Recensire un mostro sacro come Cat Stevens non è facile. Quest’artista ha iniziato a scrivere nel lontano 1967, anno in cui la sottoscritta non era ancora nata.
Fin dall’inizio la sua produzione è stata incentrata sul genere folk, di cui ha sperimentato diverse variazioni, passando dal folk-rock al soft-rock. Ora, dopo cinque anni di silenzio, torna con un album di inediti che non smentiscono il suo stile.
Tracklist:
- I Was Raised In Babylon
- Big Boss Man
- Dying To Live
- You Are My Sunshine
- Editing Floor Blues
- Cat And The Dog Trap
- Gold Digger
- The Devil Came From Kansas
- Tell ‘Em I’m Gone
- Doors
L’uscita dell’album è prevista per il 28 Ottobre e segna una nuova era per l’artista: è passato ad una nuova casa discografica, la Legacy recordings e questo sodalizio prevede diversi progetti, compreso un tour mondiale che Cat Stevens non faceva da tempo. La data prevista in Italia è l’11 novembre al forum di Assago.
La prima traccia vede l’uso sapiente della chitarra per una ballata rilassante e riflessiva allo stesso tempo. La voce di Stevens ha un timbro leggermente sporco che aggiunge una nota blues al brano.
Sempre la chitarra apre il secondo brano, “Big Boss Man”. Il titolo è già esplicativo del pezzo: una ballata che parla dei potenti e del loro poco rispetto per la vita, immersi nella loro frenetica vita lavorativa che altro non è che un nascondiglio dalla “vita vera”.
Un leggero tocco di pianoforte apre “Dying to live”, il terzo brano. E’ uno dei pezzi che mi piace di più, perché la vena romantica e “maledetta” dell’artista emergono nella bellezza della sua voce.
“You are my sunshine” è una rivisitazione personalissima in chiave folk del brano del 1940 di Jimmy Davis.
“Editing Floor Blues” è decisamente un esperimento folk- blues, che mostra ancora una volta le capacità di musicista prima ancora che di interprete di Cat Stevens. Bella l’incursione dell’armonica
Seguono “Cat and the dog trap” , “Gold Digger” e “The devil came from Kansas”, storie cantate in stile folk britannico, con elementi voluti di jazz e rock.
“Tell ‘Em I’m Gone” è la title track ed è un ritorno alle origini per l’artista. Infatti il pezzo è in stile blues e R&B, generi da cui Cat Stevens è partito e che hanno segnato l’inizio della sua carriera.
Chiude l’album “Doors”, come a indicare una porta che si apre verso nuovi progetti ed orizzonti.
Il fatto, ascoltando l’album, è vedere come artisti che abbiano già dato tanto siano in grado di rinnovarsi senza mai ripetersi.
Tutti i brani sono stati accuratamente scelti e anche la loro sequenza non è casuale: non è un concept album, ma sembra quasi che lo sia tra un inizio segnato da ritmi ben noti all’artista, esperimenti nel centro e una chiusura che fa pensare a un arrivederci ( o meglio, a risentirci) a presto.
Lascia un commento