Liberamente ispirato alla storia di Dominique Strauss-Kahn, direttore generale del Fondo monetario internazionale arrestato nel maggio del 2011 per un tentativo di stupro: Gerard Depardieu interpreta Deveraux, dalla gloria della possibile Presidenza della Francia, alla polvere del carcere.
Un attacco diretto, mirato, senza timore di ripercussioni e soprattutto, senza la volontà di nascondersi. Autori, regista e attori inquadrano nel loro mirino la figura controversa di Strauss-Kahn e non risparmiano neppure un colpo. Il film, senza ambire all’equilibrio o all’analisi attenta e puntigliosa del protagonista, del suo volto pubblico e delle sue vicende private, si pone, privo di fraintendimenti, dalla parte di coloro che odiano o hanno odiato Strauss-Kahn e desiderano, o hanno desiderato, il suo completo annientamento. D’altro canto dopo il disclaimer iniziale e l’ammissione dell’utilizzo di nomi fittzi e di invenzioni sulla vita privata dei personaggi coinvolti nello scandalo del maggio 2011, è lo stesso Gerard Depardieu a riconoscere di aver voluto interpretare questo “spregevole” personaggio solamente per odio.
Welcome to New York è dunque un pamphlet, con una prima parte incentrata unicamente sulle “acrobazie” sessuali del protagonista: donne disponibili e quasi sempre nude, fiumi di champagne e tanto sesso. Nell’episodio dello stupro invece, Abel Ferrara sembra quasi tirarsi indietro; l’atto non è esplicito, come a voler consegnare il giudizio finale all’interpretazione dello spettatore. Dall’episodio della (tentata?) violenza, il film cambia tono, risultando anche più interessante rispetto alla sequela di scenette porno soft della prima parte. Finalmente il personaggio di Deveraux viene definito: un uomo cosciente del proprio potere, dell’indulgenza e del rispetto doveroso dei suoi collaboratori, indifferente a ciò che lo circonda, intento solo ad appagare impulsi sessuali, feroci e animaleschi. Deveraux si considera un malato, affetto da dipendenza dal sesso, convinto “candidamente” che qualcuno riuscirà ancora una volta a “salvarlo” come accaduto per gli altri scandali sessuali tempestivamente insabbiati; sarà sua moglie a difenderlo e proteggerlo, non prima di un faccia a faccia cinematograficamente sontuoso.
Con il confronto, la figura di Deveraux si sgonfia, si ridimensiona ad una marionetta governata sul palcoscenico della finanza e della politica da sua moglie Simone (una magnifica Jacqueline Bisset), una donna forse stanca di dover “rassettare” le camere del marito, delusa e sconfortata per il fallimento (causato da un atto becero su di una cameriera d’albergo) della strategia che avrebbe certamente condotto il consorte alla Presidenza della Francia. Ancora una volta saprà come scortare il suo “protetto” verso l’agognata salvezza.
Welcome to New York non risparmia nessuno, né la famiglia di Simone, accusata dal marito di aver fatto fortuna arricchendosi durante la guerra, né Sophie, la figlia di Deveraux, una ragazza viziata, indifferente alle sventure paterne, né naturalmente il protagonista, raccontato come uno dei mali del mondo, e neppure lo spettatore, che in una scena magistrale deve sopportare persino un sentito “vaffanculo” da parte di Deveraux.
Purtroppo c’è poco cinema e troppe ragazze in camere d’albergo.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=imfWnlEiOFY]
Scheda del film
Titolo: Welcome to New York
Regia: Abel Ferrara
Sceneggiatura: Abel Ferrara, Christ Zois
Cast: Gérard Depardieu, Jacqueline Bisset, Drena De Niro, Paul Calderon, Amy Ferguson, Paul Hipp
Genere: Drammatico
Durata: 120′
Produzione: Belladonna Productions, Wild Bunch
Distribuzione: BIM Distribuzione
Nazione: USA/Francia
Uscita: 22/05/2014
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