Bastardi senza gloria
Regia: Quentin Tarantino; Guerra/Azione; USA/Germania, 2009.
Interpreti: Brad Pitt, Melanie Laurent, Eli Roth, Diane Kruger, Mike Myers, Christoph Waltz, B.J. Novak, Samm Levine, Daniel Bruhl
Ore 21:05, 20, Canale 20; durata: 153’
Tarantino, cineasta il quale elabora nel suo film una riflessione sui ribaltamenti di situazioni e sulle forme del dominio, con Bastardi senza gloria realizza un lungometraggio che furoreggia a livello estetico. Nell’ispirarsi a Quel maledetto treno blindato di Enzo G. Castellari, il cineasta propone una sorta di “cinema rivendicazione” dalla parte degli oppressi, realizzando un dittico con Django unchained. Il film inizia come un western sulle musiche animate di nostalgia de La battaglia di Alamo, per portarci in un universo di finzione in cui tutto può accadere, a tal punto che in un primo momento della sceneggiatura era previsto l’assalto dei nazisti ad opera degli indiani Apache. Il plotone di cacciatori di nazisti capeggiato da un carismatico Brad Pitt suscita una certa quale immedesimazione non perché motivato da vile denaro o da ambizioni di carriera, ma da un radicato senso di giustizia. Ma il personaggio più singolare e visionario è quello di Shosanna (Melanie Laurent), la ragazza ebrea che non rimane indifferente ma che decide di ribellarsi e finisce così per dare una svolta “fantomatica” ai processi storici in corso. Nella sua sala cinematografica, ricevuta in eredità dagli zii morti dopo lo scoppio della guerra, la ragazza progetta di preparare una trappola per i numerosi nazisti che assisteranno alla prima de L’orgoglio della nazione. Aiutata dall’amante, un proiezionista di colore, darà fuoco al ritratto d’argento posto dietro allo schermo bianco, e impedirà ai dominatori (tra i quali anche Adolf Hitler) di scampare all’incendio. L’odio si Shoshanna vene da lontano. Da bambina, questa bionda sottile sopravvisse alla furia del metodico ricercatore di ebrei Hans Landa (Christoph Waltz, che per questo film e il successivo Django unchained, ottiene il premio oscar quale miglior attore non protagonista) mentre tutti i suoi parenti furono trucidati, e oggi lei deve patire la presenza degli occupanti, tra cui quella dell’attore protagonista del film nazista che viene proiettato nel suo cinema, il quale si invaghisce di lei e non accetta un rifiuto dalla ragazza. Ad una violenza, quella degli occupanti, persistente, subdola, talvolta mascherata con buone maniere e sospetta affettazione, il cineasta risponde con una violenza che solleva ben altro stile. Tarantino mostra come la Storia può prendere sviluppi diversi e come il cinema possa essere luogo del cambiamento, offrendo una riflessione sul cinema, sulle possibilità che un percorso come il suo, incline a ibridare e contaminare stili e suggestioni di altre epoche e altri registi, si offra come una prospettiva altra per vedere il mondo.
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