M. Night Shyamalan, per molti detrattori, è il regista dei fiaschi, su cui ci si può accanire con critiche spietate o ironiche, citando il suo antico successo (Il sesto Senso) e la, presunta, sequela di errori.
Ma per chi lo ama, e noi rientriamo in questa seconda categoria, alcune delle sue debolezze sono punti di forza.
Immune alle mode e ai diktat hollywoodiani, il controverso autore indiano naturalizzato statunitense riesce bene quando segue la propria ispirazione e creatività, proponendoci trame sempre nuove ed imprevedibili, restando fedele ad una intima poetica che rende autoriali i suoi lavori, scritti e diretti, spesso prodotti, da lui stesso, che appare in minuscoli cammei.
Al pari di Tim Burton, col quale ha in comune una visione fantastica e fiabesca del mondo, tinta di oscurità ma anche di magia e speranza, qualche volta inciampa per eccesso di sè, altre volte per necessità pecuniaria, tuttavia non smette di sperimentare, osare e divertire.
Questo lo rende vulnerabile alla critica, ma al contempo i suoi film restano eventi e sorprese che i fan attendono con ansia orgasmica. Di quanti registi, oggi, possiamo dire altrettanto?
Trap rivisita il genere, ormai trito fino al totale spolpamento delle ossa, del serial killer, offrendolo ai nostri sguardi non come oscura entità, bensì come soggetto protagonista, persino belloccio, simpatico e ottimo padre di famiglia. In questo Josh Hartnett, con quell’aria bonaria e protettiva, risulta esemplare.
Ma raccontare la trama del film, soprattutto quando si tratta di un regista come Shyamalan, significa già rovinare metà del divertimento.
Nel corso della vicenda incontreremo personaggi e situazioni spassose, popstar in lustrini e piume che, fedeli alla loro aura di trascendenza, diventano fate eroine, un mostro alla Norman Bates perseguitato dai fantasmi, ed una ragazzina 12 enne che passerà in un istante dall’età dorata dell’innocenza a quella della dolorosa consapevolezza del male che la circonda.
Questa di Trap, come quella della maggioranza dei film di Shyamalan, è chiaramente la struttura narrativa della fiaba classica. Nel caso di Lady in the Water c’era una ricerca folkloristica mitologica, in The Visit ci eravamo ritrovati direttamente coi fratelli Grimm.
In un mondo pieno di meraviglie ma anche di tremende oscurità, il bene ed il male si fronteggiano, questa volta senza cavalieri. Non c’è Bruce Willis, nessun super eroe dai poteri speciali, nessun Mel Gibson padre dell’anno, ma la comunità intera umana, quella del web, pronta ad intervenire, supportata da una saggia vecchiaia (Marcia Bennet e Hayley Mills). Sì, la stessa Mills interprete dei classici Walt Disney fra cui Il segreto di Pollyanna e Il cowboy con il velo da sposa. Qui è un’ impeccabile profiler dell’FBI con una pettinatura identica alla protagonista de La Donna che Visse due volte.
Stavolta su tutto l’orrore, mai denudato interamente (Shyamalan conosce la suspense) si alza l’ala protettiva di una figura materna, ricurva ma sapiente e coraggiosa. Quella saggezza, quella conoscenza, unita al coraggio e all’altruismo (Seleka Shyamalan), pongono in salvo dal buio.
Il regista ancora una volta parla all’adolescente che è dentro di noi, quello che si vuole spaventare, ma anche divertire e ha ancora il cuore di un bambino.
Contrariamente alla tendenza a preferire storie che divizzano ed esaltano la follia, l’immoralità e il male come scelte non convenzionali, giovani e ribelli, il nostro Shyamalan (classe 1970), ci ricorda che essere buoni ed altruisti è un valore positivo, anche in situazioni in cui si rischia di sbagliare clamorosamente, persino quando il mondo sembra andare alla rovescia e il cattivo interpreta alla perfezione il modello di virtù esemplare.
Trap, perfetto nella prima parte, nella seconda e nell’epilogo eccede in rapide soluzioni narrative, perdendo parte di verosimiglianza. Difetto perdonabile in un contesto avvincente di puro divertimento, raccapriccio, ironia e speranza appagata, nel quale ognuno gioca bene il suo ruolo.
Curiosità: Trap si ispira a una storia vera accaduta oltre trent’anni fa e rimasta nella storia come una delle più grandi operazioni della polizia americana: l’Operazione Flagship.
Genere: Poliziesco, Horror, Thriller
Anno: 2024
Paese: Gran Bretagna, USA
Durata: 105 min
Data di uscita: 07 agosto 2024
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
Lascia un commento