Non tutti i giorni capita di trovare artisti giovani, talentuosi ed originali che si affacciano al mondo della musica cercando di trovare un’alternativa agli ormai sempre più presenti talent show (X-Factor, The Voice per citarne due).
È il caso di Deadstar, pseudonimo di Enrico Petrelli, che si sta ritagliando un posto nel panorama musicale italiano e non solo grazie ad una curiosa ed efficace (dati i tempi che corrono e l’uso che si fa dei social media) collaborazione con Lory del Santo, direttrice e produttrice di una web-serie che sta spopolando in rete dal titolo The Lady, e di cui Deadstar ha curato la sigla di chiusura della seconda stagione con una canzone omonima.
Enrico Petrelli, è un produttore discografico e cantautore italo-francese, attualmente lavora tra Parigi e Roma. Gli inizi di carriera artistica lo vedono come dj per Radio Radio e Rai International.
Da segnalare le sue collaborazioni, sia come produttore che come interprete con Amanda Lear (insieme hanno duettato nel singolo “Someone else’s eyes”), che lo ha definito come “il nuovo Peter Gabriel”, per la sua versatilità e poliedricità.
Se con “Deadstar sings Jackson” siamo di fronte ad un album di cover acustiche, nel 2012 l’artista si apre alla pop-dance entrando in empatia con le nuove generazioni e affrontando un genere dai connotati più commerciali.
Un artista che fa propria la musica e che, da ammirare, riporta in auge la figura del cantautore che scrive i propri testi creando un legame profondo con i brani interpretati.
Attendiamo di vedere il suo nuovo lavoro in collaborazione con Paolo Castellani (arrangiatore del brano The Lady su citato) e con cui ha lavorato per l’album in uscita a febbraio e contente cover anni ‘80 rivisitate in chiave acustica.
Noi di MyReviews l’abbiamo incontrato per voi, ecco com’è andata l’intervista.
1) Deadstar: come mai questo pseudonimo e da dove è nata la tua passione per la Musica
Deadstar è un nome “doppio” che ha in se la luce e l’ombra, e corrisponde molto al mio carattere artistico (e non solo:)). La musica la ho fatta da sempre: i miei mi mandavano a scuola di piano da una “insegnante” alla quale dicevo, all’epoca, “sei piu’ cattiva della mia maestra di religione”. Ho studiato poi canto con Antonieatta Franceschi: un talento, una donna energica, una passionale della musica. Le devo il fatto di avere capito come sfruttare al meglio la mia voce, cosa poterci fare “tecnicamente” e come poterla modulare. Mi faceva ripetere la stessa cosa centinaia di volte … Quanto mi ha fatto piangere!
2) Il tuo passato di musicista ha visto prima la realizzazione di cover acustiche (un esempio l’album Deadstar sings Jackson) e successivamente l’approdo ad un genere più commerciale come la pop-dance. Come è avvenuto questo passaggio?
Io nasco acustico, infatti il mio prossimo album (2016) con Paolo Castellani è un progetto acustico, una ripresa di cover di canzoni anni 80 (pop) in chiave invece completamente acustica.
Non ho un genere e credo che non abbia senso “inquadrarsi” in un filone musicale.
3) In una realtà musicale che vede l’uso dei social primo mezzo di promozione e che spesso porta alla inevitabile decisione di scaricare i brani piuttosto che comprare un cd, cosa ne pensi di questa trasformazione del pubblico e che messaggio vorresti lasciare al riguardo?
La realtà è web, la realtà è social. E’, appunto, una realtà dove meritocraticamente un pubblico “vero” si puo’ conquistare. Esiste comunque una verità parallela per cui un “mi piace” falsa le considerazioni oggettive, in fondo “metterlo” non costa nulla ma questo inganna sui grandi numeri. La musica andrebbe comprata non perchè è “giusto cosi”, ma perchè il collasso dell discografia fa si che le produzioni saranno minori, diversificate (troppo) e spesso scadenti. Ero per il cd a basso costo anni fa, quando di cd ne stampavamo e vendevamo a migliaia, sono per il digital download a prezzo dimezzato, su tutti i dispositivi, ed in maniera semplificata.
4) Il singolo “The Lady” è stato scelto come colonna sonora di chiusura della seconda stagione dell’omonima web-serie diretta e prodotta da Lory del Santo. Come è nata la vostra collaborazione e cosa ti ha spinto a lavorare per una web-serie?
Non avevo mai fatto una “sigla” e questo mi intrigava molto perchè le sigle vanno scritte con una logica prettamente pop: nel ritornello devi ripetere spesso la stessa cosa se vuoi che in 30 secondi resti in testa. Con Lory ci siamo conosciuti mesi fa: ero rimasto colpito dal suo lavoro, trovo la sua mossa di comunicazione geniale. Lory è stata criticata spesso ma, infine, ha ottenuto un doppio scopo: creare una “soap” popolare che il pubblico segue realmente e fotografare una realtà che, spesso, è davvero come la vediamo in The lady. Che ci piaccia o meno, se non vogliamo pensare di essere cosi’, possiamo pensare che lo siano i nostri vicini di casa 🙂
Un grazie sentito, per il materiale e per averci concesso l’intervista, a PAROLE E DINTORNI
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