Emergere nel difficile mondo del cinema italiano non è affatto semplice. In un utopico mondo in cui a farla da padrone sarebbe la meritocrazia – pur sapendo che il più delle volte ciò non avviene – a venir fuori dall’immenso mare di professionisti e aspiranti tali del mondo della settima arte dovrebbe essere chi ha davvero talento e chi ha costruito il proprio nome e la propria storia con anni e anni di lavori e sacrifici. In un mondo che però in realtà così perfetto non è, anzi a volte è tutto l’opposto, ci sono anche professionisti del genere che riescono, piano piano, a portare avanti le proprie idee ed i propri progetti conquistando la notorietà e il successo che meritano. Eccezioni che continuano a farci ben sperare per il futuro del cinema del nostro paese. E’ il caso di Max Croci, regista di una delle più belle sorprese cinematografiche delle ultime settimane: ‘Poli Opposti‘.
La carriera del regista di Busto Arsizio inizia però molto prima di arrivare nelle sale con la commedia che vede protagonisti due ‘fuoriclasse‘ del nostro cinema come Luca Argentero e Sarah Felberbaum: numerosi cortometraggi, diversi documentari, qualche esperimento sul web e molta televisione sono stati gli elementi che hanno contribuito alla crescita artistica del regista che potrà sicuramente continuare a dare nuovi interessanti spunti al cinema italiano nei prossimi anni. Noi di MyReviews abbiamo contattato in esclusiva Max Croci per parlare con lui di ‘Poli Opposti‘ e dei suoi prossimi progetti.
E’ passato poco più di un mese dall’uscita nelle sale del tuo primo lavoro cinematografico, ‘Poli opposti’. Ti ritieni soddisfatto, oltre che del prodotto finale, dei risultati? Che riscontri hai avuto sia dal pubblico che dalla critica?
Partiamo dal fatto che pienamente soddisfatto non lo sono mai. Dal punto di vista artistico sono molto pignolo e sono il primo critico di me stesso, quindi è molto difficile ora per me dare un giudizio obiettivo sul risultato del film. Volevo fare una commedia più “all’americana” che non “all’italiana”, che fosse glamour, garbata, romantica con protagonisti upper class come in molte commedie degli anni ’30 e ’40 e, a detta di molti, ci siamo riusciti. Il pubblico ha reagito bene, la prima settimana siamo stati il 6° incasso (il primo italiano), battuti dai colossi di animazione e dalla fantascienza di Ridley Scott. La gioia più grande rimane per me sentire il pubblico ridere in sala e vederlo uscire sui titoli di coda con un sorriso sul viso. Questo film non ha altre pretese se non quelle di far passare serenamente 90 minuti. La critica, a giudicare dale recensioni recuperate in rete (un momento che mette a dura prova chiunque), si è divisa: molti hanno colto e apprezzato la leggerezza e le intenzioni del film, altri hanno criticato proprio questo e il numero eccessivo di sceneggiatori coinvolti, non conoscendo le reali dinamiche di produzione, ma questa è un’altra storia…
Protagonisti di questo film sono stati due attori di primissimo ordine come Luca Argentero e Sarah Felberbaum. Com’è stato lavorare con loro? Hai qualche aneddoto in particolare del lavoro sul set che ricordi con più piacere?
Lavorare con attori come Luca e Sarah è puro piacere! Sono entrambi talentuosi e meravigliosi, anche dal punto di vista umano. Luca è un uomo con un’eleganza e un amore per il proprio lavoro che lo rende amato da tutti e Sarah ha una bellezza e un modo di fare che ti conquistano immediatamente. I ricordi dal set che mi porterò nel cuore sono tanti, ma su tutti vincono i momenti di contrasto tra i due protagonisti: Sarah spinta sempre di più a trasformarsi in una iena e Luca perfetto anche nell’incassare gli schiaffi che, per amor di verità, erano parecchio sonori. Ci siamo molto divertiti. E poi un momento unico… Creare la pioggia per il bacio sotto Castel Sant’Angelo!
Qual è la difficoltà più grande che un regista che vuole fare cinema incontra nel nostro paese?
Le difficoltà sono tantissime. A cominciare dalla scelta del progetto che si vuol portare avanti. Produttivamente parlando ancora vincono nel nostro paese le commedie leggere e i film comici, quindi se avete in mente di realizzare un noir o un mélo, preparatevi alla dura lotta. Purtroppo girare un lungometraggio implica un investimento produttivo di un certo tipo. Quindi sicuramente non è facile convincere una produzione ad investire su un regista alla sua opera prima. E lo è ancora di più se il soggetto del film si discosta da quanto il pubblico sembra apprezzare maggiormente.
Vieni da anni di cortometraggi, documentari e lavori in televisione. In che ambito ti trovi più a tuo agio o ti diverti di più?
Se parliamo di divertimento, i cortometraggi vincono. Anche perché sono realizzati spessissimo con amici, senza una committenza, quindi con estrema libertà d’azione e prodotti perchè si ha un’idea forte o anche solo molto divertente da portare sul grande schermo. Certo è faticoso girare con budget che ti obbligano a concentrare le riprese in pochissimi giorni, chiedendo la disponibilità di professionisti che si ritrovano a fare il doppio del lavoro senza essere pagati (un rimborso spese se va bene).
Però poi che soddisfazione portare in giro il corto, vederlo crescere e magari aggiudicarsi dei premi in qualche festival. Anche lavorare sul documentario mi ha molto divertito. Un lavoro più di ricerca e di montaggio, che ha soddisfatto la mia passione per il cinema del passato.
C’è un regista (o più di uno) a cui ti ispiri? Se sì, perché?
Per un appassionato di cinema passato dietro la macchina da presa il confine tra i registi che ami e che studi e quelli che diventano reali fonti di ispirazione è sottilissimo. I primi nomi che mi vengono in mente sono i maestri del passato come Howard Hawks, Billy Wilder, George Cukor… Di loro amo la costruzione perfetta del film, la direzione degli attori, la bravura nel passare da un genere all’altro lasciando sempre un’impronta memorabile… Riferimenti inarrivabili.
Con quali attori – italiani e/o internazionali – ti piacerebbe poter lavorare in uno dei tuoi film?
Devo confessare che molti desideri sono già stati soddisfatti. Ho avuto la fortuna di lavorare con attori e attrici italiani con cui sognavo di lavorare. Certo manca ancora qualcuno all’appello… Ma preferisco non fare i nomi, forse per pura scaramanzia. Mi piacerebbe tantissimo confrontarmi con attori internazionali, ovvio. Magari qualche “mostro sacro”…
Cosa puoi dirci dei tuoi prossimi progetti?
Dopo “Poli opposti” ho girato un’altra commedia, attualmente in fase di montaggio. Nel cast Luca Argentero, Ambra Angiolini e Stefano Fresi.
Cosa invece ti piacerebbe poter fare in futuro?
Sono piuttosto ancorato al presente! Comunque diciamo che vorrei continuare questo percorso cercando di migliorare sempre più. E quanto mi piacerebbe girare un musical!
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