Il mangiatore di pietre di Nicola Bellucci
Regia: Nicola Bellucci; drammatico, Italia 2018
Interpreti: Luigi Lo Cascio, Elena Radonicich, Peppe Servillo, Vincenzo Crea, Bruno Todeschini, Ursina Lardi, Leonardo Nigro.
Lunedì 31 gennaio, ore 22.15, Rai 5, canale 23; durata: 104′

Piemonte, una valle di montagna ai confini con la Francia. In una notte d’autunno affiora dalle acque di un torrente il cadavere di un uomo fulminato da due colpi di fucile. A ritrovarlo è Cesare, detto «il francese», ex contrabbandiere e passeur di clandestini che da anni ha lasciato il mestiere e vive con la sua lupa chiuso nel silenzio e nella solitudine di una baita. La morte del giovane Fausto lo costringerà a uscire dal suo isolamento per confrontarsi con la dolorosa verità che sta dietro il delitto.
Tratto dal romanzo omonimo di Davide Longo. PRESENTATO AL 36° TORINO FILM FESTIVAL (2018), NELLA SEZIONE ‘FESTA MOBILE/TPFC’.
Il regista e le sue parole: Nicola Bellucci (Arezzo, Italia, 1963) studia filosofia all’Università di Firenze. Nel 1988 si diploma in regia all’Istituto di scienze cinematografiche della stessa città. Nel 1996 si trasferisce in Svizzera e lavora come montatore e direttore della fotografia. Nel 2010 gira il documentario Nel giardino dei suoni, che ottiene numerosi riconoscimenti e premi internazionali. Grozny Blues, il suo secondo lungometraggio, girato in Cecenia nel corso di tre anni, viene mostrato nei più importanti festival internazionali ed è scelto tra i quindici migliori documentari del 2015 dall’Efa. Il mangiatore di pietre è il suo primo lungometraggio di finzione.
«Sono state le forti sensazioni suscitate in me dalla lettura del romanzo di Davide Longo a convincermi di voler realizzare Il mangiatore di pietre. Nella storia del “mangiatore” si rivelano i lati opachi delle cose, la duplicità dell’agire umano che mi affascina e spaventa, e che da tempo volevo “cinematograficamente” raccontare, arrischiandomi in un territorio affascinante e pericoloso, quello tra romanzo di formazione e film di genere. Il confine, territorio di mezzo, indeterminato e ambiguo: linea reale, convenzionale o culturale, che separa, sempre, ciò che è altro da sé è il luogo simbolico per eccellenza di questo film».

Il Mangiatore di pietre è un giallo dai ritmi lenti e frammentati, ma anche un noir decostruito, ambientato fra i ghiacci, opera prima di un regista che viene dal documentario. Il protagonista è un uomo tormentato dai sensi di colpa che sarà costretto a fronteggiare i suoi fantasmi.






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