Elogi stupefacenti o critiche feroci. Non sembra esserci una via di mezzo nel nostro paese per giudicare coloro che iniziano la propria carriera partendo da un talent. Croce e delizia delle classifiche discografiche nazionali, programmi come ‘Amici’, ‘X Factor‘ e ‘The Voice’ sono ormai diventati un’incredibile fonte di talenti che alimenta, anno dopo anno, il mercato musicale. E allora da che parte stare? Da quella di chi critica aspramente la “strada spianata” offerta da questi programmi o dalla parte di chi sottolinea invece quanto essi riescano a mettere in mostra il vero talento? Non c’è una risposta a questa domanda, se non quella più importante, quella che ci offre, attraverso i suoi numeri, il mercato stesso.
Ci sono casi però in cui è lo stesso “ambiente” a sottolineare il valore e le grandi capacità di un cantante e se poi a farlo è un maestro come il pianista e compositore statunitense Burt Bacharach significa che siamo davanti a un talento veramente eccezionale. Il talento di cui stiamo parlando è quello di Karima, cantante 30enne che ormai da diverso tempo collabora con il celebre compositore. L’artista livornese ha iniziato a farsi conoscere difronte al grande pubblico grazie alla trasmissione ‘Amici‘, in cui si è classificata terza e ha vinto il premio della critica, e successivamente con la partecipazione al Festival di Sanremo (nella categoria ‘Nuove Proposte‘) con il brano ‘Come in ogni ora’, apprezzatissimo da critica e pubblico. Oggi Karima presenta ‘Close to you – Karima Sings Bacharach’ un disco “omaggio” proprio a quel compositore con cui la cantante ha avuto la fortuna di poter collaborare. Noi di MyReviews abbiamo contattato in esclusiva l’artista toscana per parlare con lei di questo nuovo progetto e più in generale della sua carriera.
I talent ormai rivestono un ruolo importantissimo nel lancio di giovani talenti nel panorama musicale. Avendo partecipato all’inizio della tua carriera ad uno di questi, pensi possa essere positivo per un giovane artista parteciparvi o oggi l’etichetta di “prodotto dei talent” è più quasi un danno alla carriera del cantante stesso?
Un danno assolutamente no, però sicuramente le cose oggi sono cambiate rispetto a prima. Ai miei tempi ad esempio il talent era un qualcosa che non sapevi nemmeno dove ti avrebbe portato, un po’ come tanti altri reality, ed erano gli stessi anni in cui c’era l’idea di formare degli “artisti completi” perché bisognava sapere cantare, recitare e ballare. Dall’anno successivo al mio i talent hanno riscosso sempre più successo attirando anche le case discografiche e si è arrivati al boom di Marco Carta ad ‘Amici’ e di Giusy Ferreri a ‘X Factor’ e da lì credo che si sia iniziato più a puntare sui ragazzi usciti da questi programmi andando a “colpo sicuro” piuttosto che a cercare talenti nel modo più tradizionale, come si faceva un tempo diciamo.
Veniamo però al presente: ‘Close to you – Karima Sings Bacharach”. Come mai hai deciso di dar vita a questo progetto e cosa puoi dirci del lavoro che c’è stato dietro?
Questo progetto è nato tanti anni fa, ben prima del mio incontro con Burt Bacharach: all’età di 16 anni mi regalarono un bellissimo disco dove Dionne Warwick cantava appunto Burt Bacharach e così scoprì non solo Dionne Warwick come cantante ma anche il repertorio di Bacharach e me ne innamorai. A 19 anni insieme al mio pianista, che è lo stesso che ancora oggi mi accompagna nei live, feci partire questo progetto dedicato a Burt Bacharach, tutto realizzato in chiave jazz. Quest’idea è rimasta nel cassetto per tanti anni, poi ho avuto la possibilità di conoscere il maestro con cui ho avuto il piacere di collaborare, e in seguito circa 2-3 anni fa ho deciso di riprendere in mano questo progetto e di riarrangiarlo in una chiave che però potesse attraversare più generi e che fosse più adatto alle sfaccettature della mia vocalità. Ciò è stato possibile ovviamente grazie agli arrangiamenti di Piero Frassi, che appunto è il pianista di cui ti parlavo in precedenza, da cui è nato questo disco che abbiamo registrato lo scorso novembre in presa diretta, un po’ come si faceva 50 anni fa, senza tagli o lavori di editing ma registrando più e più volte fin quando il risultato non fosse soddisfacente. Quindi capisci che dietro c’è un grande lavoro.
Qual è il pezzo del nuovo album a cui sei più legata o che senti più vicino?
Sicuramente ‘Alfie’, che è il brano che eseguiamo sia nel disco che nel live solo piano e voce e che è anche il brano con cui Burt Bacharach mi ha conosciuta, visto che il mio ex manager gli fece sentire la mia versione di questo brano e si può dire quindi che è da qui che iniziò quella collaborazione con il maestro. Per certi versi ormai questo pezzo è un po’ il mio “cavallo di battaglia”.
Quanto è stato importante per te e per la tua crescita come artista l’incontro con questo maestro?
E’ stato davvero fondamentale. E’ una persona molto semplice ma allo stesso tempo è un grande nel suo campo. Io credo che chi è come lui non ha bisogno di dimostrare qualcosa a qualcuno. Mi ha trasmesso l’idea di cantare con molta semplicità: nonostante in America ci sia questa “cultura” di cantare con tanti vocalizi o abbellimenti vari lui invece è riuscito a trasmettermi che la musica può arrivare anche cantando in maniera molto semplice.
Cosa puoi dirci dei tuoi progetti futuri?
Sicuramente da un po’ di tempo sto pensando ad un disco di inediti. Discograficamente sono stata un po’ ferma negli ultimi tempi, ma in realtà ho continuato a lavorare anche insieme ad altre persone per realizzare delle cose che al momento sono ancora lì, chiuse nel cassetto, ma che presto inizieranno a prendere forma. Ho una gran voglia di lavorare a un disco di inediti e di poter così trovare qualcosa che possa corrispondere non solo alla mia voce ma anche alla persona che sono oggi.
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