Il primo re
Regia: Matteo Rovere; Azione, Storico; Italia, Belgio, 2019
Interpreti: Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Fabrizio Rongione, Massimiliano Rossi
Ore 21.20, RAI4 Canale 21, durata 125′
PrimaTv per il film-evento nella storia del cinema italiano. Un film come Il primo re non è mai stato realizzato prima. Un progetto ambizioso che approda ad un risultato eccellente per l’innovazione della struttura narrativa, per il coraggio di affrontare sfide e desideroso di sorprendere lo spettatore regalandogli emozioni e visioni. E’ il 753 a.c. , una violenta esondazione del Tevere travolge improvvisamente due giovani uomini: l’uno intento a pregare, l’altro ad osservarlo nella apparente calma della natura. In un susseguirsi di immagini, immediatamente potenti, i corpi nell’acqua cercano di sopravvivere alla corrente, che tutto trasforma e devasta al suo prepotente passaggio, con l’intento incessante di salvare anche l’altro che vive fuori da sé: il proprio gemello. La fratellanza, che ingloba due uomini in un’unica entità, come “la foglia e il proprio dorso”, Romolo e Remo all’alba di un nuovo inizio.
Il primo re è un film di una potenza emotiva ed evocativa straordinaria nello scenario di una ambientazione naturale sulla struttura del tempo; il paesaggio non è soltanto la cornice della vicenda, ma è un elemento imprescindibile con il quale i personaggi devono confrontarsi. La direzione della fotografia, affidata alla magia di Daniele Cipri, catapulta lo spettatore all’interno della scena cosi viva da respirare anche gli odori del fango, del sudore, del sangue, dello sporco, della fatica in una natura ora rifugio, ora ostacolo. Il “vivo” delle immagini è reso tale anche da una scelta innovativa e coraggiosa, ma perfetta, quella del linguaggio: i personaggi parlano un latino arcaico, frutto di uno studio di semiologi dell’Università La Sapienza di Roma sulle fonti pervenute attraverso epigrafi, scritte sulle tombe e su oggetti utilizzati nell’epoca preromana. I materiali di scena, l’equipaggiamento bellico, i manufatti, le spade, le corazze, sono un’esatta riproduzione riconosciuta dagli archeologi dell’Università di Tor Vergata.
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