Che tutto abbraccia. I giorni e i film (Franco Cordelli, Edizioni Falsopiano, 184 pagine, euro 20,00)
Lo scrittore Franco Cordelli ci offre testimonianza di una stagione di riflessione sul cinema come esperienza culturale alta, in questo suo libro prezioso sin dal titolo, Che tutto abbraccia. Il giorni e i film, a rendere conto di un’esperienza immersiva in cui si sviluppa l’idea stessa di cosa possa essere la critica, anche attraverso il ritratto attendibile di registi come Fassbinder, Sternberg, Zurlini, Fritz Lang, Straub, Robbe Grillet, Andy Warhol, Buster Keaton, la cui analisi si sviluppa nel libro come forma di ricerca del vero, aprendosi ad una relazione con la cultura e il mondo del proprio tempo. Il binomio scrittore-critico, che in passato abbiamo potuto riconoscere nelle figure di Tullio Kezich o Maurizio Grande, abita il libro di Cordelli, la cui splendida scrittura attraversa e riformula i film di cui rende conto, testimonianza di una capacità di interpretare il proprio tempo e darci, con una lezione di consapevolezza, il senso di una visione sempre materica e vivida, l’osservazione puntuale essendo quella di un indagatore partecipe, per il quale un’opera è innanzitutto da leggere internamente, tentando quell’ineludibile prossimità con gli autori. Scrivere di cinema diventa, in maniera limpida e immaginativa, riflessione sul cinema e con il cinema: nel viaggio temporale dell’autore, non a caso, si avvicendano voci amiche, come quella del regista Emidio Greco, o definizioni magnifiche di cinema come a proposito di Wavelenght di Michael Snow: “Ecco: dalla indifferenziata materia nasce una struttura, la cinepresa nella stanza, che non ha ancora senso, che è necessariamente indifferente, ma che, per il fatto di essersi resa percepibile, è già suscettibile di vita. La cinepresa è ferma, affidata sempre alla stessa prospettiva, in una vertigine tautologica, in una ridda d’identità”. Sono giorni ampiamente suscettibili di vita creativa quelli che Cordelli attraversa nella quotidianità degli anni Settanta, dove, tra seminari e conferenze stampa, gli autori analizzati sono maestri dell’avanguardia cinematografica, capaci di stimolare, nel loro costante riferimento alla vita, il pensiero sull’arte in forma teorica e artistica. Il sottotitolo del libro è anche una citazione de Le opere e i giorni di Peter Handke, quest’ultimo tra gli autori, come Alberto Grifi e Hans Jurgen Syberberg, che Cordelli affronta con particolare attenzione, in un libro che si propone come il personale capitolo di una recherche tra le immagini e i cineasti di un’epoca, pronta a ridestarsi attraverso la scrittura vivida di un testimone autentico e illuminato.
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