Distrutto dalla morte di Tony Stark, molto più di un mentore e di un modello, il giovane Peter Parker (Tom Holland) riprende, come molti altri, la vita di tutti i giorni dopo il blip, il “ritorno alla normalità” causato dal nuovo schiocco di dita con cui Iron Man ha sconfitto Thanos e riportato l’ordine nell’universo. Una gita scolastica in Europa sembra l’occasione migliore per Peter per provare a dimenticare il passato, appendere temporaneamente il costume di Spider-Man al chiodo e provare ad attirare l’attenzione di MJ (Zendaya). Il Tessiragnatele è però chiamato ad una missione che va oltre la sua dimensione di “amichevole Spiderman di quartiere”, pronto a metterlo di fronte ad una prima, vera e definitiva assunzione di responsabilità.
L’Europa è attanagliata da un’incomprensibile minaccia, tanto pericolosa da mobilitare Nick Fury in persona. Di fronte all’iniziale riluttanza di Spider-Man, è Mysterio (Jake Gyllenhaal), supereroe proveniente da un’altra realtà, a fronteggiare gli “Elementali”, coloro che hanno distrutto il suo mondo e la sua famiglia. Spider-Man: Far From Home introduce senza troppi fronzoli uno dei villain storici dell’Uomo Ragno, introdotto da Stan Lee e Steve Ditko nel 1965, addirittura prima dei celebri Goblin e Kraven il Cacciatore. È giusta quindi la scelta di dare una certa rilevanza, anche attraverso un casting importante come quello di Jake Gyllenhaal, ad un personaggio che ha sempre fatto di ambiguità, scaltrezza e inganni i suoi marchi di fabbrica. Con questo tono Mysterio entra a far parte del MCU, e il suo impatto è assolutamente notevole.
L’impatto di Mysterio e della minaccia “elementale” scatena in Peter Parker un sentimento, si fa per dire, nuovo. Erano i tempi di Sam Raimi e, cinematograficamente parlando, già si parlava di “grandi poteri” e di “responsabilità”. Nella nuova linea ragnesca del MCU, si è preferito evitare di andare a scomodare la celebre massima dello Zio Ben, facendo emergere questo nuovo senso di responsabilità direttamente dai conflitti interni del personaggio. In questo capitolo è interessante lo sviluppo psicologico del personaggio, con un Peter Parker che si distanzia dai toni spensierati di Homecoming e si ritrova a vivere la sofferenza di dover fare delle scelte: umane, esistenziali, sentimentali. Potremmo parlare di maturità cinematografica per il ragazzo del Queens, se non fosse per la prima mezz’ora di film, delirante tentativo di dare un respiro europeo ad un eroe che trova la sua finita ragion d’essere negli Stati Uniti, precisamente nella sua New York. Benché alcune location in giro per il Vecchio Continente siano più ispirate, la nota dolente resta, ahinoi, l’Italia, ricettacolo di luoghi comuni e di momenti troppo imbarazzanti anche per l’ironia made in Marvel.
Al di là di quest’inizio claudicante, Spider-Man: Far From Home fa presto ad incardinarsi nei binari sicuri del MCU: ritmi sostenuti, azione a volontà, comicità collaudata e una spolverata di romance. A tal proposito, la nuova MJ (che nel Marvel Cinematic Universe non è più Mary Jane ma Michelle Jones) è sicuramente una buona spalla di Peter ma, come simbolo dell’emancipazione della figura femminile al fianco del supereroe, c’è ancora molto lavoro da fare, visto il poco approfondimento del personaggio: ci aspettavamo una MJ molto tosta, lo è stata solo in parte. Peter, d’altro canto, sospeso in questo contrasto tra responsabilità e voglia di essere un semplice sedicenne del Queens, vive una transizione destinata a risolversi solo con i film successivi: troppo forte ancora il trauma della perdita di Tony Stark per impedire il suo costante ricordo, troppo poco sviluppati i suoi rapporti affettivi per poterci aspettare la crudeltà di villain appartenenti al retroterra fumettistico. Fanno ben sperare, in questo senso, le due scene post-credit, che consigliamo di non perdere: per un piacevole effetto nostalgia e per vivere quella che potrebbe essere la scintilla della svolta di Peter Parker, verso situazioni che deragliano dalla realtà fumettistica di Terra-616, per dare a Terra-199999 (la realtà del MCU) un’impronta ben precisa.
Spider-Man: Far From Home, a modo suo, riprende temi cari ai primi Spider cinematografici e li ripropone nel mezzo del classico marasma Marvel. Il film paga anche il duro dazio di essere il primo lungometraggio ad arrivare in sala dopo il fenomeno “Endgame” e il primo a dover dare nuova linfa narrativa ad un filone esauritosi proprio con l’ultimo Avengers. In parte, vediamo il futuro, in parte, siamo ancorati al passato: siamo di fronte ad un buon film che ancora non sfrutta le potenzialità di Spider-Man (ma forse nessun film potrà mai farlo) e non tenta il tanto difficile (quanto atteso) aggancio al multiverso, continuando a proporre Spider-Man come un gregario di lusso di un filone narrativo che aspetta, chiaramente e purtroppo, altri protagonisti.
- DATA USCITA: 10 luglio 2019
- GENERE: Animazione, Avventura, Fantascienza
- ANNO: 2019
- REGIA: Jon Watts
- CAST: Tom Holland, Jake Gyllenhaal, Zendaya, Cobie Smulders, Marisa Tomei, Samuel L. Jackson, Michael Keaton, Angourie Rice, Remy Hii, Martin Starr, Numan Acar, Tony Revolori, Jacob Batalon, Hemky Madera, J.B. Smoove
- PAESE: USA
- DURATA: 135′
- DISTRIBUZIONE: Sony Pictures Italia/Warner Bros. Pictures Italia
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