Spike Lee torna sul grande schermo con quello che lui definisce “un poliziesco con humor”. Il regista aggiunge però che dopo aver visto BlacKkKlansman non uscirete dalla sala ridendo.
Ron Stallworth (interpretato da John David Washington, figlio di Denzel) è un giovane afroamericano che, dopo la laurea, sogna di entrare in polizia. Grazie a un incarico, conosce la stravagante Patricia, che gli fa aprire gli occhi sulla difficile situazione dei neri. Fino ad allora inconsapevole o forse disinteressato, Ron prende pian piano coscienza della delicata posizione che ricopre grazie al colore della sua pelle. Decide quindi di infiltrarsi nel Ku Klux Klan, ovviamente per telefono. Quando ha necessità di incontrare di persona i membri di quella setta di fanatici, chiede aiuto a Flip Zimmerman (Adam Driver). Flip prende l’identità del collega, e si mescola agli altri componenti del club. Così un ebreo e un nero cercano di sventare gli atti violenti di un gruppo di bianchi esaltati…
“BlacKkKlansman” è tratto da una storia vera. La rabbia ruggente di Lee è tangibile durante tutto il film, suo grido di denuncia verso l’abominevole crimine del razzismo. E questa dichiarazione d’odio non è da intendersi solo per il Ku Klux Klan, ma per ogni forma di discriminazione estremista, che purtroppo ancora oggi attanaglia l’America – e il mondo. Il film infatti si chiude con delle riprese di Charlottesville, dove una giovane donna viene travolta e uccisa durante una manifestazione antirazzista. L’omicidio, per mano di un fanatico uomo bianco, è avvenuto durante le riprese del film, e ha toccato talmente tanto il regista, che ha deciso di fare di quelle diapositive il finale del film.
“BlacKkKlansman”, attesissimo da critica e fan, non deluderà di certo le aspettative. Una storia tanto importante è raccontata a tratti con un tono umoristico. Le riprese vintage creano un’atmosfera pulp e retro’ al tempo stesso, che ci trascina inesorabilmente nell’America degli anni ‘70. I personaggi sono calcati e stereotipati intenzionalmente, e ciò che ne risulta sono delle “macchiette” irresistibilmente persuasive. La musica di Prince completa il quadro, e consacra “BlacKkKlansman” come film cult nel suo genere.
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