Una competizione musicale per risollevare gli animi e guardare al futuro con più ottimismo, un futuro che forse non è quello che speravano di incontrare sul loro cammino, un futuro che devono costruirsi partendo dal presente e da quello che rappresentano le une per le altre: un gruppo di amiche con un sogno in comune ma tante ambizioni e desideri diversi. Ad unirle è la musica, ma la loro amicizia è molto di più. Non importa se le loro strade si divideranno perché la musica resterà comunque il loro punto di incontro, colei che ha dato origine alle “Bellas”.
Pitch Perfect 3 è il terzo capitolo, alquanto modesto, di una trilogia che già dal primo episodio non godeva di luce propria; classico film da guardare senza impegno per ascoltare un po’ di musica.
In questa terza avventura il regista punta tutto sul personaggio interpretato da Rebel Wilson che quasi oscura la protagonista principale. Ma qualche battuta ben riuscita non può risollevare una sceneggiatura inesistente fino ad un finale che rischia di cadere nel grottesco e nel ridicolo introducendo elementi che stonano completamente con la struttura dell’intera pellicola.
Non bastano delle belle voci e qualche idea ben riuscita – come la sfida a suon di note con le altre band – per creare una commedia musicale brillante. Il risultato è deludente da un punto di vista qualitativo ma se l’intenzione è quella di passare un’ora e mezzo di puro relax cliccando il pulsante “stop” al cervello, allora forse riesce ad ottenere il risultato sperato.
Pitch Perfect 3 – Recensione
5
voto
Lascia un commento