Il segnato – Recensione

Il filone horror reality low budget a scadenze prestabilite, dai tempi del celeberrimo The Blair Witch Project, torna nelle sale e prova a raccontarci che il diavolo esiste e che ama essere ripreso da telecamere amatoriali. Stavolta tocca a questo titolo diretto (anche se in questi casi sarebbe meglio dire assemblato!) da Christopher Landon. Colpo di coda di una serie mangia incassi iniziata con il primo celeberrimo Paranormal Activity, di cui si propone come ennesimo episodio, o meglio come spin-off autorizzato.

Jesse e Hector sono due amici giocherelloni che hanno appena conseguito il diploma superiore e che amano riprendere (non si capisce per quale caspita di motivo) gran parte delle loro giornate con la telecamera a mano. Le loro attenzioni e l’autofocus dell’obbiettivo vengono attratti dalle stranezze di una vicina di casa che tutti definiscono una mezza megera,anche se all’apparenza sembra solo poco incline alla cura della propria capigliatura. Il primo contatto con la donna sarà l’inizio di una serie di riprese che accompagnerà i due ragazzi alla scoperta dell’esistenza di strani rituali satanici.

Il già visto! Anche se bisogna dire che stavolta, a differenza delle altre pellicole della saga, è presente qualche apprezzabile effetto speciale in più. Trama sulla falsariga dei precedenti: inizio spensierato, fine ostile. E nel suo insieme la storia non sarebbe poi neanche così malaccio. Ma è il puzzle di immagini simil amatoriali a mancare di intrigante capacità narrativa e di suspense, con il risultato di apparire, oltre che affrettato, anche troppo poco credibile e scontato. Nonostante le ripetute e pesanti vibrazioni della videocamera, l’appeal del reality si perde ben presto. Quel che ne rimane è qualche simpatica battuta e veramente poco altro.

Se lo scopo è quello di entrare in sala alla ricerca di veri brividi, l’unica  speranza è sperare che non funzioni il riscaldamento.

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