Arriva al cinema il primo dei 3 Hobbit di Peter Jackson. E per molti versi non fa rimpiangere la trilogia de Il Signore degli Anelli. Ma è proprio tutto oro quello che luccica?
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LA STORIA
Bilbo Baggings è un hobbit: creature pacifiche, amanti della natura e delle comodità. Come succede dunque che lo stregone Gandalf riesca a coinvolgerlo in un’impresa pazza e disperata, liberare il monte Erebor dalle grinfie del drago Smaug e recuperare l’enorme tesoro da questo custodito, per giunta in compagnia di una banda scatenata di nani? Nemmeno lui si renderà bene conto della sua trasformazione in eroe, dotato della spada Pungolo e possessore dell’affascinante e pericoloso Unico Anello, forgiato dal malvagio Sauron per sottomettere tutti i popoli liberi.
PANE AL PANE
Questo film è assimilabile alla trilogia de Il Signore degli Anelli al 99%. Stesse ambientazioni ed atmosfere, stessa retorica, naturalmente stessi attori, stessa regia. Ma attenzione: nonostante anche il DNA delle scimmie sia identico a quello umano al 99%, l’1% rimanente fa (beh, almeno nella maggior parte dei casi), un’enorme differenza. Di quale 1% sto parlando, riguardo al film? Di come la storia è stata adattata per lo schermo. Nella puntata di Great Expectations del mese scorso avevo parlato dei rischi insiti nel creare una trilogia dal libro de Lo Hobbit, opera che ha un terzo delle pagine de Il Signore Degli Anelli. Beh, sgombriamo subito il campo da malintesi: la sceneggiatura non è affatto noiosa e nessun brodo è stato allungato più del lecito, anzi. La storia è stata piuttosto concentrata in una serie di situazioni chiuse, malamente collegate tra loro. Una serie di brevi episodi, da cartoon, da fumetto, piuttosto che da cinema. Il viaggio infatti non occupa lo spazio che meriterebbe e tutto si concentra sui momenti d’azione. In modo del tutto complementare, manca il dovuto approfondimento dei personaggi, assolutamente dovuto rispetto all’opera di Tolkien che fa completamente perno sui personaggi. Intuibile naturalmente la difficoltà nel trattare a fondo ogni singolo soggetto (e una storia veramente complessa), ma è impossibile non rilevare come il compito fosse stato svolto con più attenzione nella trilogia precedente.
Ne soffre anche una delle scene clou di tutta la produzione di Tolkien: l’incontro di Bilbo con Smeagol/Gollum, nella quale non emerge affatto la sofferenza e la terribile agonia di chi ha vissuto nelle grotte per secoli, schiavo di un oggetto inanimato.
Ultima nota, il film ci viene presentato in un 3D poco accorto: la maggior parte delle scene movimentate si svolge infatti in ambientazioni poco luminose e viene ulteriormente scurita dagli occhiali, perdendo godibilità. Lo storyboard inoltre in più di un punto sembra non essere stato pensato per il 3D: il film rimane così ben lontano dallo sfruttare appieno il mezzo, come invece nell’ultimo Harry Potter e in The Avengers, visivamente splendidi per tutta la loro durata.
Come puoi vedere dalla recensione che ho scritto, i nostri pareri sono decisamente opposti, per me è il film dell’anno e secondo me è naturale che non sia paragonabile al Signore Degli Anelli, in quanto Tolkien ha raggiunto la sua maturità letteraria proprio con ISDA e non con Lo Hobbit, che è una delle sue opere iniziali ed è caratterizzata da un tono maggiormente fiabesco, in quanto destinato ad un pubblico giovanile. Tenendo conto di questi aspetti, io lo reputo un capolavoro. Ottima recensione comunque, hai giustificato ampiamente il tuo parere e il voto finale !
Ciao, beh io sono meno incline a riconoscere le attenuanti sul lavoro di Tolkien, ma è vero che il mio guidizio e il voto finale risentono più di della comparazione con la trilogia de Il Signore degli Anelli piuttosto che all’analisi del film in sè.
Quindi ti direi che la mia e la tua recensione possono essere per me complementari a seconda di dove pongo maggiormente l’attenzione…
Ciao, si hai ragione io mi sono basato sopratutto sul libro originale e non su ISDA, perchè come ho già detto,la differenza tra i due, anche da un punto di vista qualitativo, si nota anche leggendo le due opere letterarie, non sò se ho sopravvalutato il film, perchè sono un super fan di Tolkien, però mi è piaciuto tantissimo, secondo me Peter Jackson è il regista perfetto per questo film e per ISDA, oltre ad essere un grandissimo regista, è anche e sopratutto un grandissimo fan di Tolkien, secondo me il 99,9 % dei registi avrebbe fallito in questo compito. Comunque ripeto, ciò che conta non è il voto, ma la recensione e il parere del di chi ha scritto l’articolo e tu hai giustificato il voto finale, ho letto diverse recensioni in cui erano presenti sono elogi, il film veniva visto come un capolavoro assoluto e poi li davano voti come 6 o 7, in quel caso non ha proprio senso !