Gianni, taxista romano, sposato, padre di due figli, conduce la propria vita assuefatto alla routine dei doveri, dei conti da pagare, del mutuo, della vita nella quale tutto scorre uguale ed inesorabile ogni giorno, compresa la piccola passione per il ballo. Lo spiraglio di speranza di poter cambiare la propria quotidianità è data soltanto dal comporre la combinazione numerica vincente del superenalotto.
Un giorno, una coppia di clienti vistosamente benestante e in partenza per le Maldive per una settimana, dimentica le chiavi di casa all’interno del taxi di Gianni. La tentazione di usare quelle chiavi per accedere non soltanto alla villa lussuosa, ma a “tutta un’altra vita”, è irresistibile: Gianni si ritroverà a vivere una nuova identità, in un nuovo mondo con una donna bellissima. Quali avventure attendono il taxista romano per vivere l’occasione del suo sogno? Cosa succederà al termine della settimana quando torneranno i proprietari della casa?
Tutta un’atra vita è il nuovo film diretto da Alessandro Pondi di cui firma anche la sceneggiatura con Paolo Logli, Riccardo Irrera e Mauri Graiani, al cinema dal 12 settembre.
Enrico Brignano dà il volto al taxista romano, mentre una bravissima Paola Minaccioni è Lorella, sua moglie casalinga. Il ruolo della femme fatale è affidato ad una brava e bellissima Ilaria Spada, dea indiscussa negli abiti da sera e non solo.
La commedia mette in risalto il ruolo dell’identità di ogni singolo personaggio. Non è la prima volta che accade nella commedia italiana. Indimenticabile Alberto Sordi ne Il Conte Max del 1957 di Giorgio Bianchi con Vittorio De Sica; una storia che nasceva dal desiderio di un edicolante di vivere la vita di un nobile muovendosi con ammirazione nel mondo del lusso tra luoghi esclusivi e riservati ad un’elitè aristocratica.
In Tutta un’altra vita ogni personaggio vive una vita doppia: la prima reale, concreta, tangibile, fatta di frustrazioni e desideri non appagati; la seconda immaginaria, visionaria, splendente poiché all’interno ci sono tutti i sogni più belli e, apparentemente, irraggiungibili. Soltanto il caso, il destino, il fato, mette alla prova il desiderio del protagonista attraverso la tentazione di esplorare la nuova vita. Non la volontà, la ricerca, il desiderio di rivoluzionarla. Una sorta di rassegnazione silente avvolge la quotidianità, il vero dramma del depotenziamento delle proprie capacità, del proprio credere nel cambiamento che porta all’essere appagati, a vivere con serenità ciò che si è davvero.
E se nell’Italia de Il Conte Max, la vera rivoluzione era scoprire la propria identità attraverso l’appartenenza ai valori dell’onestà, del rispetto, dell’amore, la commedia di Pondi, induce a pensare che il riscatto del proprio posto nel mondo, sia uno scampolo di vita rubato per una settimana. Come un periodo di ferie da noi stessi, fingendo di essere quel qualcun altro che vorremmo essere. Nessuna lotta, nessun coraggio, nessuna consapevolezza, se non quella di fuga miserabile, senza radici, costruzione e futuro.
PAESE: Italia
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