Mr Long – Recensione

Mr Long di Sabu ha partecipato al festival di Berlino 2017. Nelle sale dal prossimo 29 agosto, l’ultima fatica dell’acclamato regista giapponese Sabu è stata ben accolta dalla critica.
Mr Long (Chen Chang) è uno spietato killer di Taiwan. La sua abilità  con il coltello è nota negli ambienti malavitosi che frequenta, fino a consacrarlo quasi a leggenda. Durante una pericolosa missione a Tokyo, però, l’abile assassino viene ferito e abbandonato alle sue sofferenze. In un piccolo sobborgo delle periferie di Tokyo, spaesato e senza conoscere la lingua, Mr Long fa l’incontro che gli cambierà la vita. Il piccolo Jun, di appena otto anni, gli offre il suo aiuto e grazie a lui Mr Long si rimette in sesto. Abile col coltello non solo nella lotta, ma anche in cucina, Mr Long per sdebitarsi col ragazzino inizia a cucinare per lui. Le sue doti culinarie non passano inosservate, e con lo zampino di tutto il vicinato, l’ex killer mette su un’attività  che vende noodles taiwanesi. Grazie alla sua bravura come cuoco, di cui velocemente si sparge la voce, Mr Long inizia a guadagnare bene con il suo chiosco, tanto da potersi permettere il ritorno nella sua patria. Ma poco prima della partenza un altro inconveniente si staglia sulla strada di Mr Long…
Mr Long è la classica storia di un assassino che, dopo una brutta “caduta”, cerca di redimersi per poi tornare alla sua vecchia vita. Mr Long è spietato e crudele, ma poco a poco si affeziona al piccolo Jun. Con lui intravede una vita che mai avrebbe pensato di poter vivere, un nuovo modo di fare le cose. Eppure il passato torna sempre a chiedere il conto, e spesso è più salato di quanto si pensi.
Sabu ha saputo creare un equilibrio perfetto tra il crime movie, l’azione, la commedia e il dramma, in “Mr Long”. Mai banale, a reggere il “peso” dell’intero film sono proprio i personaggi. Più che la storia in sé, a tratti scontata, è di Mr Long e di Jun che ci si “innamora”. E questa sorta di imprinting si può ottenere solo quando i personaggi sono studiati e creati a regola d’arte.