Eli (Charlie Shotwell) è un ragazzino afflitto da una malattia che gli causa violentissime reazioni allergiche (all’aria, all’acqua, a tutto…), il che lo costringe a vivere coibentato e solo, perfino dentro casa sua. I suoi genitori, Rose (Kelly Reilly) e Paul (Max Martini), lo accudiscono amorevolmente e decidono di rivolgersi alla dottoressa Isabella Horn (Lili Taylor), proprietaria di un ospedale, immerso nel nulla, ove Eli potrà sottoporsi a una terapia innovativa che pare lo possa guarire del tutto.
Inizialmente Eli è molto contento di poter uscire, almeno all’interno della casa-ospedale, senza la sua solita protezione da astronauta. C’è persino una bella adolescente dai capelli rossi (Sadie Sink) che fa amicizia con lui, pur restando fuori dalla clinica. Ma ben presto si manifesta qualcosa di sinistro…
Il problema principale di questo horror, che vanta location sontuose e suggestive, un valido cast e delle premesse accattivanti, sta proprio nelle sue principali qualità. Perchè dopo aver creato una certa suspense e un clima di ansia ed incertezza nello spettatore, che partecipa delle sofferenze del povero bambino, chiedendosi tutti questi indizi, personaggi e manifestazioni dove mai porteranno, il film deraglia nel modo peggiore, scadendo nel tragicomico. E l’emozione principale del film Eli non è più la paura, che serpeggiava, pur con una certa lentezza, lasciandoci sperare in una storia stile Shyamalan, facendoci intravedere la polvere di stelle di The Others di Amenábar, bensì la delusione.
Inutile spendere tanto per un film, ed Eli, prodotto da Paramount Pictures, è stato costoso, quando si ha tra le mani una sceneggiatura delirante, senza capo nè coda, scritta in modo furbesco, scopiazzando a destra e a manca, con un finale demenziale. Nelflix ha acquistato il film ed ha fatto bene, perchè non si butta niente ed Eli, complice il trailer raccapricciante, sarà sicuramente visto, in poltrona, da casa, favorendo un buon pisolino pomeridiano.
Un po’ torture porno (orrende pratiche mediche senza anestesia sul povero bambino), un po’ film di fantasmi (i veri protagonisti sono loro, che fanno e disfano, corrono e starnazzano), un po’ film religioso demoniaco (ma non parliamo di Rosemary’s Baby, piuttosto del genere L’esorcista del Papa, per intenderci…), Eli sembra scritto da un’intelligenza artificiale impazzita, e ci si sono anche messi in tre (David Chirchirillo, Ian Goldberg e Richard Naing).
Infime, una domanda, anzi, un appello all’attrice Kelly Reilly: la prossima volta che le viene proposto un copione nel quale deve interpretare la mamma del ragazzino mostro o diverso (The Cursed di Sean Ellis), per pietà, dica di no, lo passi pure senza rimpianti a Vera Farmiga (The Conjouring).
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