Emilio Madaio è un giovane produttore italiano con un passato a Hollywood ed un futuro in Italia (e all’estero). Lo abbiamo incontrato e quella che segue è un’intervista vera, di un giovane, classe ’78, pieno di speranze e di piccole grandi certezze, che sicuramente dirà la sua nel mondo del piccolo e del grande schermo.
È un vero piacere averti con noi Emilio! Prima domanda: Chi è Emilio Madaio? Com’è Emilio Madaio? Insomma parlaci un po’ di te!
Classe ’78, romano, produco audiovisivi, permetto a filmmakers, autori, distributori di incontrarsi per il progetto giusto. Ho una grande passione per far trovare un pubblico a contenuti autentici, mi muovo molto nel cosiddetto “artigianato” degli audiovisivi, dove capacità e audacia personali fanno la differenza.
Sei un produttore cinematografico: quando ti guardi attorno vedi una linea netta tra il vecchio ed il nuovo (la cosiddetta new wave / nuova era di giovani produttori come te) per quanto concerne il modo di “fare business” oppure… diciamo che alla fin fine il confine non è poi così marcato?
Splendida domanda. Direi di no. La voglia di intrattenere e far sognare il pubblico rimangono sempre le stesse. Credo che quello che cambia negli anni sono due elementi fondamentali: come i gusti del pubblico pagante guidano le scelte di produzione; come una nuova tecnologia trova spazio nel migliorare le produzioni.
Quanto conta la qualità secondo te, nel tuo settore, quello dell’intrattenimento? È un requisito fondamentale oppure, con gli “attori giusti”, il “regista giusto” etc. si riesce a “salvare” una storia anche se non è, diciamo, un capolavoro?!
Altra domanda fantastica. La qualità è fondamentale. Il ruolo del produttore è quella di fornire la versione migliore della storia che si racconta. Altrimenti il regista e gli attori “giusti” non hanno modo di dare il meglio.
Per via del tuo lavoro, visiterai sicuramente in lungo ed in largo il pianeta (sappiamo della tua frequentazione americana in quel di Hollywood ma anche di esperienze europee): è complicato relazionarsi con culture diverse, lavorativamente parlando?
Devo ammettere che ho la grande fortuna di sapermi relazionare con persone che hanno esperienze di vita tra le più disparate pensabili. Ma una volta che si riesce a stabilire l’obiettivo comune nel fare un film, posso assicurarti che la complicità diventa naturale.
Cosa deve esserci in un progetto che ti fa dire: ok, ci sono!
Autenticità. Se ripenso a quello che ho prodotto e che ha ricevuto qualche riconoscimento internazionale in giro, mi accorgo che ho sempre preferito sceneggiature autentiche, che con forza volevo vedere sullo schermo, a prescindere se erano commedie o drammi religiosi. E infatti poi il pubblico ha percepito questa autenticità e l’ha premiata con la giusta attenzione.
Favorevole o contrario a Prima Cinema, il servizio che promette di rivoluzionare la distribuzione nel mondo dell’entertainment – ovvero avere i film in anteprima, a fronte del costo del servizio, direttamente in streaming in 4K a casa.
È un’iniziativa interessantissima e sono curioso di vedere come si svilupperà. Il fatto che sia supportata anche dai grandi studios mi fa capire che porterà ad un aggiornamento dell’esperienza di sala per il largo pubblico.
Come ti vedi tra dieci anni?
Facciamo che me lo rivieni a chiedere fra dieci anni, ok? 😉
Grazie per la disponibilità, Emilio!!!
Grazie a voi.
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