Il cinema di Roland Emmerich è un cinema industriale, massiccio, magico (non di vedute, ma più che altro per via degli effetti speciali di cui si nutre), a tratti elementare ma di sicuro impatto. È gonfio d’enfasi, di luoghi comuni, di passaggi obnubilanti e demenziali – per certi versi – in sceneggiatura. Un cinema “made in USA”, tronfio, sicuro di sé (?!), che attinge alla mitologia sentimentale DOC in pieno american style. Insomma in due parole: grandioso e pacchiano al contempo. Sconsiderato ed autoreferenziale del cinema a stelle e strisce tutto, blockbuster in prima fila nel calderone delle gesta, delle epopee da cui attingere. Troviamo, nella filmografia di Emmerich, come in un ciclo, storie pressoché simili, colme di insensate pretese di superiorità sociale civile e morale che l’America – certa parte dell’America… – in realtà processa ed abbraccia come modus vivendi. Film che però poi ti spiazzano, perché dopo aver accumulato, per gran parte del minutaggio, cliché, esagerazioni ed offese all’intelletto, ti accorgi del volere quasi parodistico dell’operazione. Emmerich è questo. È stereotipi esagerati. È cinema hollywoodiano portato all’esasperazione. È un po’ Michael Bay ed un po’ Verhoeven. È un quasi DiCaprio, interessato alle politiche climatiche (The Day After Tomorrow, 1997 – il principio dell’arca di Noè). Passando per i due Independence day dove la chiave di lettura è la parodia del cliché del reazionario USA in lotta contro l’alterità. Insomma… Sembra proprio che Emmerich sia distante anni luce dai cosiddetti “film normali”!
Emmerich in dieci film:
1997 – Il principio dell’arca di Noè (1984): Banco d’esame costato davvero parecchio, per una scuola di cinema. Un fantapolitico in salsa fantascientifica che strizza l’occhio ad un certo filone a stelle strisce anni ’50. Presentato alla Berlinale.
Fantasmi ad Hollywood (1987): Dopo Joey e prima di Moon 44, ecco una dark comedy sullo star system USA. Tutto comincia da qui…
Stargate (1994): Assieme a Dean Devlin (produttore), Emmerich prende asilo in America. Dopo aver esordito con I nuovi Eroi, avviene la consacrazione proprio con Stargate, film per certi versi già “datato” appena sbarcato nelle sale. Lungo che però vince e convince, unendo scienza vera a scienza… da lettura. Primo film ad avere un sito web dedicato.
Independence day (1996): Will Smith. Due parole. Un nome ed un cognome. Già solo per questo, cui si aggiunge un nutrito cast di stelle americane, il film ha un potenziale significativo. Uniamo alla ricetta, una trama con elementi classici (umani vs alieni) e battute al vetriolo. Un film che predica la distruzione dell’America come nazione e che poi, magicamente, ne ricostruisce le fondamenta. Campione d’incassi che richiede e merita un seguito. Seguito che Emmerich partorirà anni dopo.
Godzilla (1998): Un rifacimento di un classico senza tempi: anche qui, un mostro (classico) e la lotta dell’umana specie contro di esso. Spettacolo, effetti speciali, puro popcorn movie che non chiede pensieri, riflessioni.
Il Patriota (2000): Il bene (l’America) contro il male (tutto il resto): un classico schema, quasi, di tutti i film a marchio Emmerich. Il regista tedesco, stavolta, affronta la guerra d’indipendenza come se fosse “un (mal)affare di famiglia”. Si può parlare di kolossal storico? No. O meglio… Nì.
The Day After Tomorrow (2004): Altro ecologic blockbuster a tratti sciocco, a tratti (semi) realistico. Ha però momenti godibili – tra cui una giovane Emmy Rossum ed un brillante Jake Gyllenhaal in una liason mordi e fuggi. Oh… dimenticavo: gli USA qui vengono ospitati dal Terzo Mondo.
2012 (2009): Ironia. Per tutto il film. Uno spettacolo sulla – della fine (200 milioni di dollari vi sembrano abbastanza?!). Punto di arrivo o di non ritorno, per Emmerich?
Anonymous (2011): Un complotto ci tiene sotto scacco. Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato. O qualcosa del genere… E se Shakespeare in realtà fosse Edward de Vere? Toni camp a gogò. Emmerich fa quel che può…
Stonewall (2015): LGBT puro e crudo. Almeno nei propositi… Propositi che sono, si, buoni ma che la personalità di Emmerich aggroviglia facendo si che le intenzioni – e la macchina da presa – gli sfuggano di mano. Bring back to us Godzilla, please!
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