Campione d’incassi al botteghino irlandese, The Stag – Se sopravvivo mi sposo mostra una singolare vena ironica che affonda in un substrato al 100% Irish.
Il regista John Butler prende alcuni elementi del genere “Addio al celibato” e li sviluppa a un livello minore rispetto a film esagitati come Una notte da leoni & sequel. Oppure li stravolge completamente. Infatti, Fionan (Hugh O’ Connor) non è il classico sposino che sogna un party prematrimoniale a base di orge sessuali in un contesto a forte gradazione alcolica. L’uomo è piuttosto un timido trentenne che è vissuto fino allora concentrandosi su un’unica immagine: lui davanti all’altare che attende trepidante la sua sposa camminare lungo la navata della Chiesa. Spetta al testimone Davin – il bravo Andrew Scott, già visto nella serie televisiva Sherlock – organizzare la festicciola che Fionan si merita, mettendo così fine alla vita da scapolo dell’amico pantofolaio. C’è qualcosa di più macho per una combriccola di giovani maschi che vivere per un paio di giorni a stretto contatto con la natura? L’unica risposta sensata sarebbe «Probabilmente no», quindi è a dir poco perfetto. Questo soggiorno in stile into the wild potrebbe essere proprio la famosa “botta di vita” che Davin desidera far provare a Fionan. Partono in cinque: il promesso sposo, il testimone, l’amico Simon e il fratello Kevin insieme al proprio compagno che, guarda caso, anche lui fa di nome Kevin. Purtroppo per loro, un ospite malgradito s’imbuca all’addio al celibato. L’intruso altri non è che The Machine (Peter McDonald), il fratello della sposa che sprizza guai da tutti i pori e non sa neanche lontanamente cosa voglia dire fare pace con i propri limiti. In The Stag – Se sopravvivo mi sposo i momenti esilaranti non mancano e la promessa di divertirsi è assicurata dall’iperbolica presenza del futuro cognato The Machine, una sorta di genio del male e dei bagordi. Le battute di spirito, tuttavia, sono solo apparentemente spensierate, comprese le frecciatine che lo script indirizza neanche tanto velatamente alla politica dell’Unione Europea e alla Merkel. Il campeggio tra i monti è però anche la possibilità di stimoli sconosciuti e tristezze passeggere, che irrompono sulla scena all’improvviso come quando in estate scoppia dal nulla un violento temporale. Il personaggio interpretato da Peter McDonald – qui nella triplice veste di sceneggiatore, produttore e attore – funge da vero e proprio catalizzatore del grumo di tensioni inconfessabili che ogni personaggio porta nel cuore. Ma, sarà proprio lui, l’essere odiato da tutto il branco, a impartire una lezione che difficilmente il gruppo potrà dimenticare. Alla fine, il sestetto rimarrà per sempre legato al ricordo di quell’esperienza che si può racchiudere nel refrain di One degli U2, una canzone struggente che ci ricorda quanto sia importante stare insieme per riuscire a sopravvivere.
Perché come canta Bono: “Too late/Tonight/To drag the past out into the light/ We’re one, but we’re not the same/ We get to/Carry each other/ Carry each other/One ”.
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Scheda film
Titolo: The Stag – Se sopravvivo mi sposo (The Stag)
Regia: John Butler
Sceneggiatura: John Butler, Peter McDonald
Cast: Hugh O’ Connor, Peter McDonald, Andrew Scott, Brian Gleeson, Andrew Bennett, Michael Legge, Amy Huberman
Genere: Commedia
Durata: 94′
Produzione: Irish Film Board, Treasure Entertainment
Distribuzione: Academy2
Nazione: Irlanda
Uscita: 28/08/2014
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