Ci sono canzoni dei primi anni 2000 che hanno un posto di diritto nel cuore di molti giovani adulti. Tutti quelli che oggi abitualmente utilizzano i siti di streaming musicali per conoscere e ascoltare artisti di tutto il mondo, con un mercato fatto di dinamiche sempre più complicate: se da una parte, infatti, qualsiasi cantante può trovare fan di ogni nazione, dall’altra l’offerta è aumentata ed è sempre più difficile riuscire a farsi ascoltare. Eppure la generazione che nei primi anni 2000 era ancora adolescente, ha fatto da “ponte” tra il vecchio e nuovo, evolvendosi con le nuove dinamiche senza troppi problemi. E allora, con un pizzico di nostalgia, si ripensa al Festivalbar, a Top of the Pops, ai Sanremo pre-talent e a tutti i mezzi con cui la musica arrivava nelle case degli italiani prima dell’avvento di social e piattaforme di streaming. Ripensando agli artisti che dominavano le classifiche di quegli anni è impossibile non citare Paolo Meneguzzi.
La sua carriera inizia, ancora giovanissimo, col successo al Festival di Vina del Mar in Cile come rappresentante dell’Italia e proprio in Sud America cresce la sua notorietà, prima che il ritorno in Italia ne sancisca la definitiva consacrazione. Da “Lei è” a “Guardami negli occhi”, passando per “Verofalso”, “Non capiva che l’amavo” e “Musica”, le hit di Paolo Meneguzzi sono davvero tantissime e il cantante italo-svizzero può vantare più di due milioni di dischi venduti in tutto il mondo. Negli ultimi anni poi l’artista è voluto rimanere, come lui stesso ammette, più dietro le quinte impegnandosi attivamente però a scovare e spingere nuovi talenti mettendo così a disposizione dei più giovani tutta la sua esperienza. Poche settimane fa però è tornato alla ribalta con il singolo “Il coraggio” di cui, nel corso della nostra intervista esclusiva, ci ha parlato lo stesso Meneguzzi.
Torni alla ribalta in un momento difficile per tutti con un brano dal titolo “Il coraggio”. Cosa significa per te “avere coraggio”?
Significa voglia di vita vera, di valori, di libertà, di come dovrebbe essere e invece non è questa vita. Dettata dai ritmi delle multinazionali che, in crisi, devono ancora di più martellare l’ individuo. Lì nasce il coraggio delle persone più in difficoltà.
Come nasce questo brano?
E’ un brano scritto con Emilio Munda, un produttore importante che mi ha ridato voglia di far uscire delle mie canzoni. Da lì ho pensato a quello che serve oggi per vivere. E abbiamo scritto “Il coraggio”.
– Ripensando alla tua carriera artistica, c’è qualcosa che cambieresti o in cui avresti voluto avere più “coraggio”? Cosa?
Credo di aver fatto abbastanza, sacrificando almeno 15 anni della mia vita tra viaggi, 2/3 aerei al giorno, migliaia di interviste, fotografie. Sempre lontano dalla famiglia e dagli affetti. Qualche storia d’amore buttata là, di pura sofferenza in quanto non c’ero mai per i ritmi del mio lavoro. Ma di fatto amavo la musica e avevo successo quindi il coraggio sarebbe stato non far niente di tutto ciò e avere una vita più normale.
Sono passati molti anni dai tuoi primi successi discografici ma ancora molti fan ti seguono e ti supportano. Qual è il tuo rapporto con loro?
Mi sento di non fare mai abbastanza e loro imperterriti mi seguono a prescindere. Nemmeno coi social sono attivo come lo meriterebbero. Odio cantare davanti a un telefono e odio regalare la mia arte. Questo è il problema degli artisti in questo periodo. Abbiamo abituato il pubblico che la nostra arte non va pagata. E, come sempre, colpisce i più piccoli, mentre i grandi fanno concerti che si pagano 150 euro a biglietto. Anche la musica ha perso il senso artistico e sociale. Tutto è un numero a chi importa se i piccoli muoiono tanto non avrebbero comunque generato nessun numero.
Tornando a pensare appunto alla tua carriera artistica pluriennale, qual è il brano che ti ha dato più soddisfazioni e che non può mancare mai ad un tuo live?
Ogni brano scritto da me ha un valore assoluto e uguale. Mi soffermo sempre di più sulle sonorità e sono orgoglioso di sentire mie canzoni di 20 anni fa che sarebbero musicalmente avanti ancora oggi.
Ero un precursore in molte sonorità. Ero un ricercatore di sonorità innovative. L’ho fatto anche con meno successo, ma di certe cose che il pubblico conosce meno mi sento proprio orgoglioso.
Nuovo singolo in radio già da qualche giorno. Quale saranno ora i prossimi progetti che vedranno Paolo Meneguzzi protagonista?
Voglio sempre di più star dietro. Non amo più farmi vedere. Non mi vedrete mai ad un reality a meno che non stia morendo di fame. Quindi spero di trovare qualche giovane che possa diventare un nuovo exploit. Grazie alla mia PopMusicSchool che sforna davvero molti talenti ogni giorno, credo che me la caverò!
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