La carriera altalenante del regista danese Winding Refn, è stata spesso costellata da flop e da brutte recensioni da parte della critica, accusato di offrire un cinema crudo ma povero di contenuti. E si potrebbe affermare che Solo Dio Perdona non ne sia esente.
Il giovane Julian (Ryan Gosling) gestisce in collaborazione con il fratello una palestra di Boxe Thai, quando quest’ultimo preso da un raptus di follia stupra ed uccide una minorenne finendo a sua volta ucciso. La madre dei due, Jenna (Kristin Scott Thomas), medita vendetta e ordina ai suoi di eliminare coloro che hanno eseguito l’assassinio del figlio, la cui colpevolezza ricade su Chang (Vithaya Pansringarm), agente di polizia in pensione, che si erge a punitore della criminalità di Bangkok. Inizia così una lunga scia di sangue e morte, in cui l’unica regola è uccidere e sopravvivere.
La pellicola vorrebbe essere un poliziesco crudo e sanguinario, imperniato sulla ricerca della vendetta da parte della madre dei due ragazzi, e in alcuni punti ci riesce ma l’eccessiva crudezza non lascia spazio ad altro. Ci ritroveremo a rivedere fiumi di sangue scorrere, senza una trama solida da sostegno che ne regga la presenza, lasciandoci di fatto quasi nauseati dalle troppe morti presenti nella storia. Ciò che risalta più di tutto nella pellicola è l’eccessiva lentezza, coadiuvata dalle musiche e retta dal poco spazio lasciato ai dialoghi la cui assenza è colmata da sguardi e linguaggi del corpo dei vari personaggi, soprattutto per l’attore Ryan Gosling la cui interpretazione, un po’ come accadeva in Drive (opera precedente dello stesso regista), è smisuratamente ermetica incentrata su riflessioni e sguardi ma tuttavia poco espressiva, tutto a discapito della scorrevolezza della pellicola. Molta importanza è data alle mani, spesso chiuse a pugno, come simbolo di virilità e violenza dell’uomo, molte saranno le inquadrature a quelle dei personaggi, quasi a simboleggiare la natura del film, intrisa di sangue e violenza, in un contesto freddo e privo di emozioni in cui bisogna lottare per sopravvivere. Un forte contrasto è presente fra madre e figlio, la prima desiderosa di vendetta e senza scrupoli, il secondo pacato e calmo, consapevole della situazione a cui sta andando incontro. Tuttavia è forte l’affetto provato per la madre, quasi una adorazione che porta Julian ad accettare ogni sua scelta. Winding Refn ha infatti voluto focalizzare l’attenzione sul rapporto madre-figlio, a tratti quasi morboso, in linea con la sua ideologia secondo la quale il figlio maschio vive con il costante pensiero freudiano di tornare nell’utero materno. Particolare attenzione è da rivolgere all'”antagonista” della pellicola, l’algido e spietato Chang, autoerettosi giudice della criminalità. Anche qui la resa del personaggio è data dagli sguardi e dalle movenze, prive di emozioni, perse in un distacco cinico dal mondo circostante. Tutto questo però decade in alcuni tratti del film in cui il personaggio si cimenta in improbabili karaoke e come figura paterna, scorci in cui si può notare il lato umano dell’antagonista. Molta attenzione è data ai luoghi in cui si avvicendano le situazioni, lunghe inquadrature sono date all’ambiente circostante, i corridoi della palestra, i night club, le sale di canto, donando alla pellicola un’aria claustrofobica e buia. Nonostante complessivamente la pellicola non offra innovazione o momenti memorabili, la colonna sonora si presta in modo corretto alla godibilità della pellicola, legandosi in modo perfetto alle situazioni. Così come i luoghi, anche le musiche sono opprimenti, buie e ansiose, che riportano alla mente le scene nelle sale orgiastiche de The Eyes Wide Shut (non me ne voglia il grande Kubrik), intervallate, così come accade per i personaggi, da musica da sala e da canto che rendono surreale la situazione.
La pellicola come detto non veicola grandi novità, pur tracciando un percorso leggermente diverso rispetto ai canoni dei film del genere. L’idea complessiva che ne deriva è quella di un film impegnato, forse anche troppo, che potrebbe risultare noioso a tratti, ma che merita di essere visto con una certa preparazione. E chissà che, consapevoli di ciò, il mix di musiche, ambientazioni e personaggi, non possa anche piacervi.
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Scheda film
Titolo: Only God Forgives – Solo Dio Perdona
Regia: Winding Refn
Cast: Ryan Gosling, Kristin Scott Thomas, Vithaya Pansringarm
Genere: Drammatico, Thriller
Durata: 90’
Produzione: A Grand Elephant, Film i Väst, FilmDistrict, Gaumont, Wild Bunch
Distribuzione: 01 Distribution
Nazione: Francia, Danimarca
Uscita: 30/05/2013 (Italia).
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