Philippe Petit (Joseph Gordon-Levitt) è un famoso funambolo francese, già noto ai più per aver effettuato una camminata sul filo tra le due guglie di Notre Dame de Paris, riscuotendo un grande successo. Le sue mire però sono ben più ampie: è il 1974, le Torri Gemelle del World Trade Center di New York sono quasi ultimate e Philippe è deciso a tentare la folle camminata di 44 piedi tra la Torre Nord e la Torre Sud, all’alba, di fronte ad una Grande Mela appena sveglia.
Nel trentesimo anniversario dell’indimenticabile Ritorno al Futuro Robert Zemeckis decide, dopo tre anni di inattività, di raccontare nuovamente grandi storie. Stavolta però si tratta di qualcosa di realmente accaduto, un evento entrato nella leggenda benché due dei tre protagonisti della vicenda non ci siano più. Proprio quelle Twin Towers , distrutte dagli attentati ed i successivi incendi dell’11 settembre 2011, sono infatti il silente motore e palcoscenico dell’eccezionale impresa del funambolo francese, immobili spettatori e allo stesso tempo parte integrante della camminata sul WTC.
Costretto a trasmutare la vicenda nei più semplicistici canoni hollywoodiani, Zemeckis dà vita ad un’ opera particolare, nettamente bipartita in due tronconi, uno preparatorio alla grande impresa, l’altro riguardante l’impresa stessa. Per forza di cose le vere e proprie emozioni arrivano con il forte aumento di ritmo del film coincidente con l’inizio delle operazioni per l’evento. Prima di ciò la pellicola si mantiene su ritmi narrativi piuttosto blandi, con un’ora abbondante che riempie con un po’ di affanno una parte comunque propedeutica. I precedenti poi sono di tutto rispetto, dal cortometraggio High Wire del 1984 di Sandi Sissel fino al documentario Premio Oscar 2009 Man on Wire – Un uomo tra le Torri di James Marsh.
Joseph Gordon Lewitt, nell’alternarsi tra la figura di interprete vero e proprio di Philippe Petit e quella di narratore esterno, risulta molto convincente nel cogliere la maniacalità, l’ossessione e la testardaggine che il personaggio stesso di Petit incarna. Tutto doveva essere perfetto, nei minimi dettagli, specchio di una personalità difficile e complessa che Lewitt porta sul grande schermo in tutte le sue sfaccettature. Paga leggermente una sceneggiatura non proprio brillante, che sostanzialmente prova a girare intorno al suo fulcro (la camminata) non aggiungendo molto altro, ma semplificando, e di molto, l’accorato e sentimentale racconto che emerge dai libri scritti dallo stesso Petit in poco più di due ore. Al di là del protagonista, gli altri personaggi aleggiano anonimamente sulla scena, senza lasciare tracce memorabili.
The Walk, dunque, è una classica produzione hollywoodiana, non tanto come sinonimo di “esagerazione” quanto nella sua assonanza con il termine “commerciale”. Ancora una volta Zemeckis si dimostra un maestro della cinematografia di massa, adatta al bacino di utenza che riempie le sale all’uscita di blockbuster di successo. L’utilizzo del 3D, effettivamente godibile soltanto nelle scene più verticali e vertiginose, è la testimonianza più pura dell’intrinseca natura estensiva dell’opera, testimonianza di una grande impresa, per un grande pubblico.
Scheda film
Titolo: The Walk
Regia: Robert Zemeckis
Sceneggiatura: Robert Zemeckis, Christopher Browne, Philippe Petit (soggetto)
Cast : Joseph Gordon-Levitt, Ben Kingsley, Charlotte Le Bon, Clement Siborny, James Badge Dale, Cesar Domboy, Ben Schwartz, Benedict Samuel, Steve Valentine, Vittorio Rossi
Genere: Biografico, Drammatico
Durata: 123′
Produzione: ImageMovers, Sony Pictures Entertainment, TriStar Productions
Distribuzione: Sony Pictures Italia
Nazione: USA
Uscita: 22/10/15
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