L’opera lirica fra intrattenimento intelligente e contenuti di valore: apre il Festival Donizetti di Bergamo.
Grandi inaugurazioni nel mondo dell’opera lirica. Weekend di apertura del Festival Donizetti di Bergamo, decima edizione dal 14 novembre al 1 dicembre, ultima diretta dal regista Francesco Micheli e confezionata con il direttore musicale Riccardo Frizza. Micheli è l’anima del Festival, lo possiamo incontrare mentre prepara una regia o parla con giovanissimi incuriosendoli o aiuta le signore a prendere posto… one man show (quanti ce ne vorrebbero). Frizza motiva e accompagna le scelte con un limpido atteggiamento di studioso. Un bel duo.
Un festival così ricco potrebbe occupare questo mio spazio web solamente con un elenco di titoli, direttori, registi, musicologi, cantanti… e iniziative. Ma, intanto, di queste parlerò perché un festival si connota con elementi che mostrano la visione della propria cultura indirizzata verso differenti pubblici. Tornano LU OpeRave (Clubbing + Opera + Performance= intrattenimento intelligente), gli incontri tematici, le presentazioni, le prove aperte, le attività per scuole e famiglie. Pure le iniziative di Casa (di Donizetti) e Bottega (con gli allievi). E Donizetti di declina in Talk con direttori e registi, in Today per trovare nessi tra i libretti e le opere, in Bookmarks per i nuovi testi e le lettere. Non manca il Donizetti Opera Family per coinvolgere le famiglie (tradizionali e non, mi auguro). E c’è anche un Amarcord dei dieci anni di Festival.
La ricerca e l’attualità sono mescolate: Donizetti è di tutti. Ma anche dei bergamaschi, suoi concittadini che lo celebreranno nel suo giorno natale, il 29 novembre (coincidenza: giorno della morte di Puccini, qualche anno dopo eh) con visite al teatro, flashmob e Citofonare Gaetano, creazione di Micheli.
Altro segno di modernità, il Donizetti Social Club con mille diavolerie social da scoprire man mano. E quando dico social dico tutti proprio tutti i social, ognuno con le proprie specificità. Mi piace pure citare l’identità visiva dei materiali informativi, sito e altro, così pop e divertente, con le deliziose caricature dei personaggi che mescolano antico/moderno e interagiscono con chi le guarda.
Tra i titoli di Donizetti, Roberto Devereux e Don Pasquale, più la rarità Zoraida di Granata. Quindi si celebrano i champion e l’underdog della produzione di Donizetti, sul filo della ricerca sulla contemporaneità e dello studio della prassi esecutiva. E continuando l’elenco, come fosse una brochure, va detto che lo scheletro del Festival non può che diventare corpus solo se ci sono grandi artisti: i cantanti Javier Camarena, Roberto de Candia, Cecilia Molinari, John Osborn, Jessica Pratt, più gli allievi della Bottega Donizetti; i direttori Riccardo Frizza, Iván López-Reynoso e Alberto Zanardi; i registi Stephen Langridge, Amélie Niermeyer, Bruno Ravella e Mattia Agatiello.
Tutto su https://www.donizetti.org/it/festival-donizetti/
Bergamo si ferma, o meglio si mobilita, per il compositore suo cittadino illustre. Vale la pena di andare a curiosare.
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