Il Caso Collini (Der Fall Collini)
Regia: Marco Kreuzpaintner; Drammatico – Germania 2019
Interpreti: Elyas M Barek, Alexandra Maria Lara, Franco Nero, Heiner Lauterbach
Ore 21,20 RAI 3 Canale 3 Durata: 2h
Prima Tv per il film tratto dal romanzo omonimo di Ferdinand von Schirach, scrittore e avvocato. L’uccisione di un ricco industriale ottancinquenne molto rispettato. Un operaio italiano in pensione, Fabrizio Collini da 35 anni residente in Germania sembra essere l’artefice dell’assassinio, tutto sembra portare a lui. Manca però il movente, Un avvocato d’ufficio al quale viene assegnato il caso come difensore dell’operaio, sebbene conoscesse bene la vittima per aver avuto una storia adolescenziale con sua nipote. La vicenda metterà a nudo inaspettate verità.
Pelè (Pelè: Birth of Legend)
Regia: Jeff Zimbalist, Michael Zimbalist; Biografico – USA 2016
Interpreti: Kevin De Paulha, Leonardo Lima Carvalho, Seu Jorge, Marianna Nunes, Diego Boneta, Vincent D’Onofrio, Rodrigo Santoro, Colm Meaney, Milton GonÇalves, Rafael Enrique, Marcus Vinicius, Julio Levy, Thelmo Fernandes, Felipe Simas, Charles Myara, Jerome Franz
Ore 21,21 CANALE 5 Canale 5 Durata: 1h 45m
La storia del bambino brasiliano senza scarpe che tirava calci ad un pallone di stracci tra le favelas e che divenne un campione indimenticabile. Nel film un breve cameo di Pelè seduto al tavolino di un albergo come cliente.
I Figli degli Uomini (Children of Men)
Regia: Alfonso Cuarón; Fantascienza, Drammatico – UK,USA 2006
Interpreti: Clive Owen, Julianne Moore, Michael Caine, Claire-Hope Ashitey, Chiwetel Ejiofor, Charlie Hunnam, Peter Mullan, Pam Ferris
Ore 00,06, Italai 1 Canale 6 Durata: 1h 50m
Una storia distopica diretta da Alfonso Cuarón tratta dall’omonimo romanzo della scrittrice britannica P. D. James. In un mondo condannato all’infertilità, l’umanità sembra destinata ad estinguersi per l’incapacità di riprodursi. Da moltissimi anni, infatti, non nascono più bambini. Theo, un ex attivista politico, è ormai rassegnato alla fine del genere umano, ma un giorno viene contattato da una sua ex compagna, ora a capo di un gruppo per la difesa degli immigrati poiché sembra che una ragazza sia la prima a essere incinta dopo molti anni.
Inside The Show, in collaborazione con il Festival Adelio Ferrero, ripercorre la storia del Festival di Cannes in attesa del suo ritorno, attraverso i meravigliosi film premiati nelle 72 precedenti edizioni.
Oggi parleremo di…
Il Gattopardo, regia di Luchino Visconti. Interpreti principali: Burt Lancaster, Alain Delon, Claudia Cardinale, Paolo Stoppa.
La Palma D’Oro del 16° Festival di Cannes fu assegnata a “Il Gattopardo” di Luchino Visconti. Era il 1963 e il film trionfò con lo splendore di un colossal destinato a rimanere nella storia del cinema.
Il film è tratto dal romanzo omonimo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. E’ un romanzo che vide il rifiuto della pubblicazione da parte di molte case editrici tra cui Mondadori, Einaudi, Longanesi. L’opera fu pubblicata postuma da Feltrinelli nel 1958, un anno dopo la morte dell’autore, vincendo il Premio Strega nel 1959, e diventando uno dei best-seller del secondo dopoguerra. E’ considerato uno tra i più grandi romanzi di tutta la letteratura italiana e mondiale. Ebbene, nello stesso anno di pubblicazione del romanzo, il produttore cinematografico Goffredo Lombardo della Titanus, ne acquistò i diritti con l’intento di realizzarne un film, di cui la regia affidò dapprima a Mario Soldati, poi a Ettore Giannini, ma vennero entrambi licenziati per divergenze sulla lavorazione. E’ con la regia di Luchino Visconti che il film prese vita, il quale volle come sceneggiatori Suso Cecchi D’Amico, Pasquale Festa Campanile, Enrico Medioli e Massimo Franciosa.
Il Gattopardo rappresenta nel percorso artistico di Luchino Visconti il punto di transizione tra il nuovo che avanza e la nostalgia dell’aristocrazia e del suo mondo perduto, che caratterizzerà i suoi successivi film di ambientazione storica. Attraverso lo sguardo del protagonista, il Principe Fabrizio di Salina interpretato da Burt Lancaster, il film narra le trasformazioni avvenute nella vita e nella società in Sicilia durante il Risorgimento, dal momento del trapasso del regime borbonico alla transizione unitaria del Regno d’Italia, seguita alla spedizione dei Mille di Garibaldi. Il film si apre con una scena che ritrae un caldo pomerifggio, sembra di avvertirne il calore sulla pelle. Il sottofondo è la preghiera di alcuni fedeli proveniente da una finestra adornata da una tenda di pizzo: la famiglia di Don Fabrizio è intenta nel rito pomeridiano mentre fuori dalla nobile proprietà sta cambiando la storia. Il principe, appartenente ad una famiglia di antica nobiltà, sa che la propria classe è prossima alla fine ma suo nipote Tancredi cerca di rassicurarlo dicendo “se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Visconti riesce a riprodurre le atmosfere del testo scritto con una cura maniacale nella scelta degli ambienti, degli arredi, dei costumi (per i quali ebbe una nomination agli Oscar), delle luci. Volle che le stanze fossero illuminate soltanto dalle luci delle candele, non escludendo il problema che dovevano essere riaccese all’inizio di ogni ripresa e frequentemente sostituite. Ma l’apice del legame tra arte e cinema, tra interpretazione e storicizzazione, è rappresentato dalla sequenza del ballo tra il Principe, l’antica nobiltà, e Angelica, interpretata dallo splendore di Claudia Cardinale, la nuova borghesia, su un valzer inedito di Giuseppe Verdi diretto dal maestro Nino Rota. E sulle note di quel valzer danza la nostra memoria tra gli splendori di un capolavoro della magia del cinema.
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