Come ho già detto in tempi non sospetti, un po’ per deformazione professionale, un po’ perché spero di sentire qualcosa di nuovo, io spesso seguo i talent.
Quest’anno mi sono appassionata a “The Voice” e pur riconoscendo le doti di Suor Cristina Scuccia, il mio vincitore personale è stato Giacomo Voli.
Forse perché troppo presa da questo talent non ho seguito “Amici”, specie il serale.
Deborah Iurato però l’ho notata fin dal suo ingresso nella scuola: la voce potente con cui ha affrontato i provini non poteva lasciarmi indifferente.
Ed eccomi qua a recensire il suo bell’album. Sì perché il suo primo lavoro è davvero bello. La sua voce sicuramente non è una notizia e forse anche la sua innegabile superiorità ha fatto sì che io non seguissi il serale di “Amici” come negli scorsi anni, perché presagivo già il vincitore.
L’EP si apre con “Balleremo a luci spente”, una deliziosa ballata con melodie che, a momenti, ricordano musiche tradizionali popolari e che , con un ritmo coinvolgente conquista l’ascoltatore.
Il brano, presentato in anteprima durante la trasmissione che l’ha vista vincitrice, ha riscosso subito successo tra il pubblico.
La seconda traccia, “I primi 60 secondi”, racconta una rinascita, un cambiamento inevitabile quando si cresce e si diventa consapevoli di sé stessi, di come si è e di quello che si vuole.
“Cambierò come cambiano i vestiti d’estate ,cambierò come il tempo di un mattino. Che cos’è questo strano bisogno di completarci da soli, puoi dirmelo? Noi come rose assetate credimi rinasceremo se vuoi”
“Piccole cose” è adatta allo spirito dell’artista, che fin dai suoi esordi ha mostrato un attenzione per quelle piccole cose, quei gesti minimi che sono in grado di regalare un sorriso , un attimo di felicità e di migliorare così la vita di tutti i giorni. Il ritmo è sempre coinvolgente e piacevole, pop decisamente riuscito.
L’autrice della quarta traccia è Fiorella Mannoia e, ascoltando il brano, si riconosce il suo stile elegante.
Deborah ha dichiarato di ritrovarsi molto nel testo e la sua interpretazione, impeccabile, rende il pezzo totalmente suo.
“Anche se fuori è inverno Io mi sento bellissima Mi sento più sicura Non ho paura E sorrido”
L’inverno chiaramente non è quello meteorologico, ma quello di una donna che vive un momento difficile e lo affronta con forza e determinazione , diventando sicura di sé stessa.
Una canzone dura è sicuramente “Ogni minimo dettaglio” in cui il tema affrontato è la fine di una storia d’amore.
“Ora io sto bene sola sotto le lenzuola E scordarmi ogni minimo dettaglio di te che ormai non sei più niente”
“L’oro di cui siamo fatti” esalta e valorizza la voce di Deborah, che si staglia sicura tra chitarra e piano.
“L’oro di cui siamo fatti Non muore tra le dita di una donna Non dorme nelle stanze del potere Eppure ci fa luce…dal buio Spesso prende vita un sole” sono parole che l’artista canta con una convinzione disarmante.
L’EP si chiude con “ A volte capita”, un delizioso esercizio stilistico che Deborah affronta con naturalezza e spontaneità.
Tutto il lavoro è di genere pop, un ottimo pop personale e mai banale.
La cosa che mi è piaciuta e per cui consiglio di acquistare questo lavoro è che questa ragazza è un’artista e non lo è certo diventata nella scuola di “Amici”. Il talent ha il grosso merito di averla scoperta e fatta crescere, ma Deborah è un talento nato. Canta con spontaneità , mette il cuore in ogni brano e lo rende suo, indissolubilmente come le grandi interpreti: Oxa , Giorgia e Mina.
Forse molti resteranno perplessi leggendo quest’ultimo paragone ma io sono assolutamente convinta di quello che scrivo e penso che questo lavoro vada acquistato e ascoltato.
Credo che siamo di fronte ad una artista, di cui sentiremo a lungo parlare e che è destinata a conquistare anche il mercato estero.
Evviva i talent quando ne escono talenti di questa portata.
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