L’afide e la formica
Regia: Mario Vitale
Genere: drammatico, Italia, 2021 – 95 min.
Interpreti: Giuseppe Fiorello, Cristina Parku, Valentina Lodovini, Alessio Praticò, Nadia Kibout, Anna Maria De Luca, Ettore Signorelli
La sedicenne Fatima è nata in Calabria ed ha origini marocchine, indossa il velo, così come la sua cultura musulmana e la madre Amina, vogliono. La ragazza, oltre a vivere le problematiche dell’adolescenza, si sente anche fuori posto a causa della sua religione.Un giorno, il professor Scimone, l’insegnante di educazione fisica, propone ai suoi studenti di iscriversi alla Maratona di Sant’Antonio. Ecco allora la prima vera opportunità da cogliere per Fatima. Ma per l’insegnante, ex corridore schivo e depresso, tormentato da un passato irrisolto e da una relazione fallita, il velo che Fatima indossa è motivo di pregiudizio. Sarà l’inizio di un rapporto che cambierà le loro vite.
“È ambientato in una Calabria che fa di tutto per diventare invisibile con un’operazione di mascheramento che sottende il desiderio di una universalità di quel messaggio che il film vuole diffondere. Mario Vitale è un regista lametino, che ha maturato la sua esperienza nel mondo dei videoclip e che oggi con L’afide e la formica fa il suo ingresso nel mondo del cinema di fiction. Un esordio sostenuto da una molteplicità di enti che istituzionalmente nascono con questo scopo e l’importante ausilio di Rai Cinema per la distribuzione.
Sorvolando sulla necessità, che pare inevitabile di associare alle storie ambientate in Calabria scenari o sottofondi della malavita organizzata – perfino l’ottimo A Chiara non si sottrae a questa “necessità” scegliendo, con finalità e modalità del tutto originali e diremmo anche “indispensabili”, di raccontare la ‘ndrangheta attraverso gli occhi stupiti e infantili della sua protagonista – in un binomio duro da scardinare, va dato al regista, con Saverio Tavano, Francesco Governa e Josella Porto coautore della sceneggiatura, che in L’afide e la formica il tema della ‘ndrangheta non costituisce il primario assunto del film, quanto piuttosto una specie di brodo di coltura dentro il quale matura la decisione di Michele Scimone (Beppe Fiorello), professore di educazione fisica in una scuola del luogo, di vendicare la memoria del figlio Roberto vittima della malavita. Il drammatico evento ha cambiato la vita di Michele che oggi vive da solo e separato da Anna (Valentina Lodovini). L’unica sua consolazione è Fatima, una giovane studentessa di origini marocchine, ma italiana di nascita, che decide di seguire i consigli del suo professore e dedicarsi alla corsa con lo scopo di “scappare”. Fatima correrà anche con successo l’importante gara scolastica e a sua volta guarderà con occhi nuovi alla sua vita (…)” – (Tonino De Pace; 4 nov. 2021 per Sentieri Selvaggi)
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