Questa settimana vi vogliamo consigliare una serie dolce e romantica che farà sciogliere anche i cuori più freddi, disponibile in streaming su PrimeVideo.
Lasciatevi colpire dalla freccia di Cupido e non ne rimarrete delusi perché, per quanto romantica, come ogni K-drama che si rispetti non mancano azione e problemi da risolvere, il destino da combattere e il passato con cui fare i conti.
Cosa succede quando il Dio dell’amore sbaglia mira e si trafigge da solo? Nasce così My man is Cupid, tra frecce scoccate, reincarnazioni, batticuori e misteriosi serial killer, questa serie trascina lo spettatore in un vortice dove il romanticismo si fonde con il fantasy e l’umorismo sfiora la malinconia. Ogni storia d’amore è, prima di tutto, una prova di coraggio.
Cheon Sang-hyuk e Oh Baek-ryun sono una delle coppie più insolite degli ultimi anni e rendono questa serie una favola moderna che fa ridere, sospirare ma anche riflettere, perché l’amore qui non è una certezza ma una possibilità.
Cheon Sang-hyuk intrepretato da Jang Dong -yoon è un Cupido antico, un essere soprannaturale che, cinquecento anni prima, ha perso le sue ali in un incendio, punito per essersi intromesso in questioni divine e condannato a diverse metamorfosi nell’arco di cinque secoli. Oh Baek-ryun (Nana) è invece perseguitata da una misteriosa maledizione che fa finire ogni suo legame in modo disastroso e per questo condannata a restare sola per il resto della sua vita. La narrazione si divide tra l’amore improbabile tra un cupido stanco e una donna disillusa, un serial killer e antichi segreti che affondano le radici in una vita precedente. Il soprannaturale è onnipresente ma mai invadente, serve a dare contesto e profondità ma non si impone sul vissuto emotivo dei personaggi.
Uno dei punti di forza di questa serie è la costruzione dei personaggi.
Cheon Sang-hyuk è un dio profondamente umano, lontano dall’icona mitica e onnipotente. È stanco, ironico e vulnerabile. Il peso della sua immortalità è reso con una naturalezza commovente. C’è stanchezza nel suo sguardo, nel modo in cui osserva la vita scorrere senza potersi mai veramente fermare, nel timore di perdere ancora ciò che ama. Oh Baek-ryun non è la solita ragazza ingenua vittima dell’amore, è una donna che ha imparato a difendersi, che rifiuta con sarcasmo e determinazione le lusinghe dell’amore, perché ogni volta che ci si abbandona qualcosa va storto. La sua corazza è spessa ma non impenetrabile. Quando finalmente si lascia andare, lo fa con la fragilità e la paura di chi ha già amato e perso. A contorno anche i coprotagonisti contribuiscono a rendere il tutto più frizzante, come Seo Jae-hee (Park Ki-woong), un detective coinvolto nell’indagine su una catena di omicidi, amici e colleghi che offrono comicità o riflessione e un universo urbano che rende Seul viva, moderna, ma anche sfondo poetico per una favola malinconica.
Visivamente la serie è un piacere per gli occhi, La regia di Nam Tae-jin è delicata, attenta, costruita su inquadrature lente, su uno studio della luce che alterna il calore delle scene romantiche al gelo delle sequenze più misteriose. Le ambientazioni cittadine, la clinica veterinaria, i vicoli notturni o i flashback storici vengono filmati con un gusto estetico raffinato, quasi pittorico, senza mai scivolare nell’eccesso di stile. La colonna sonora è discreta ma evocativa. Non invade ma accompagna. Le canzoni originali sono centrate, emozionanti e danno profondità ai momenti chiave.
Il ritmo è un po’ lento, se i primi episodi scorrono bene, tra gag divertenti e dialoghi ben scritti, la parte centrale rallenta non poco. Si avverte una certa ripetitività nei conflitti interni e negli equivoci, e non tutti gli archi narrativi secondari vengono portati avanti con coerenza.
Il messaggio che emerge da My man is Cupid è che non basta il destino, non bastano le frecce, e nemmeno le reincarnazioni. L’amore vero richiede coraggio, consapevolezza e fatica. Non è un atto magico ma una scelta quotidiana. Questo tema viene esplorato con dolcezza e intelligenza. La serie evita sia l’amore tossico che quello fiabesco, propone piuttosto un sentimento fragile ma autentico costruito nella reciprocità, nella cura dell’altro e nella rinuncia a scappare. L’incontro tra i due protagonisti non è un colpo di fulmine destinato a bruciare in fretta, è un avvicinarsi graduale, spesso interrotto da paure e resistenze. È in questa lentezza e in questa più che umana incertezza, che la serie trova il suo tono più sincero.
My man in Cupid non è una serie perfetta e non aspira ad esserlo, alcuni personaggi sono stereotipati e alcune trame sono lasciate in sospeso, ma ha una scrittura attenta all’emotività, una regia sobria ed elegante e una riflessione autentica ed intelligente sull’amore. È da guardare con calma, magari con una tisana calda e la pioggia fuori dalla finestra. È una storia che pur sussurrando dice cose molto importanti e ci ricorda che anche quando l’amore sembra maledetto, anche quando ogni legame sembra destinato a spezzarsi, c’è sempre la possibilità di scegliere e di ricominciare ad amare. In fondo come dice Sang-hyuk, nessuna freccia può costringerti ad amare davvero, ma può aiutarti a trovare il coraggio per provarci.
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