Dopo la proiezione in anteprima del film Quo Vado?, adesso nelle sale, il cast ed il regista si sono trattenuti con noi di MyReviews per un incontro all’interno del Cinema Multisala Adriano, in piazza Cavour a Roma. Abbiamo avuto il piacere di incontrare il protagonista della pellicola Luca Medici (Checco Zalone) che ha subito esordito ringraziando il regista Gennaro Nunziante per averlo aiutato nella riuscita di questo film.
Cosa c’è di diverso in questo film rispetto ai precedenti?
Sicuramente abbiamo utilizzato prima di tutto un budget più ampio, abbiamo cercato l’innovazione dal punto di vista dell’immagine. Nel film si possono notare numerosi viaggi, siamo arrivati addirittura a girare in Norvegia. Non vorremmo si paragonasse questo film ai precedenti, per il semplice fatto che cerchiamo di distaccarci per evitare il confronto, abbiamo cercato di dare quel che davvero si è potuto, fino in fondo, e deciso un confronto con l’estero per raccontare al meglio il nostro paese. In tutto ciò abbiamo messo tanta passione e ci siamo ispirati alle commedie italiane, abbiamo aspirato a quei personaggi e quei capolavori, ma non potremmo mai metterci al livello dei grandi.
All’interno del film si sono notati anche dei collegamenti con La Grande Bellezza, è una citazione?
Sì è molto lieve ma siamo felici che qualcuno l’abbia colta. Abbiamo riprodotto un paio di scene, per il semplice fatto che Sorrentino ha prodotto una pellicola da Oscar, un film italiano che parla dell’Italia e dell’abitante della penisola.
Avete pensato all’ironia come qualcosa da essere utilizzato per sottolineare problemi e dallo sfondo pedagogico?
Non facciamo pedagogia, ma sicuramente il modo migliore di evidenziare i problemi del paese e non, è sicuramente l’ironia. Abbiamo pensato di dipingere l’impiegato del posto fisso come un eroe, colui che ha salvato la democrazia, quasi esagerando questa figura. Il mondo del lavoro in Quo Vado? viene sicuramente raccontato ironicamente cercando di ricordare i nostri genitori ed i nostri avi, veramente attaccati al loro posto fisso. Ormai non è più così, i tempi sono cambiati.
Nel film c’è una scena in cui il protagonista è in Norvegia, in televisione vede Albano e Romina sul palco e lì si ricorda quanto gli manca l’Italia.
Questa è in assoluto la sequenza che preferisco (ride). Quando si scrive un film lo si fa un anno prima, quella scena l’abbiamo aggiunta in seguito, quando siamo andati a cena proprio con Albano e Romina alla Pergola. Lì quando ci siamo seduti a tavola ho provato veramente l’emozione italiana vedendoli insieme, ma che non si toccavano! (ride ancora) E lì ho pensato: questa è l’Italia. Inizialmente volevamo proprio farli apparire poi per motivi logistici non ci sono potuti essere. Credo che comunque in quella scena risieda il sentimento dell’italiano vero. In quel momento sono immerso a parlare di processi astronomici, ma quando irrompono Albano e Romina in tv, non ce n’è per nessuno.
Hai mai avuto la tentazione di cercare un posto fisso?
Assolutamente. Credo sia una delle mie massime aspirazioni, ho anche fatto il concorso in polizia, ma niente..
Com’è stato girare al Polo Nord le scene sulla ricerca?
Senza i ragazzi del CNR non avremmo mai potuto girare, siamo partiti in dodici, un truccatore, uno che riprendeva.. Insomma, tutto poco agevole, ma ci hanno aiutato moltissimo. I ricercatori, che sono lì per pochi euro ma fanno cose grandissime, sono la parte migliore di noi, rappresentano l’Italia più bella. Hanno tutta la mia stima.
Come si vive da Checco Zalone?
E’ molto bello vivere da Checco, te lo auguro (ride). A parte gli scherzi, cammino per strada e la gente mi ferma per parlarmi, farsi le foto. Molti mi dicono “accidenti! Dev’essere terribile.” Io invece trovo sia una cosa bellissima.
Tu sei padre di una bimba di tre anni, com’è stato lavorare con i bambini in questo film ma soprattutto tenerli a bada?
Credo che i bambini facciano parte di quel tris terribile che bisognerebbe sempre evitare in un film “Le tre B” : Bambini, Barche e Bestie. I bambini con cui ho lavorato univano tutte le cose (ride). Scherzo, i bambini sono vivaci ma sono anche i più naturali, i meno costruiti. E’ sempre un piacere lavorare con loro.
Nel film viene presentata la tua nuova canzone : “La Prima Repubblica”, come Le è venuta in mente?
La canzone sulla repubblica è una canzone che ricorda un po’ i bei tempi andati, quelli in cui vivevano i nostri genitori. Sinceramente non credo molto a ciò che dico, ho voluto puntare sul divertimento, era per creare qualcosa di comico. Poi è andata inaspettatamente bene, sono secondo in classifica dopo Stevie Wonder e Justin Bieber!
Il film fa ridere anche prendendo un po’ di mira l’italiano politicamente scorretto, quali sono i limiti che vi siete dati?
Il limite è sicuramente il buonsenso. La scorrettezza ha alzato la sua soglia soprattutto negli ultimi tempi con i social e la rete: è pieno di battute poco carine che diventano pesanti sia sui politici che su persone di una certa importanza. Credo ci sia una sottile linea tra simpatia ed insulto gratuito, non bisogna superarla e fare attenzione. Nel film abbiamo comunque tagliato molte cose che ci sembravano divertenti ma a risentirle erano ridondati, quasi noiose. Abbiamo cercato sempre aspetti curati e ricercati. Il politicamente scorretto è visto e rivisto ma perde senso se cade nel banale, quindi ci siamo impegnati a non finire mai nell’ovvio.
Quali sono le aspettative per questo film?
Sono un po’ in ansia, insomma l’ultima volta è andata bene. Le aspettative sono sicuramente tante, il film esce il 1 gennaio in un numero record di schermi (quasi 1.300) e molte sale forse più di 100 hanno aderito all’iniziativa di proiettare a capodanno a mezzanotte e mezza e altri spettacoli a partire dalle 2 – 2,30. E’ la prima volta che una proiezione viene fatta i primi giorni di gennaio. L’aspettativa insomma è alta, il film è bello e speriamo piaccia a tutti ma comunque vada andrà bene lo stesso.
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