Allegro, disponibile. Professionale. Ian McKellen entra nella Google Cinema Hall a mani alzate, col sorriso stampato sulle labbra. Presentato non senza emozione dal Direttore artistico del Festival, Antonio Monda, l’attore britannico viene travolto da un unico, gigantesco e sincronizzato applauso di tutto il pubblico presente (stampa inclusa), che per un minuto ha regalato al baronetto inglese tutto l’affetto che merita.
E Sir McKellen risponde all’affetto donando sorrisi ed alzandosi in piedi ad ogni domanda per permettere a tutti di vederlo, seguirlo e partecipare, seppur con la sola presenza, a quest’incontro unico e irripetibile per pathos ed emozione. A ruota libera, seppur seguendo, come format vuole, domande legate a cut di film da lui interpretati, Sir McKellen parla di Riccardo III, di Shakespeare e del suo amore per il teatro. Ma anche dei retroscena de “Il Signore degli anelli” – «Eravamo in Nuova Zelanda, dentro a dei capannoni e chiesi a Peter Jackson, “come è questo mostro da cui devo scappare?” “Non lo sappiamo ancora!” rispose lui. Poi prese un asta ci infilò sopra una pallina da tennis e disse ” se proprio lo vuoi, eccolo!” ». Il pubblico ride assieme a lui e si mostra un tutt’uno con l’attore britannico che poi replica quello che in conferenza stampa aveva regalato agli addetti ai lavori, ovvero la battuta oramai entrata nella storia del cinema e nei cuori di tutti i Tolkeniani: il “Tu non puoi passare”, storica frase che Ian McKellen pronuncia ne Il Signore degli Anelli nei panni di Gandalf.
Dopo averci consigliato di visitare almeno una volta nella vita la Nuova Zelanda, l’attore parla del cinema francese e della sua passione per i film francesi ed in particolare uno: “Le vacanze di Monsieur Hulot” (1953) di Jacques Tati. Fa notare a tutti che, nonostante il film sia quasi privo di dialoghi, punto fondamentale del teatro, esso funzioni ugualmente perché, aggiunge: «Al cinema contano le immagini esattamente come nei comics.». Comics (o meglio, cinecomics) per cui ha interpretato il ruolo di Magneto – ruolo che, definisce, «Del tutto contrario al suo carattere e alla sua volontà. Perché Magneto crede che gli “esseri speciali” / le minoranze debbano dominare. Io credo che si possa convivere civilmente nel reciproco rispetto.».
Un uomo, un attore, un mito per generazioni e generazioni di giovani e meno giovani che sono cresciute con le sue interpretazioni magistrali e piene di pathos, umanità ed estro.
Lascia un commento