Il figlio di Michelle, una ricca ex attrice, viene coinvolto in un fatale incidente stradale. Sconvolta e senza conoscere i responsabili la madre chiede all’investigatore Corso di indagare sul caso per trovare i colpevoli. I fatti sveleranno un intrigo familiare e politico che porterà le indagini sul piano sociale dei giorni nostri.
Accantonata l’idea di girare un film sulla trattativa Stato-mafia, Marco Risi torna al cinema dopo quattro anni, proponendo un film di genere con una trama tagliente.
La ripresa parte dall’alto, segue il tragitto di una macchina nera e avanza senza far ascoltare il timbro del motore, avvolta solo dalla musica e dalla luce dei lampioni. Siamo a Roma, nel cuore di un delitto. L’investigatore Corso viene coinvolto in un caso ambiguo che apre un giallo stile anni ’40. La storia inizia in un bar con una madre preoccupata.
Marco Risi presenta un thriller dal titolo brioso, racconta una storia di corruzione e di ideali, porta sulla scena il bianco e il nero della stessa medaglia e li mette a confronto con due attori che interpretano il diavolo e l’acquasanta, uno è Claudio Amendola, l’altro Luca Argentero. Il primo rappresenta lo Stato, il secondo la verità. Un tema attuale, ben calibrato sulla bilancia del cliché e del realismo. Gli eventi non perdono mai di vista l’obiettivo e molte scene (di azione e di sparatorie) sono brutali quanto basta per suscitare una notevole tensione. Tuttavia quando compare sulla scena Luca Argentero si teme che il film possa cascare nel giro di tre minuti. Colpa di un’espressione che appare infastidita, ma è severa, sembra dura, ma quasi schifata, e non convince. Per fortuna, la spina dorsale dell’attore trapela nemmeno troppo lentamente, abbandonando una faccia ingessata maldestramente costruita, in favore di una più impegnata prestazione scenica. Oltre ai corrotti, ai sicari e alle minacce, che rispondono all’appello con Pippo Delbono, Pietro Ragusa e Bebo Storti, l’atmosfera noir è ricamata dalla bionda di turno, che in questo caso è una modella già collaudata sul grande schermo, Eva Herzigova, la quale sa essere all’altezza di particolari momenti di pathos. Claudio Amendola torna a recitare per Marco Risi dopo “Mery per sempre”, riuscendo a incarnare lo spettacolo doppiogiochista di un’istituzione.
In Cha Cha Cha si nota la mano di un regista che ha diretto pellicole come “Il muro di gomma” e “Ragazzi fuori”, capace di raccontare il dramma e la violenza di un sistema corrotto con un fervore autentico ed enfatico. L’irrazionale accondiscendenza con la quale oggi si accettano la criminalità, la superbia del potere e le ingiustizie sono schierate in fila indiana in questo film, dove un investigatore fedele a una morale più aulica ed eroica, raccoglie in sé un grido di denuncia e di libertà. Corso raffigura l’impavido, lo scaltro e il romantico modello a cui dovremmo ispirarci, senza un prezzo, privo di coinvolgimenti ricattabili e circondato suo malgrado, da una crudeltà non tanto fisica, quanto psicologica.
Questo film mette in evidenza ciò che non si vede e ciò che conviene. Come dice Risi “il nostro Paese è bello anche perché cialtrone, ma dovrebbe impegnarsi a diventare un po’ più serio”. Dunque sarebbe forse ora di iniziare a ragionare e a condividere sogni più forti del denaro, sarebbe ora di muoversi e di cominciare a “ballare”, con un altro ritmo.
<<Se vuoi fare qualcosa di segreto, mettilo bene in vista>>.
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Scheda film
Titolo: Cha Cha Cha
Regia: Marco Risi
Cast: Luca Argentero, Eva Herzigova, Claudio Amendola, Pippo Delbono, Pietro Ragusa, Bebo Storti, Marco Leopardi, Jan Tarnovskiy, Shel Shapiro, Nino Frassica
Genere: Thriller
Durata: 90’
Produzione: Bibi Film, Babe Films in collaborazione con Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Nazione: Italia
Uscita: 20/06/2013.
Annamaria Scali.
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