L’impero Del Sole
Regia: Steven Spielberg; USA, 1987.
Interpreti: Christian Bale, John Malkovich, Miranda Richardson, Nigel Havers, Ben Stiller, Joe Pantoliano.
Ore 21,15 – TV2000, Canale 28; durata: 155’.
Basato sull’omonimo romanzo del 1984 di J. G. Ballard; nel 1941 un ragazzo inglese di dieci anni vive a Shangai e ama gli aerei giocattolo. Durante l’invasione della Cina da parte dei Giapponesi, nella confusione della fuga, perde i genitori e dopo lungo vagabondare, quasi investito da 2 americani, viene catturato con loro dai Giapponesi e rinchiuso in un campo di concentramento. Vivrà in questo contesto i difficili anni del passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Infanzia perduta, sequenze immaginifiche – tra le quali quella della bomba di Hiroshima – per un film ambizioso che sfiora la meta senza raggiungerla. Valanghe di nomination (anche agli Oscar 1988) e la vittoria di alcuni BAFTA
Molly’s game
Regia: Aaron Sorkin; USA, 2017.
Interpreti: Jessica Chastain, Idris Elba, Kevin Costner, Michael Cera, Jeremy Strong, Chris O’Dowd.
Ore 21,10 – Rai Movie, Canale 24; durata: 150’.
Una bella campionessa olimpica gestisce per più di dieci anni il più esclusivo giro di poker al mondo, frequentato da personaggi di Hollywood, star dello sport, ricconi e a sua insaputa, da mafiosi russi. Quando verrà arrestata dall’FBI, per scoprire la verità e salvarsi dagli impicci non potrà contare su nessuno se non sul suo avvocato… Il regista porta il scena il suo modo di percepire il senso morale ed etico americano, gloriosamente retorico, puntando i riflettori su un rapporto padre-figlia.
Poseidon
Regia: Wolfgang Petersen; USA, 2006.
Interpreti: Kurt Russell, Richard Dreyfuss, Josh Lucas, Jacinda Barrett, Emmy Rossum, Mike Vogel
Ore 21,00 – IRIS, Canale 22; durata: 125’.
E’ la sera dell’ultimo dell’anno e a bordo del transatlantico Poseidon, una delle navi da crociera più maestose, si sta per iniziare a festeggiare. Proprio in quel momento un immenso muro d’acqua alto un centinaio di metri si sta avvicinando ad altissima velocità. Il transatlantico sarà colpito sul fianco sinistro e inesorabilmente capovolto… Fantastici attori, investimenti da milioni di dollari e qualche emozione per un film un po’ troppo formale che ha ottenuto 1 candidatura ai Premi Oscar.
Inside The Show, in collaborazione con il Festival Adelio Ferrero, ripercorre la storia del Festival di Cannes in attesa del suo ritorno, attraverso i meravigliosi film premiati nelle 72 precedenti edizioni.
Oggi parleremo di…
Paris, Texas di Wim Wenders con Harry Dean Stanton, Dean Stockwell, Socorro Valdez, Bernhard Wicki, Nastassja Kinski
Palma d’oro come miglior film al Festival di Cannes 1984
Paris-Texas oltre ad essere stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto un premio ai David di Donatello e ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes.
Un uomo vaga in una zona desertica della California, viene soccorso ma non parla. Grazie a un foglietto che conserva in tasca viene contattato il fratello, Walt, che lo raggiunge. L’uomo è Travis, che quattro anni prima era scomparso. Inizia un lento viaggio di ritorno a casa e agli affetti. «Perché tanti viaggi nei miei film? Perché è quello che faccio nella vita. E poi, semplicemente, perché viaggiare è l’opposto che stare a casa. E stare a casa vuol dire essere intrappolati» (Wenders).
“L’incontro tra Wim Wenders e Sam Shepard, sceneggiatore e attore, permette al regista di trovare l’occasione per confrontarsi con due elementi per lui importanti. Da un lato gli offre l’occasione per girare un film negli Usa libero dalle pressioni che gli erano state imposte per Hammett e dall’altro gli consente un’ulteriore esplorazione della tematica del viaggio inteso come ricerca di se stessi. L’on the road americano viene riletto, e in qualche misura superato, fin dalla prima inquadratura (da antologia del cinema d’autore) in cui veniamo a conoscere il protagonista come un uomo che percorre quasi senza una meta precisa una distesa sassosa e arida. Lo stesso titolo accosta e al contempo separa con una virgola il nome di una grande capitale europea (individuato in una cittadina degli States in cui Travis ha acquistato un terreno per corrispondenza) e uno degli stati con cui il cinema ha identificato gli Usa: il Texas.
Wenders compie poi un ulteriore passaggio che si rivela determinante per la sua concezione di cinema. Come egli stesso ebbe a dichiarare: “Tutti i miei film precedenti, in realtà non credevano nella storia, nella trama: si basavano esclusivamente sui personaggi e sulle varie situazioni in cui essi si venivano a trovare (…) Questa volta, nonostante il finale sia completamente ‘aperto’, la trama ha una direzione precisa sin dal primo momento”.
Wenders racconta una storia di amori (paterno, filiale, coniugale) con tutte le loro difficoltà, con dei vetri a separare gli individui ma anche con un forte desiderio di ritrovarsi. Per poi magari riprendere un percorso interiore a cui gli altri non hanno accesso. La fotografia di Robby Müller e la chitarra tormentata di Ry Cooder contribuiscono in modo determinante alla riuscita del film che vinse la Palma d’Oro a Cannes”. (Giancarlo Zappoli)
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