Quante volte avete letto “Tratto da una storia vera?”. Beh, questo film E’ una storia vera (per quanto sembri incredibile e per quanto ogni storia sia inevitabilmente influenzata dal punto di vista di chi racconta), sceneggiata sulla base del racconto di Renzo Lulli, studente universitario pisano dei primi anni ’70.
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LA STORIA
Pisa, primo giugno 1970. Mentre la città è in fermento, Renzo passa le giornate tra una famiglia tradizionalista, il movimento comunista e la passione per la musica. Proprio quest’ultima lo porta a tenere un provino per Pino Masi, cantastorie che sta avendo il suo momento di notorietà con la “Ballata del Pinelli”, sul tema dell’anarchico volato dalla finestra della Questura di Milano. Il provino viene interrotto dalla notizia di fonte sicura: i fascisti stanno preparando un colpo di stato, e quando avranno il potere rastrelleranno tutti i personaggi scomodi, a partire da artisti e intellettuali. Bisogna scappare, ma dove? I tre fuggiranno prima verso la Yugoslavia, poi cambieranno idea e vireranno verso “un paese democratico”, l’Austria. In assenza di notizie, una serie di coincidenze li convinceranno che il colpo di stato ci sia stato, ma presto arriverà il duro ritorno alla realtà: in Italia i più pensano a godersi i primi giorni di un’estate anticipata.
PANE AL PANE
Arrivato al cinema poco e male dopo una buona accoglienza nei festival, il film è stato realizzato con budget ridotto, ma con competenza, fantasia e affiatamento. Già dalle prime scene ci rendiamo conto che regia (dell’esordiente pisano Roan Johnson) e fotografia sono di prime qualità. Il cast, rinforzato da un Claudio Santamaria alle prese col dialetto toscano, è composto da attori poco conosciuti, ma tutti perfettamente in parte. Il vero protagonista del film è però il periodo storico, i primi anni ’70 convulsi, confusi e violenti. E qui sta il grande merito del film, oltre alla simpatia della storia e del cast: riportarci alle suggestioni di uno dei periodi più bui della storia italiana recente con leggerezza, ma con credibilità, con cenni precisi, ma senza volerci forzare a sposare visioni di parte. E se è vero che conoscere la nostra storia ci porterà nel futuro, è ancor più vero che la nostra storia è fatta di piccoli momenti, di quotidianità e di scelte che ogni giorno ci guidano verso la maturità, magari passando per il ridicolo.
Nel finale, finzione e realtà, attori e personaggi reali, si mescolano e si legano indissolubilmente nella mente dello spettatore. E così, se nel film avevamo trovato piccoli difetti, siamo più che disposti a perdonarli.
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