Dopo il passabile Revenge (2017) la regista francese Coralie Fargeat compie un salto di qualità e crea uno degli horror più interessanti e godibili degli ultimi anni.
The Substance ci introduce in un mondo di paura e delirio alla Terry Gilliam, dove tutto è sintetizzato e sintetico con colori da graphic novel. La nostra eroina, Elisabeth Sparkle (Demi Moore) è una ex stella di Hollywood che subisce un torto: viene licenziata dal programma di punta perchè giunta ormai ai fatidici 50.
Dennis Quaid è il grottesco Harvey che le annuncia una verità origliata per caso in bagno: “oramai hai chiuso. E’ tutto finito. It’s over”. E sull’eco della sconcertata domanda di Elisabeth: “è finito cosa?” Harvey, da bravo capitano di una squadra di ricchi vegliardi per i quali, invece, il tempo può scorrere senza data di scadenza, si dilegua.
In un rapido e adrenalinico incalzare di eventi, la donna, pronta a tutto, si imbatte in una sostanza la quale, iniettata, permette di creare un proprio doppio, privo di difetti, una migliore versione di sè stessi, che vivrà per una settimana e con la quale dovrà alternarsi. Per sette giorni ventenne e per gli altri sette signora di mezza età. Le regole sono poche e semplici, ma vanno rispettate con precisione.
Ma se la povera Elisabeth è circondata da mostri, per i quali le persone non sono altro che pezzi di carne edibili o deteriorati, lo sfrenato desiderio di perfezione e successo faranno presto emergere anche il suo personale mostro, nutrito e plasmato da insicurezza, paure e vanità.
The Substance fiancheggia senza però imboccarlo il filone woke per lasciarci invece il ritratto graffiante di un mondo, il nostro, sempre più superficiale, nel quale bellezza e giovinezza sono tutto.
Grazie alla eccellente performance di Demi Moore, coraggiosa ed estrema, la regista ci fa vedere fino a che punto una donna possa arrivare ad odiare se stessa. La protagonista ci trascina con sè, ogni istante, verso una dolorosa ed incosciente discesa agli inferi. Un viaggio che poteva essere evitabile, nel quale niente è mai abbastanza e lo scotto finale è la cancellazione della propria identità, l’annullamento letterale del proprio volto, del proprio corpo.
Elisabeth è il Dorian Gray di Wilde, che non vuole mai sfiorire, che desidera mantenere inalterato il suo posto nel mondo, a costo che una parte di se stesso marcisca. E noi siamo Elisabeth, che vorrebbe a un certo punto sfuggire al suo destino, andare all’appuntamento con il compagno del liceo che la vede ancora come “la più bella ragazza del mondo”, ma non riesce a farlo. A quante cose abbiamo rinunciato nel corso della vita – occasioni, amori, possibilità – per paura, sentendoci inadeguati?
Tutto ciò che è carne o cibo – quello di cui Elisabeth si ingozza nei momenti autodistruttivi in cui non può essere la giovane Sue (Margaret Qualley) viene mostrato nella sua forma più effimera e marcescibile.
Non solo body horror, e non solo disanima della fragilità e dell’insaziabilità umana.
Fargeat, appresa la lezione di Sam Raimi (ma il film è denso di raffinati riferimenti, da Le due sorelle di De Palma a Noi di Jordan Peele, con tutta la tematica del doppelgänger), infarcisce la storia di una deliziosa e sulfurea ironia, evitando di prendersi troppo sul serio e creando così scene difficilissime da digerire per il proprio stomaco, ma al contempo esilaranti.
Ma questo è l’horror, ragazzi! Che sia implosione o esplosione, è una cascata di pezzi di carne sanguinolenti lanciata su un pubblico che pensa di assistere a uno spettacolo nel quale le regole sono già state scritte. E invece non lo sono.
In The Substance si va ben oltre l’imbruttimento delle belle per antonomasia, vedi Monica Bellucci trasformata in strega da Gilliam.
Demi Moore qui è un concentrato di rabbia, una erinni, furia della mitologia greca, incapace di rinunciare al suo sogno di essere star, cieca alla realtà che la circonda, la Gloria Swanson ormai pazza di Viale del Tramonto ma anche l’agghiacciante Bette Davis di Che fine ha fatto baby Jane? Elisabeth però non uccide nessuno, se non sè stessa.
The Substance non è un film per tutti. Indugia su dettagli ripugnanti e si dilunga all’infinito su un finale che sembra non arrivare mai.
Ma nel complesso funziona, atterrisce, disgusta e sorprende. Quel che resta addosso è la paura. Non dell’altro, del mostro, del maniaco, non dell’ignoto, ma dello sconosciuto che vediamo ogni giorno allo specchio.
Conoscere bene noi stessi sarebbe triste come conoscere l’ora della morte. Per questo Dio ci ha occultato l’una cosa e l’altra.
(Pitigrilli)
Porto in me un individuo irrivelato. Mi conosce, ma non so niente di lui, eccetto che la mia persona è la sua ombra con i suoi appetiti inconfessabili e il suo bisogno di segreto.
(Joë Bousquet)
Data di uscita: 18 ottobre 2024 (Italia)
Regista: Coralie Fargeat
Casa di produzione: Working Title Films, A Good Story Productions
Distribuzione in italiano: I Wonder Pictures
Musiche: Raffertie
Paese di produzione: Regno Unito
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