo in una favola che racconta delicatamente i fremiti e gli entusiasmi del primo amore. Un meraviglioso sogno magico da vedere, vedere e ancora rivedere.
Lo Schiaccianoci tra leggende e tradizione.
Molte storie circolano sulla conversione dell’arnese in sembianze di piccolo soldato, tutte associate alla Germania. Alcune verosimili, altre più leggendarie, sono alimentate da motivazioni ora storiche, ora sociali. Nessuna però ci riconduce con certezza alla morfologia umana di questo piccolo attrezzo; un’ipotesi (già del XVI secolo) lo lega alla protesta degli abitanti di un villaggio contro le tasse imposte dall’esercito tedesco. Che, in un gesto fortemente simbolico, forgiano un soldatino di legno in grado di schiacciare le noci “con la mandibola”; una chiara allusione alla resistenza contro l’oppressione. Da allora il nussknacker diventa un portafortuna che esprime forza, protezione e determinazione. Una narrazione invece più romanzata racconta di un contadino della Sassonia, molto ricco ma anche molto solo. Un uomo dal difficile carattere e senza affetti, che nelle feste di Natale ha un unico passatempo: schiaccia (e mangia) le noci provenienti dal suo albero. Diventato anziano è però costretto a chiedere aiuto, anche per le attività più semplici. E il regalo di uno schiaccianoci in legno, con le sembianze di un soldato, lo commuove talmente tanto da portarlo a compiere gesti generosi verso i più bisognosi. Da qui la trasformazione dell’oggetto in simbolo di unione e fortuna, in coincidenza del Natale.

Teatro Olimpico
Lo Schiaccianoci tra fiaba e balletto.
Nell’ottocento, lo schiaccianoci soldatino è un oggetto talmente popolare in Germania, a Natale, da riempire le bancarelle dei suoi mercatini. Una moda che colpisce anche Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, autore che ritroviamo nella corrente del romanticismo del tempo, e che nel 1816 pubblica la fiaba “Lo schiaccianoci e il re dei topi”. Un’opera però che si rivela poco adatta a bambini, dal piglio profondamente ombroso e per alcuni tratti orrorifico. La trama? Siamo alla Vigilia di Natale e la piccola Marie riceve tra i doni uno splendido Schiaccianoci. Durante la notte un mondo fantastico e inquietante si anima nei suoi sogni; assieme allo Schiaccianoci si trova a combattere contro lo spaventoso esercito del Re dei Topi. E solo dopo la vittoria di questa battaglia viene condotta nell’incantevole Regno delle Bambole, un luogo magico pieno di dolci, giocattoli e fate. Al risveglio, però, Marie non è più sicura di ciò che ha vissuto, tra realtà e fantasia…è l’epilogo di una storia sempre in bilico tra luci ed ombre e che vuole indurre il dubbio: cosa è vero nella vita? Cosa è falso?
Sarà però un’altra versione di questa storia a ispirare Pëtr Il’ič Čajkovskij per il suo immortale balletto: è il 1844 e Alexandre Dumas riscrive la favola, asciugandola dai suoi aspetti più cupi, più dolce nella trama e adatta al pubblico familiare. Questa versione diventa la base del libretto di un balletto (dove la bimba Marie è Clara) ideato dal celebre coreografo Marius Petipa, con musiche composte appunto da Čajkovskij. Lo spettacolo debutta il 1892 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo e riceve un’accoglienza un po’ tiepida, va invece meglio alla sua suite orchestrale che diventa subito popolare, portando il balletto a guadagnare notorietà anche in altri Paesi. Ben presto Lo Schiaccianoci diventa una delle opere più amate e rappresentate durante il periodo natalizio; un successo legato anche alla sua “migrazione” in Inghilterra nel 1934, eseguito da quello che sarebbe poi diventato il Royal Ballet. Negli Stati Uniti due decenni dopo, diventerà una rappresentazione iconica attraverso il New York City Ballet, che con la coreografia del leggendario George Balanchine lo presenta per la prima volta nel 1954 al City Center di New York.
E la sua grandissima fama internazionale si mantiene fino ad oggi…
Perciò, buon Natale e buon Schiaccianoci a tutti!

Teatro Brancaccio






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