Uno dei vanti di cui la nostra specie può encomiarsi è la capacità dell’uomo di superare con rinnovato vigore e accrescimento interiore i momenti più bui della propria storia.
Con questo docu-film il regista Ken Loach (“Sweet Sixteen” – “Il vento che accarezza l’erba”), narra con saggezza, intelligenza e perizia il periodo antecedente e successivo ad uno degli avvenimenti di maggior rilievo del secolo scorso: il conflitto, temporalmente così vicino ma emotivamente relegato come un lontano ricordo, denominato “Seconda Guerra Mondiale”.
Le immagini che si avvicendano sul grande schermo si accompagnano ai racconti di alcuni sopravvissuti, che con le loro parole (ri)evocano il disagio ed i tormenti a cui sono sopravvissuti e, soprattutto, le grandi imprese che sono conseguite a questo disastro. Le parole scorrono con i filmati d’epoca, calde come il sangue versato, copiose come il sudore necessario alla ricostruzione, solide come le basi della nuova società che venne successivamente edificata. Descrivono storie di uomini e donne che nell’ infanzia ebbero modo di “vivere” appieno quei giorni, così da poterli confrontare e valutare con quelli di oggi.
La pellicola si apre in bianco e nero. Questa scelta si rivela funzionale non solo perché riesce a farci tornare nel passato, ma anche perché esprime con forza il nostro profondo dualismo, con le sue luci e le sue ombre. E’ un simbolo che ben identifica il nostro animo in eterna confusione. Da una parte il “Nero” del degrado, dell’opulenza di pochi che cresceva con il sacrificio di molti, il nero dei tunnel percorsi da migliaia di lavoratori, che segnava le macerie fumanti, il nero della terra in cui sono stati seppelliti i caduti. Dall’ altra parte però, un sottile strato di “Bianco” era pronto a fiorire, quello della pace e dei diritti umani conquistati, della nostra capacità di essere solidali, il bianco delle nuvole, libere nel cielo come lo “Spirito” dall’ oppressione, il bianco dei sorrisi sui volti consapevoli di traguardi di rispetto e di cultura che infine vennero raggiunti.
L’ opera, presentata in anteprima al 63° Festival di Berlino, non si limita a questo unico messaggio, ma ci offre uno spunto di riflessione ancor più profondo. I” tempi moderni”, quelli a colori, sono riusciti a fare tesoro delle conquiste raggiunte nell’ epoca del “bianco e nero”? Quello “spirito” è ancora in noi o sta sbiadendo?
Scheda film
Titolo: The Spirit of ‘45
Regia: Ken Loach
Cast: –
Genere: Documentario
Durata: –
Produzione: Fly Film Company, BFI Film Fund, Channel 4, Film4
Distribuzione: Bim Film
Nazione: Regno Unito
Uscita: 12/09/2013
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