Alan Rickman, l’inflessibile professor Severus Piton di Harry Potter, è il quinto ospìte della 44esima edizione del Giffoni Experience, e durante il Meet&Greet con i fan alla Cittadella del Cinema parla della sua esperienza sul set della saga più famosa del cinema recente.
“Per Harry Potter abbiamo girato 7 settimane l’anno, non mi rendevo conto di quanto Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint nel frattempo crescessero. Ad un tratto li ho ritrovati 22enni. Oggi è un miracolo che siano sani di mente, per loro, semplici ragazzi, è stata una mole di lavoro incredibile”.
I fan della saga chiedono anche se ci sarà un seguito:
“Io davvero non lo so, ormai sono morto (scherza riferendosi alla morte del suo personaggio, Piton). Non era un personaggio totalmente negativo, ogni sua mossa era dettata dall’amore”.
Ha parlato anche del suo rapporto con un attore come Johnny Depp e il regista Tim Burton in Sweene Todd:
“Mi è piaciuto tantissimo lavorare con Deep, è un attore magnifico e un grande uomo e condivide tempo e talenti con i suoi colleghi di cast. E Tim Burton è una grande persona”.
Ed infatti, abbandonati i panni del professor Piton, parla del suo prossimo film, “A Little Chaos”, che lo vedo regista oltre che attore dove interpreterà Luigi XIV, il Re Sole. Nel cast Kate Winslet, Stanley Tucci e Matthias Schoenaerts.
“Il film chiuderà il prossimo Festival di Toronto e per terminarlo ci sono voluti ben 18 mesi di lavorazione. Il film viaggia su un doppio binario tra realtà e fantasia. Al centro della storia c’è la costruzione della splendida fontana della Reggia di Versailles. Per il progetto viene scelta l’architetto Sabine De Barra, interpretata da Kate Winslet, una donna. Una scelta fatta per il film perchè ovviamente sarebbe stato impossibile all’epoca. L’architetto si troverà a fronteggiare le fitte trame politiche e maschiliste della corte”.
Continua parlando della svolta femminista che ha voluto prendere per questo film:
“Dietro il film però c’è molto altro è anche un film femminista, scritto da una donna, Allison Deegan, contro la visione della donna considerata solo come oggetto. Ma è anche una bellissima storia d’amore. C’è stato un grande sforzo produttivo, non tornerò presto dietro la macchina da presa”.
Oltre al lavoro, Rickman a Giffoni racconta anche della sua vita privata, facendo pensare ad affinità con la situazione di Harry Potter:
“Ho perso mio padre ad 8 anni, mi sentivo diverso rispetto ai ragazzi che vivevano una situazione ‘normale’. Poi sono stato in una scuola che incoraggiava la differenza, ci spingevano a studiare materie totalmente diverse tra loro come l’arte e la fisica. Imbattermi in questi studi mi ha aiutato”.
Nonostante il successo in Harry Potter, in 20 anni di carriera ha interpretato ruoli diversi e ricorda che “uno dei personaggi più complessi è stato quello di Ronald Reagan in ‘The Butler‘. Anche se non sono d’accordo con la sua politica, devo ammettere che aveva tante qualità, è stato molto amato alla Casa Bianca, ed è difficile giudicarlo”.
Remota, invece, la possibilità di imbattersi a breve in un altro soggetto per ragazzi:
“Mi è stato offerto uno script che ha come protagonista un teenager ma ancora non ho deciso. A dire il vero io spingo verso gli attori più vecchi, quelli della mia categoria, i giovani ci stanno buttando fuori!!”
Più avanti il teatro:
“Ci tornerò presto, è la mia religione! In un mondo dove i giovani sono sempre con la testa abbassata sui telefonini, sempre ingabbiati nei giudizi continui dei social network, sempre sotto pressione, festival come questo di Giffoni sono importanti, perchè ridanno loro il senso del potere che posseggono. Sono molto impegnato nel fare training ai giovani attori. Dico loro di non pensare alla recitazione, di seguire il flusso e leggere molto. Perchè agli attori meno dici, meglio è”.
Ultima domanda è stata la differenza tra un ruolo in un film, in tv o al teatro al quale Mr. Rickman non si è lasciato intimidire:
” Non ho ancora fatto molto tv. In un film devi essere pronto alla prima ripresa, di fronte alla telecamera e a centinaia di persone. A teatro, quando hai finito le prove, hai un palcoscenico e tanto pubblico come qui. A teatro l’attore è faber fortunae sue. Ma sono fortunato perché so come cinema e teatro si influenzino.”
L’attore, che ha ricevuto il Giffoni Truffaut Award dai giovani giurati del Festival, sarà nelle sale italiane dal 18 settembre con “Una Promessa”, produzione franco-belga diretta da Patrice Laconte con Rebecca Hall, presentato lo scorso anno fuori concorso al Festival di Venezia e distribuito da Officine blu.
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