Checco è un impiegato statale, legato indissolubilmente al suo posto fisso. Egli conduce una vita che gli sembra perfetta : ha un lavoro sicuro, un fidanzamento senza impegni e senza figli… Tutto cambia però quando il governo vara la riforma che decreta i tagli alle province. Checco è costretto dunque a fare una scelta: abbandonare il suo amato e sacro posto nell’ufficio provinciale o spostarsi lontano dalla sua casa e dai suoi genitori.
Dopo tre film, tre grandi successi, Luca Medici in arte Checco Zalone torna sul grande schermo con un film questa volta diverso dai precedenti, prodotto da Pietro Valsecchi. Cominciando da un paesino pugliese ci trasportano in Africa, tra i fiordi norvegesi (dove hanno realmente girato) ed addirittura al Polo Nord, in un continuo susseguirsi di scene e paesaggi nuovi in un film comico italiano ma che si apprezzano con grande facilità, a sottolineare un italiano che capisce veramente chi è solo quando va all’estero. Quo Vado? racconta una storia ironicamente realistica di un uomo che affronta qualsiasi ostacolo pur di mantenere il suo posto fisso. Un posto che sembra quasi vitale e che sembra porsi addirittura davanti alle scelte incondizionate del cuore. “Gli impiegati pubblici hanno salvato la democrazia del nostro Paese” afferma il regista Gennaro Nunziante che delinea quindi l’italiano come una figura fortemente attaccata al proprio lavoro e che per niente e nessuno al mondo firmerebbe le dimissioni, una sorta di patriota che preferisce la “sicurezza” al tentare qualcosa di più azzardato. Tra ironia e verità Checco Zalone è perfettamente in grado di sottolineare tematiche sociali attuali strappando comunque un sorriso allo spettatore ma mai cadendo nel volgare. Anche stavolta si pone in primo piano la figura dell’italiano medio, colui che preferisce la strada facile alla fatica, colui che si lamenta, vive con i genitori ed al quale stanno strette le leggi statali ma anche colui che senza arrendevolezza e con un po’ di adattamento riesce ad andare avanti per la sua strada seguendo ciò che vuole veramente e che in fondo nei suoi diritti ci crede e non vuole perderli. Richiamati spesso sono i luoghi comuni ma senza mai cadere nel banale o nel già visto, originale è la canzone “la prima repubblica” che recita : “La prima repubblica / non si scorda mai” (…) “Dei quarantenni pensionati / che danzavano sui prati” (…) “e i bidelli sordomuti cantavano / e per un raffreddore gli davano / Quattro mesi alle terme di Abano”. Le scene che più fanno riflettere sono quelle girate in Norvegia : nella splendida cornice dei fiordi gli abitanti sono molto civili, sono in fila per ore senza usare il clacson, non parcheggiano in seconda fila, non buttano a terra cartacce etc.. Sembra quasi si richiami il contrasto tra nord e sud dei primi film, questa volta però uscendo dalla penisola, ma evidenziando le mancanze e le differenze tra l’Italia e gli altri Paesi. La storia è una sorta di flashback del protagonista, che arrivato nel territorio di una tribù africana è costretto a raccontare la sua storia per poter essere considerato “degno”. Comincia così un racconto che vede l’attore sin da piccolo (il cui sogno è “fare il posto fisso”) fino ad arrivare alle peripezie che ha dovuto affrontare pur di non rinunciare al suo impiego “sicuro”. Il protagonista è trasferito più e più volte lontano da casa (sembra quasi ricordare il Claudio Bisio di Benvenuti al Sud) dalla perfida dottoressa Sironi (Sonia Bergamasco), del ministero, ma sembra che l’amore verso il suo impiego sia più forte di qualsiasi situazione gli si pari davanti. Egli mostrerà di vacillare solo quando sarà trasferito al Polo Nord, dove conoscerà una splendida ricercatrice, Valeria (Eleonora Giovanardi), che metterà in discussione tutto ciò per cui egli ha lottato fino a quel momento. Il cast è buono, accanto al protagonista indiscusso la Bergamasco, la Giovanardi e la Modugno (che interpreta la madre di Checco) sono tre donne fondamentali nella storia, ognuna diversa dall’altra ma tutte con la medesima importanza nelle vicende. Interessante la partecipazione di due pietre miliari della commedia italiana quali Maurizio Micheli e Lino Banfi, il primo nella parte del padre di Checco ed il secondo nei panni di un anziano senatore, colui che ha “donato” il posto fisso al protagonista e che ad ogni ora del giorno e della notte gli ricorderà di non firmare MAI (!) le dimissioni.
I presupposti per un ottimo risultato ci sono, i 52 milioni di euro incassati per il film “Sole A Catinelle” (secondo solo ad Avatar di James Cameron). Quo Vado? diviene quindi un film molto ambizioso, una pellicola dalla storia solida e dal budget rischioso. Straordinariamente fin ora ha ottenuto in tre giorni in sala ben 22 milioni di euro, scavalcando l’ultimo capitolo della saga Harry Potter, sconfiggendo il lato oscuro di Star Wars e diventando un vero fenomeno mediatico. La pellicola è piacevole, scorrevole e le risate sono garantite tutto ciò per dire che se l’affluenza c’è, evidentemente ne vale la pena. Tutto questo successo? Noi non ce lo aspettavamo, e voi?
Scheda del film
Titolo: Quo Vado?
Regia: Gennaro Nunziante
Sceneggiatura: Luca Medici, Gennaro Nunziante
Cast: Checco Zalone, Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Maurizio Micheli, ludovica Modugno, Ninni Bruschetta, Paolo Pierobon, Lino Banfi, Azzurra Martino.
Distribuzione: Medusa
Produzione: Pietro Valsecchi – Taodue Film
Durata: 86’
Nazione: Italia
Uscita: 01 Gennaio 2016
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